A partire dalla concezione baudelairiana del poeta speculare a se stesso, la relazione verte sulla critica come esercizio di autorilettura da parte di poeti novecenteschi come Auden e Brodskij, in particolare nel loro comune rapporto con Robert Frost. Il confine tra critica e poetica si fa dunque sempre più labile, fornendo al lettore indicazioni e dichiarazioni preziose non solo per il poeta trattato, ma anche per quello che si analizza per interposta persona. Ulteriori osservazioni vertono, in chiave teorica, sulla definizione del saggio tra genere e forma.
DEIDIER R (2007). Il poeta che legge se stesso. In Il saggio critico. Spunti, proposte, riletture (pp.95-106). PALERMO : duepunti.
Il poeta che legge se stesso
DEIDIER, Roberto
2007-01-01
Abstract
A partire dalla concezione baudelairiana del poeta speculare a se stesso, la relazione verte sulla critica come esercizio di autorilettura da parte di poeti novecenteschi come Auden e Brodskij, in particolare nel loro comune rapporto con Robert Frost. Il confine tra critica e poetica si fa dunque sempre più labile, fornendo al lettore indicazioni e dichiarazioni preziose non solo per il poeta trattato, ma anche per quello che si analizza per interposta persona. Ulteriori osservazioni vertono, in chiave teorica, sulla definizione del saggio tra genere e forma.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.