La tesi propone la riflessione sulla centralità delle istituzioni scolastiche nei processi di produzione della letteratura italiana, selezionando i casi di studio di quelle vissute e/o rappresentate dai maggiori narratori siciliani del Novecento, e offrendo un ventaglio di opzioni metodologiche per l’indagine dei vincoli fra gli scrittori e la scuola. L’obiettivo immediato è quello di restituire dignità e visibilità alla didattica d’autore, anche attraverso il recupero delle tracce materiali del lavoro di docenti meridionali illustri, come Brancati, Sciascia, Bufalino e Consolo. Alla luce del protagonismo della professione docente nella storia letteraria italiana, si riflette, pertanto, sulle possibilità offerte dagli archivi delle scuole, e sulla necessità di includerli nelle operazioni di mappatura delle carte d’autore. D’altra parte, si addita l’interesse letterario della doppia attività, non solo in relazione alle esigenze di sussistenza dell’intellettuale, ma anche attraverso l’analisi di intersezioni dirette fra l’insegnamento e la scrittura, individuando una questione sociologica a monte della penuria di studi accademici sull’argomento. Il lavoro si apre con un capitolo dedicato alla centralità della scuola nel dibattito pubblico contemporaneo, e alla parallela fortuna editoriale delle narrazioni a tema scolastico, fenomeno che si dimostra inscritto in una tradizione letteraria consolidata, ma all’interno del quale si segnalano sempre più spesso le voci geograficamente riconoscibili di insegnanti-scrittori del Sud. Il secondo capitolo illustra la particolare centralità della scuola nella storia (letteraria) siciliana e, risalendo a De Amicis e Verga, prova a definire una “via siciliana” del racconto di scuola, mettendo a confronto le rappresentazioni dei docenti su un campione di testi settentrionali e meridionali. Oltre che lungo la pista tematica, questo capitolo è percorribile seguendo l’impalcatura geocritica, che invita a leggere la scuola non solo come tema deterministicamente votato a scoperchiare la questione meridionale, ma anche come “luogo”: cioè – di volta in volta – setting di testi letterari, centro culturale o “posto di lavoro”. In questa sezione si trovano, quindi, i casi di studio di Vitaliano Brancati e Gesualdo Bufalino, il cui rapporto con la scuola viene indagato radunando tracce del mestiere sia interne che esterne ai testi. Il capitolo monografico finale è dedicato al caso di Leonardo Sciascia, che esemplifica non solo come la scuola possa costituire un luogo di incontri letterari, una realtà fertile all’ispirazione letteraria e – specialmente a Sud – un’occasione di lavoro e di successo su scala nazionale, ma anche come sul documento scolastico si possa rinvenire la genesi di un testo letterario. Il capitolo consegna agli studi sciasciani una lettura delle Cronache scolastiche che recupera l’avantesto dai registri del maestro, nonché l’esame di alcuni articoli pedagogici dispersi e la ricostruzione del lavoro pluriennale per un’antologia destinata alla scuola media.

Scuole d'autore. Per una storia del "doppio lavoro" in letteratura a partire dagli scrittori-insegnanti del Novecento siciliano.

Scuole d'autore. Per una storia del "doppio lavoro" in letteratura a partire dagli scrittori-insegnanti del Novecento siciliano

Distefano, Barbara Maria Chiara

Abstract

La tesi propone la riflessione sulla centralità delle istituzioni scolastiche nei processi di produzione della letteratura italiana, selezionando i casi di studio di quelle vissute e/o rappresentate dai maggiori narratori siciliani del Novecento, e offrendo un ventaglio di opzioni metodologiche per l’indagine dei vincoli fra gli scrittori e la scuola. L’obiettivo immediato è quello di restituire dignità e visibilità alla didattica d’autore, anche attraverso il recupero delle tracce materiali del lavoro di docenti meridionali illustri, come Brancati, Sciascia, Bufalino e Consolo. Alla luce del protagonismo della professione docente nella storia letteraria italiana, si riflette, pertanto, sulle possibilità offerte dagli archivi delle scuole, e sulla necessità di includerli nelle operazioni di mappatura delle carte d’autore. D’altra parte, si addita l’interesse letterario della doppia attività, non solo in relazione alle esigenze di sussistenza dell’intellettuale, ma anche attraverso l’analisi di intersezioni dirette fra l’insegnamento e la scrittura, individuando una questione sociologica a monte della penuria di studi accademici sull’argomento. Il lavoro si apre con un capitolo dedicato alla centralità della scuola nel dibattito pubblico contemporaneo, e alla parallela fortuna editoriale delle narrazioni a tema scolastico, fenomeno che si dimostra inscritto in una tradizione letteraria consolidata, ma all’interno del quale si segnalano sempre più spesso le voci geograficamente riconoscibili di insegnanti-scrittori del Sud. Il secondo capitolo illustra la particolare centralità della scuola nella storia (letteraria) siciliana e, risalendo a De Amicis e Verga, prova a definire una “via siciliana” del racconto di scuola, mettendo a confronto le rappresentazioni dei docenti su un campione di testi settentrionali e meridionali. Oltre che lungo la pista tematica, questo capitolo è percorribile seguendo l’impalcatura geocritica, che invita a leggere la scuola non solo come tema deterministicamente votato a scoperchiare la questione meridionale, ma anche come “luogo”: cioè – di volta in volta – setting di testi letterari, centro culturale o “posto di lavoro”. In questa sezione si trovano, quindi, i casi di studio di Vitaliano Brancati e Gesualdo Bufalino, il cui rapporto con la scuola viene indagato radunando tracce del mestiere sia interne che esterne ai testi. Il capitolo monografico finale è dedicato al caso di Leonardo Sciascia, che esemplifica non solo come la scuola possa costituire un luogo di incontri letterari, una realtà fertile all’ispirazione letteraria e – specialmente a Sud – un’occasione di lavoro e di successo su scala nazionale, ma anche come sul documento scolastico si possa rinvenire la genesi di un testo letterario. Il capitolo consegna agli studi sciasciani una lettura delle Cronache scolastiche che recupera l’avantesto dai registri del maestro, nonché l’esame di alcuni articoli pedagogici dispersi e la ricostruzione del lavoro pluriennale per un’antologia destinata alla scuola media.
didattica d'autore; racconto di scuola; archivi delle scuole; Vitaliano Brancati; Leonardo Sciascia; Gesualdo Bufalino; status degli insegnanti; sociologia del lavoro; letteratura e scuola; geografia della letteratura.
Scuole d'autore. Per una storia del "doppio lavoro" in letteratura a partire dagli scrittori-insegnanti del Novecento siciliano.
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