Nel 2015, quasi 47 milioni di persone in tutto il mondo sono state colpite da demenza, e si prevede che i valori raggiungeranno 75 milioni entro il 2030 e 131 milioni entro il 2050, con il maggiore aumento previsto nei paesi a basso e medio reddito. Nonostante gli enormi costi dell'assistenza medica e sociale per i pazienti affetti da AD dipendano dalla gravità della malattia, i dati sulla prevalenza della demenza sulla base della gravità o dello stadio sono carenti soprattutto nei contesti rurali e con basso livello di istruzione. L'obiettivo principale di questo studio è di valutare l'interazione tra fattori di rischio legati alla fragilità, le performance cognitive e i sintomi comportamentali nell’aumento del rischio per Subjective Cognitive Decline (SCD), Mild Cognitive Impairment (MCI), Alzheimer (AD) e Demenza vascolare (VaD). A tale fine saranno utilizzati i dati raccolti al baseline dello Zabùt Aging Project (ZAP), uno studio di coorte condotto in una comunità rurale di Sicilia (Sambuca di Sicilia, AG). In totale 2.010 soggetti hanno partecipato allo studio ZAP (tasso di rispondenza=77.4%). La prevalenza grezza dei soggetti è stata del 33,9% (IC95% 31,8-36,0) per SMC (N=663), 11,3% (IC95% 9,9-12,8) per MCI (N=221), 3,0% (IC95% 2,3-3,8) per AD (N=58), e 2,8% (IC95% 2,1-3,6) per VaD (N=55). I fattori associati all’SCD sono stati il sesso femminile, una maggiore età, la minore scolarità e l’assunzione di farmaci a base di acido acetilsalicilico. La diagnosi di MCI risultava associata esclusivamente all’incremento dell’età. L’AD è risultato associato al sesso femminile e la maggiore età. Infine i fattori associati con la diagnosi di VaD sono stati la maggiore età, una minore scolarità, una minore assunzione di caffè, essere affetti da ictus, da fibrillazione atriale e da epatite cronica. La demenza è una malattia che si manifesta nell’età adulta-anziana, tuttavia, la sua causalità affonda le radici molto prima, probabilmente anche in giovane età. Pertanto, recenti evidenze hanno spostato il panorama della ricerca verso periodi della vita precoci, nell’età giovane adulta. Un'implicazione dei risultati del presente studio è che la gestione precoce dei fattori clinico-socio-demografici potrebbe essere utile nel modificare l'esordio e la storia del declino cognitivo.

Biomarkers clinici, biologici, cognitivi e comportamentali per la malattia di Alzheimer ed il Mild Cognitive Impairment: dati di popolazione dello Zabùt Aging Project.

Biomarkers clinici, biologici, cognitivi e comportamentali per la malattia di Alzheimer ed il Mild Cognitive Impairment: dati di popolazione dello Zabùt Aging Project

RESTIVO, Vincenzo

Abstract

Nel 2015, quasi 47 milioni di persone in tutto il mondo sono state colpite da demenza, e si prevede che i valori raggiungeranno 75 milioni entro il 2030 e 131 milioni entro il 2050, con il maggiore aumento previsto nei paesi a basso e medio reddito. Nonostante gli enormi costi dell'assistenza medica e sociale per i pazienti affetti da AD dipendano dalla gravità della malattia, i dati sulla prevalenza della demenza sulla base della gravità o dello stadio sono carenti soprattutto nei contesti rurali e con basso livello di istruzione. L'obiettivo principale di questo studio è di valutare l'interazione tra fattori di rischio legati alla fragilità, le performance cognitive e i sintomi comportamentali nell’aumento del rischio per Subjective Cognitive Decline (SCD), Mild Cognitive Impairment (MCI), Alzheimer (AD) e Demenza vascolare (VaD). A tale fine saranno utilizzati i dati raccolti al baseline dello Zabùt Aging Project (ZAP), uno studio di coorte condotto in una comunità rurale di Sicilia (Sambuca di Sicilia, AG). In totale 2.010 soggetti hanno partecipato allo studio ZAP (tasso di rispondenza=77.4%). La prevalenza grezza dei soggetti è stata del 33,9% (IC95% 31,8-36,0) per SMC (N=663), 11,3% (IC95% 9,9-12,8) per MCI (N=221), 3,0% (IC95% 2,3-3,8) per AD (N=58), e 2,8% (IC95% 2,1-3,6) per VaD (N=55). I fattori associati all’SCD sono stati il sesso femminile, una maggiore età, la minore scolarità e l’assunzione di farmaci a base di acido acetilsalicilico. La diagnosi di MCI risultava associata esclusivamente all’incremento dell’età. L’AD è risultato associato al sesso femminile e la maggiore età. Infine i fattori associati con la diagnosi di VaD sono stati la maggiore età, una minore scolarità, una minore assunzione di caffè, essere affetti da ictus, da fibrillazione atriale e da epatite cronica. La demenza è una malattia che si manifesta nell’età adulta-anziana, tuttavia, la sua causalità affonda le radici molto prima, probabilmente anche in giovane età. Pertanto, recenti evidenze hanno spostato il panorama della ricerca verso periodi della vita precoci, nell’età giovane adulta. Un'implicazione dei risultati del presente studio è che la gestione precoce dei fattori clinico-socio-demografici potrebbe essere utile nel modificare l'esordio e la storia del declino cognitivo.
Demenza, Sindrome di Alzheimer, Mild Cognitive Impairment, Subjective Cognitive Decline, prevalenza, fattori associati
Biomarkers clinici, biologici, cognitivi e comportamentali per la malattia di Alzheimer ed il Mild Cognitive Impairment: dati di popolazione dello Zabùt Aging Project.
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