La monografia si basa su una completa e inedita rivisitazione critica della grande stagione degli apparati decorativi in marmi policromi, da considerare uno dei fenomeni artistici più pregnanti e originali del Seicento siciliano, per lungo tempo storiograficamente trascurato come declinazione popolaresca di affini esperienza napoletane. Lo studio svolto, supportato da un'attenta rilettura delle fonti documentarie, tende quindi, innanzi tutto, a ricollocare l'uso di questa raffinata tecnica di decorazione architettonica in un ambito elitario della committenza religiosa e di alta produzione artistica. Vengono poi poste in evidenza le diverse fasi di sviluppo dell'intera vicenda - dagli esordi tardo-cinquecenteschi fino agli ultimi episodi della prima metà del Settecento - consentendo un'efficace lettura di come le esperienze siciliane acquisirono progressivi gradi di libertà fino a giungere ad esiti del tutto indipendenti da parallele vicende italiane. Nel corso di tale escurs storico, vengono individuati i principali protagonisti, committenti e artefici, avendo cura in quest'ultimo caso di distinguere autori ed esecutori (spesso confusi nei precedenti studi dedicati al tema) e, per le opere più impegnative, le diverse fasi progettuali e di realizzazione. Altrettanto inedito risulta lo studio e l'individuazione delle fonti di ispirazione dei repertori decorativi, individuati in molti casi nella produzione incisoria italiana ed europea dei secoli XVI e XVII.
PIAZZA, S. (2007). I colori del barocco. Architettura e decorazione in marmi policromi nella Sicilia del Seicento. PALERMO : Flaccovio Editore.
I colori del barocco. Architettura e decorazione in marmi policromi nella Sicilia del Seicento
PIAZZA, Stefano
2007-01-01
Abstract
La monografia si basa su una completa e inedita rivisitazione critica della grande stagione degli apparati decorativi in marmi policromi, da considerare uno dei fenomeni artistici più pregnanti e originali del Seicento siciliano, per lungo tempo storiograficamente trascurato come declinazione popolaresca di affini esperienza napoletane. Lo studio svolto, supportato da un'attenta rilettura delle fonti documentarie, tende quindi, innanzi tutto, a ricollocare l'uso di questa raffinata tecnica di decorazione architettonica in un ambito elitario della committenza religiosa e di alta produzione artistica. Vengono poi poste in evidenza le diverse fasi di sviluppo dell'intera vicenda - dagli esordi tardo-cinquecenteschi fino agli ultimi episodi della prima metà del Settecento - consentendo un'efficace lettura di come le esperienze siciliane acquisirono progressivi gradi di libertà fino a giungere ad esiti del tutto indipendenti da parallele vicende italiane. Nel corso di tale escurs storico, vengono individuati i principali protagonisti, committenti e artefici, avendo cura in quest'ultimo caso di distinguere autori ed esecutori (spesso confusi nei precedenti studi dedicati al tema) e, per le opere più impegnative, le diverse fasi progettuali e di realizzazione. Altrettanto inedito risulta lo studio e l'individuazione delle fonti di ispirazione dei repertori decorativi, individuati in molti casi nella produzione incisoria italiana ed europea dei secoli XVI e XVII.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.