The main object of this work is video projection mapping, an augmented reality application that uses digital video projection techniques not on a traditional screens but on the reality, on physical objects, to which it adapts, hybridizing the physical level and the digital one. Video projection mapping is not just a technological gadget of our times as it is often considered; when it hybridizes itself with other media, like performing arts, it becomes a metaphorical language, going beyond its technological level to produce meanings, to mediate ideas. Considering its use in the specific field of performing arts, we can be observed that on the one hand it is the last stagecraft machine of vision, from the other it summarises all the expressive possibilities of the stagecraft machines that preceded it. In fact, video projection mapping is image but at the same time it is light and in combination with other elements it creates new performative spaces, new augmented spaces. The ultimate goal will be therefore to provide a wide-ranging analysis on a new technology and then enter into a specific field, performing arts, which is able to highlight its potential.

L’oggetto principale della dissertazione è il video projection mapping, un’applicazione di realtà aumentata che utilizza le tecniche di videoproiezione digitale non su tradizionali schermi di proiezione ma sulla realtà stessa, sugli oggetti fisici, ai quali si adatta e si lega in maniera inestricabile, ibridando il livello fisico-reale e il livello digitale. Al contrario di come spesso è stato considerato, il video projection mapping non è solo un gadget tecnologico dei nostri tempi; quando si ibrida con altri media, come le arti performative, diviene linguaggio metaforico, oltrepassando il suo livello tecnologico per produrre significati, per mediare idee. Considerando il suo uso nello specifico campo delle arti performative si può osservare come si presenti da un lato come l’ultima delle macchine scenotecniche della visione, dall’altro come un condensato di tutte le possibilità espressive dei media scenotecnici che lo hanno preceduto. Il video projection mapping, infatti, è immagine, allo stesso tempo è luce e in combinazione con altri elementi costruisce nuovi spazi performativi, nuovi spazi aumentati. Scopo finale sarà dunque quello di fornire un’analisi ad ampio raggio su una nuova tecnologia ed entrare poi in uno specifico ambito di applicazione, le arti performative, che riesce a metterne in risalto le potenzialità insite.

Video projection mapping e arti performative. Una nuova macchina scenotecnica della visione per generare nuovi spazi aumentati.

Video projection mapping e arti performative. Una nuova macchina scenotecnica della visione per generare nuovi spazi aumentati

Sansone, Vincenzo

Abstract

The main object of this work is video projection mapping, an augmented reality application that uses digital video projection techniques not on a traditional screens but on the reality, on physical objects, to which it adapts, hybridizing the physical level and the digital one. Video projection mapping is not just a technological gadget of our times as it is often considered; when it hybridizes itself with other media, like performing arts, it becomes a metaphorical language, going beyond its technological level to produce meanings, to mediate ideas. Considering its use in the specific field of performing arts, we can be observed that on the one hand it is the last stagecraft machine of vision, from the other it summarises all the expressive possibilities of the stagecraft machines that preceded it. In fact, video projection mapping is image but at the same time it is light and in combination with other elements it creates new performative spaces, new augmented spaces. The ultimate goal will be therefore to provide a wide-ranging analysis on a new technology and then enter into a specific field, performing arts, which is able to highlight its potential.
L’oggetto principale della dissertazione è il video projection mapping, un’applicazione di realtà aumentata che utilizza le tecniche di videoproiezione digitale non su tradizionali schermi di proiezione ma sulla realtà stessa, sugli oggetti fisici, ai quali si adatta e si lega in maniera inestricabile, ibridando il livello fisico-reale e il livello digitale. Al contrario di come spesso è stato considerato, il video projection mapping non è solo un gadget tecnologico dei nostri tempi; quando si ibrida con altri media, come le arti performative, diviene linguaggio metaforico, oltrepassando il suo livello tecnologico per produrre significati, per mediare idee. Considerando il suo uso nello specifico campo delle arti performative si può osservare come si presenti da un lato come l’ultima delle macchine scenotecniche della visione, dall’altro come un condensato di tutte le possibilità espressive dei media scenotecnici che lo hanno preceduto. Il video projection mapping, infatti, è immagine, allo stesso tempo è luce e in combinazione con altri elementi costruisce nuovi spazi performativi, nuovi spazi aumentati. Scopo finale sarà dunque quello di fornire un’analisi ad ampio raggio su una nuova tecnologia ed entrare poi in uno specifico ambito di applicazione, le arti performative, che riesce a metterne in risalto le potenzialità insite.
video projection mapping; performing arts; augmented space; digital technologies; augmented reality; virtual reality; theatre; dance; opera; architectural mapping;
video projection mapping; arti performative; spazio aumentato; tecnologie digitali; realtà aumentata; realtà virtuale: teatro; danza; opera; architectural mapping;
Video projection mapping e arti performative. Una nuova macchina scenotecnica della visione per generare nuovi spazi aumentati.
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