La determinazione del concetto di essenza ha trovato nel testo di Metafisica Z l’espressione della sua aporeticità proprio attraverso l’espressione stessa del concetto: ritornare al testo aristotelico però risulta propriamente diaporein sull’aristotelismo o più esattamente sui molti aristotelismi che sulla riduzione dell’espressione aristotelica ad essenza hanno fondato la metafisica come sistema di ontologia usiologica fino all’essenzialismo più immediato. Il riferimento critico è orientato per un verso alla significazione della formula aristotelica to ti en einai, di per sé complessa e aporetica, in quanto espressione tentativa dell’aporeticità del concetto; e per altro verso alla sua essenzializzazione ovvero alla sua riduzione semantica ad essenza, cioè alla sua riduzione concettuale o concettualizzazione per assunzione tetica. Il to ti en einai è, infatti, storicamente dato a fondamento come la tesi del concetto di essenza: se a determinare tale tesi essenzialista abbia contribuito e in quale misura tra i molti commentari al testo aristotelico il tafsir di Averroè, questo è qui posto in discussione secondo i limiti segnati dal riferimento agli elementi fondamentalmente strutturali e concettuali di Z 4 e del relativo tafsir di A-verroè. L’essenza per riuscire ad esprimere il “che cos’è” della cosa deve prendere in considerazione della cosa solamente il ‘per sé’ in modo assoluto: la domanda espressa da to ti en einai significa la necessità di privare il soggetto, che la cosa è rispetto alla capacità di determinazione del discorso che pone la domanda, di ogni determinazione relativamente accidentale, mantenendo solamente le determinazioni essenziali, cioè quelle immanenti all’essenza e quelle in cui è immanente l’essenza. Alla domanda di to ti en einai corrisponde, dunque, un atto di privazione che il logos è chiamato ad esercitare nei confronti della cosa determinata logikòs: questo atto ha avuto inizio mediante la determinazione del concetto di ‘per sé’, ma sarà necessario d’ora in poi, secondo il dettato aristotelico, tentare la determinazione anche del concetto di definizione (orismòs), perché è nella definizione che il logos trova il modo di esprimere il to ti en einai di una cosa, includendone tutti gli elementi ad esclusione di quegli elementi ad esso [=to ti en einai] estrinseci.

ROCCARO, G. (2004). Il concetto di essenza nel Tafsir di Averroè a Metafisica Z4 di Aristotele. Essenza e per sé. In Averroes and the Aristotelian heritage (pp.73-102).

Il concetto di essenza nel Tafsir di Averroè a Metafisica Z4 di Aristotele. Essenza e per sé

ROCCARO, Giuseppe
2004-01-01

Abstract

La determinazione del concetto di essenza ha trovato nel testo di Metafisica Z l’espressione della sua aporeticità proprio attraverso l’espressione stessa del concetto: ritornare al testo aristotelico però risulta propriamente diaporein sull’aristotelismo o più esattamente sui molti aristotelismi che sulla riduzione dell’espressione aristotelica ad essenza hanno fondato la metafisica come sistema di ontologia usiologica fino all’essenzialismo più immediato. Il riferimento critico è orientato per un verso alla significazione della formula aristotelica to ti en einai, di per sé complessa e aporetica, in quanto espressione tentativa dell’aporeticità del concetto; e per altro verso alla sua essenzializzazione ovvero alla sua riduzione semantica ad essenza, cioè alla sua riduzione concettuale o concettualizzazione per assunzione tetica. Il to ti en einai è, infatti, storicamente dato a fondamento come la tesi del concetto di essenza: se a determinare tale tesi essenzialista abbia contribuito e in quale misura tra i molti commentari al testo aristotelico il tafsir di Averroè, questo è qui posto in discussione secondo i limiti segnati dal riferimento agli elementi fondamentalmente strutturali e concettuali di Z 4 e del relativo tafsir di A-verroè. L’essenza per riuscire ad esprimere il “che cos’è” della cosa deve prendere in considerazione della cosa solamente il ‘per sé’ in modo assoluto: la domanda espressa da to ti en einai significa la necessità di privare il soggetto, che la cosa è rispetto alla capacità di determinazione del discorso che pone la domanda, di ogni determinazione relativamente accidentale, mantenendo solamente le determinazioni essenziali, cioè quelle immanenti all’essenza e quelle in cui è immanente l’essenza. Alla domanda di to ti en einai corrisponde, dunque, un atto di privazione che il logos è chiamato ad esercitare nei confronti della cosa determinata logikòs: questo atto ha avuto inizio mediante la determinazione del concetto di ‘per sé’, ma sarà necessario d’ora in poi, secondo il dettato aristotelico, tentare la determinazione anche del concetto di definizione (orismòs), perché è nella definizione che il logos trova il modo di esprimere il to ti en einai di una cosa, includendone tutti gli elementi ad esclusione di quegli elementi ad esso [=to ti en einai] estrinseci.
Averroes and the Aristotelian heritage
2004
Pubblicato da Istituto Orientale di Napoli Guida
ROCCARO, G. (2004). Il concetto di essenza nel Tafsir di Averroè a Metafisica Z4 di Aristotele. Essenza e per sé. In Averroes and the Aristotelian heritage (pp.73-102).
Proceedings (atti dei congressi)
ROCCARO, G
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