The book collects seven portfolios created by Michele Di Donato between 2010 and 2016. Fautographie is not only the title of the book, but it is a key word that explains the artist's poetics: Di Donato is a "faut-ographo" (from the French ‘faute’), a photographer of error, of risk. He loves to voluntarily drop the photograph into error because it allows him to explore its boundaries. In this way the images produce mysterious entities that surpass the medium itself to allude and reach other possible worlds.

Il libro raccoglie sette portfolio realizzati da Michele Di Donato tra il 2010 e il 2016. In questi lavori Di Donato restituisce diverse “realtà”: da quelle del surreale legate al disordine dei pensieri di chi dorme, a quelle del fantastico e della silenziosa metafisica della notte; dalle condizioni dello spazio moderno transitorio, anonimo e solitario alle percezioni di luoghi tanto indistinti da potersi immedesimare in qualsiasi possibilità paesaggistica fino a raggiungere le dimensioni di un déjà-vu o di un posto futuribile di una quinta teatrale; e ancora, le realtà identitarie dei luoghi e delle genti di Sicilia come dei fermo immagine della storia, ancore visuali, vecchie cartoline che riecheggiano un’identica tradizione bloccata nello scorrere inesorabile del tempo a cui appartengono anche i bambini che, liberi nello spazio nei loro giochi, sono coloro che coltivano e praticano autenticamente le vie dell’immaginazione. I lavori sono tutti incentrati sulla percezione e sull'immaginazione dello spazio e dell'uomo nella contemporaneità. Fondamentali per la comprensione delle immagini contenute nel volume risultano i concetti antropologici di identità, alterità, spazio, altrove. Fautographie, oltre ad essere il titolo del libro, è parola chiave che spiega la poetica dell'artista: Di Donato è un “faut-ographo” (dal francese ‘faute’), un fotografo dell’errore, del rischio. Egli ama far cadere volontariamente la fotografia nell’errore perché ciò gli permette di esplorarne i confini. In questo modo le immagini producono entità misteriose che superano il medium stesso per alludere e raggiungere altri mondi possibili.

Di Maggio, F. (2018). Fautographie.

Fautographie

DI MAGGIO, Fabiola
2018-01-01

Abstract

The book collects seven portfolios created by Michele Di Donato between 2010 and 2016. Fautographie is not only the title of the book, but it is a key word that explains the artist's poetics: Di Donato is a "faut-ographo" (from the French ‘faute’), a photographer of error, of risk. He loves to voluntarily drop the photograph into error because it allows him to explore its boundaries. In this way the images produce mysterious entities that surpass the medium itself to allude and reach other possible worlds.
2018
Il libro raccoglie sette portfolio realizzati da Michele Di Donato tra il 2010 e il 2016. In questi lavori Di Donato restituisce diverse “realtà”: da quelle del surreale legate al disordine dei pensieri di chi dorme, a quelle del fantastico e della silenziosa metafisica della notte; dalle condizioni dello spazio moderno transitorio, anonimo e solitario alle percezioni di luoghi tanto indistinti da potersi immedesimare in qualsiasi possibilità paesaggistica fino a raggiungere le dimensioni di un déjà-vu o di un posto futuribile di una quinta teatrale; e ancora, le realtà identitarie dei luoghi e delle genti di Sicilia come dei fermo immagine della storia, ancore visuali, vecchie cartoline che riecheggiano un’identica tradizione bloccata nello scorrere inesorabile del tempo a cui appartengono anche i bambini che, liberi nello spazio nei loro giochi, sono coloro che coltivano e praticano autenticamente le vie dell’immaginazione. I lavori sono tutti incentrati sulla percezione e sull'immaginazione dello spazio e dell'uomo nella contemporaneità. Fondamentali per la comprensione delle immagini contenute nel volume risultano i concetti antropologici di identità, alterità, spazio, altrove. Fautographie, oltre ad essere il titolo del libro, è parola chiave che spiega la poetica dell'artista: Di Donato è un “faut-ographo” (dal francese ‘faute’), un fotografo dell’errore, del rischio. Egli ama far cadere volontariamente la fotografia nell’errore perché ciò gli permette di esplorarne i confini. In questo modo le immagini producono entità misteriose che superano il medium stesso per alludere e raggiungere altri mondi possibili.
Photography, contemporary anthropology, space, imaginary, imagination
Fotografia; antropologia della contemporaneità; spazio; immaginario; immaginazione
978-1-38-946725-7
Di Maggio, F. (2018). Fautographie.
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