Il fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali, che rappresenta uno dei problemi più gravi della nostra società, connota fortemente il settore delle costruzioni. Tra le diverse cause di malattie professionali presenti in tale settore vi è quella riconducibile agli agenti chimici connessi all’utilizzo di prodotti pericolosi per l’uomo. Il rischio chimico risulta, infatti, uno dei rischi emergenti dell’industria delle costruzioni, in particolare nei cantieri edili, dove negli ultimi anni all’uso di prodotti “tradizionali” si è affiancato un uso sempre crescente della “chimica”, e dove pertanto una valutazione preventiva può risultare molto utile ai fini della salvaguardia della salute dei lavoratori. La valutazione del rischio, prevista dal D.Lgs. 626/94, trova applicazione riguardo al rischio chimico con il D.Lgs. 25 del 2 febbraio 2002, che definisce i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dagli effetti degli agenti chimici presenti sul luogo di lavoro. Diverse regioni italiane hanno quindi sviluppato modelli di valutazione, applicabili al quadro delle piccole e medie imprese, ma non tutti sono applicabili al settore delle costruzioni per via delle specificità organizzative e produttive del ciclo di produzione. Parallelamente è emersa la necessità di una maggiore informazione degli operatori del processo sulla individuazione e utilizzazione di quei prodotti che costituiscono potenziale pericolo per la salute. La relazione presenta i risultati di una ricerca cognitiva rivolta a fare il punto della situazione sulla normativa nazionale e regionale, l’adeguamento tecnico delle aziende produttrici, la comparazione dei modelli di valutazione del rischio chimico esistenti allo scopo di mettere a punto e proporre linee guida e modelli applicabili alle P.M.I. edilizie.
Alaimo, G., Accurso, F. (2008). Il rischio chimico nei cantieri edili. In Nuove Tecnologie per le Costruzioni e la Sicurezza (pp.---). Cagliari : LITHOSgrafiche srl.
Il rischio chimico nei cantieri edili
ALAIMO, Giuseppe;
2008-01-01
Abstract
Il fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali, che rappresenta uno dei problemi più gravi della nostra società, connota fortemente il settore delle costruzioni. Tra le diverse cause di malattie professionali presenti in tale settore vi è quella riconducibile agli agenti chimici connessi all’utilizzo di prodotti pericolosi per l’uomo. Il rischio chimico risulta, infatti, uno dei rischi emergenti dell’industria delle costruzioni, in particolare nei cantieri edili, dove negli ultimi anni all’uso di prodotti “tradizionali” si è affiancato un uso sempre crescente della “chimica”, e dove pertanto una valutazione preventiva può risultare molto utile ai fini della salvaguardia della salute dei lavoratori. La valutazione del rischio, prevista dal D.Lgs. 626/94, trova applicazione riguardo al rischio chimico con il D.Lgs. 25 del 2 febbraio 2002, che definisce i requisiti minimi per la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dagli effetti degli agenti chimici presenti sul luogo di lavoro. Diverse regioni italiane hanno quindi sviluppato modelli di valutazione, applicabili al quadro delle piccole e medie imprese, ma non tutti sono applicabili al settore delle costruzioni per via delle specificità organizzative e produttive del ciclo di produzione. Parallelamente è emersa la necessità di una maggiore informazione degli operatori del processo sulla individuazione e utilizzazione di quei prodotti che costituiscono potenziale pericolo per la salute. La relazione presenta i risultati di una ricerca cognitiva rivolta a fare il punto della situazione sulla normativa nazionale e regionale, l’adeguamento tecnico delle aziende produttrici, la comparazione dei modelli di valutazione del rischio chimico esistenti allo scopo di mettere a punto e proporre linee guida e modelli applicabili alle P.M.I. edilizie.File | Dimensione | Formato | |
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