Partendo da una ricognizione della configurazione non unitaria, nelle legislazioni contemporanee di matrice romanistica, dei beni che possono formare oggetto del contratto di mutuo, si evidenzia come la nozione di cose fungibi non corrisponde a quella romana di res quae pondere numero mensura constant e si ripercorre la storia della formazione di questa categoria di beni dal diritto romano antico fino alle moderne legislazioni. Ciò permette di notare come tale categoria di beni sono sia caratterizzata dalla surrogabilità o dalla consumabilità, ma si sia piuttosto formata nel processo di evoluzione da un'economia premonetaria, in cui il metallo impiegato come mezzo di scambio era quantificato a mezzo di pesatura, a un'economia monetaria, in cui il metallo coniato era quantificato in base al conto. Con il passare del tempo il regime giuridico riservato alle quantità di denaro determinabili in base al peso e a l numero, connesso all'idea del certum nel senso di determinabile, si estese ai rapporti aventi per oggetto beni determinabili in base alla misura, come il vino, l'olio o il frumento, ponendo così il problema di una determinazione qualitativa accanto a quella quantitativa. Lo sbiadirsi della rilevanza del certum a livello processuale dovuto al tramonto del processo formulare feceri emergere l'aspetto della consumabilità dei beni oggetto di mutuo a scapito di quello della determinabilità. Nell'età intermedia le categorie elaborate dai giuristi romani si scoloriscono e si confondono, e solo con la Pandettistica tedesca si recuper la nozione di bene determinabili in base al peso, al numero e alla misura, anche se in un senso diverso da quello del diritto romano.

VARVARO M (2008). Per la storia del 'certum'. Alle radici della categoria delle cose fungibili. TORINO : G. Giappichelli Editore.

Per la storia del 'certum'. Alle radici della categoria delle cose fungibili

VARVARO, Mario
2008-01-01

Abstract

Partendo da una ricognizione della configurazione non unitaria, nelle legislazioni contemporanee di matrice romanistica, dei beni che possono formare oggetto del contratto di mutuo, si evidenzia come la nozione di cose fungibi non corrisponde a quella romana di res quae pondere numero mensura constant e si ripercorre la storia della formazione di questa categoria di beni dal diritto romano antico fino alle moderne legislazioni. Ciò permette di notare come tale categoria di beni sono sia caratterizzata dalla surrogabilità o dalla consumabilità, ma si sia piuttosto formata nel processo di evoluzione da un'economia premonetaria, in cui il metallo impiegato come mezzo di scambio era quantificato a mezzo di pesatura, a un'economia monetaria, in cui il metallo coniato era quantificato in base al conto. Con il passare del tempo il regime giuridico riservato alle quantità di denaro determinabili in base al peso e a l numero, connesso all'idea del certum nel senso di determinabile, si estese ai rapporti aventi per oggetto beni determinabili in base alla misura, come il vino, l'olio o il frumento, ponendo così il problema di una determinazione qualitativa accanto a quella quantitativa. Lo sbiadirsi della rilevanza del certum a livello processuale dovuto al tramonto del processo formulare feceri emergere l'aspetto della consumabilità dei beni oggetto di mutuo a scapito di quello della determinabilità. Nell'età intermedia le categorie elaborate dai giuristi romani si scoloriscono e si confondono, e solo con la Pandettistica tedesca si recuper la nozione di bene determinabili in base al peso, al numero e alla misura, anche se in un senso diverso da quello del diritto romano.
2008
978-88-3488554-3
VARVARO M (2008). Per la storia del 'certum'. Alle radici della categoria delle cose fungibili. TORINO : G. Giappichelli Editore.
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