Fra gli ostacoli che impediscono lo sviluppo del Mezzogiorno la presenza endemica delle organizzazioni criminali di stampo mafioso è uno dei più rilevanti. La mafia, che viene qui vista come un'organizzazione professionale, si è peraltro trasformata, anche sotto l'incalzare delle politiche antimafia. Paradossalmente, tuttavia, l'efficacia di tali politiche è stata spesso sottovalutata, generando così l'erronea sensazione che la mafia sia pressoché invincibile. Per altro verso, la mobilitazione della cittadinanza avutasi negli anni novanta è stata forte e visibile, ma il presunto risveglio della società civile è stato effimero, anche perché legato alle strategie di singoli imprenditori politici. Si è parlato molto di assenza di una cultura della legalità, riferendosi soprattutto al diritto penale. Una categoria meglio in grado di spiegare il ritardo di sviluppo è invece quella di "legalità debole": al Sud molte istituzioni pubbliche sono poco credibili come produttrici e applicatrici di regole di condotta tali da costituire premesse affidabili dei calcoli di convenienza degli operatori economici. Oltre che favorire le organizzazioni criminali, ciò costituisce un formidabile disincentivo allo svolgimento e prima ancora alla localizzazione delle attività produttive. Il primo capitolo è dedicato all’analisi della mafia come organizzazione. Il secondo è la traduzione italiana del contributo di La Spina (per tale ragione non incluso tra i prodotti ai fini della presente valutazione) al volume “Organized Crime in Europe” (a cura di Fijnaut e Paoli, Springer, 2004) e tratta le politiche antimafia italiane, rilevandone un “paradosso dell'efficacia” e tratteggiandone una valutazione. Il terzo è dedicato agli atteggiamenti verso la mafia rinvenibili nella società civile, e si sofferma sull'associazionismo, sull'imprenditoria, sui movimenti, sugli enti locali. Il quarto delinea gli elementi costitutivi della “legalità debole” e le sue conseguenze sull'economia meridionale. Il quinto, infine, si sofferma sul ruolo dei condizionamenti culturali, su due possibili e ben differenti significati del concetto di capitale sociale, sugli ostacoli alla modernizzazione che derivano dalla presenza o assenza di ciascuno dei tipi di capitale sociale.
LA SPINA, A. (2005). Mafia, legalità debole e sviluppo del Mezzogiorno. IL MULINO : Bologna.
Mafia, legalità debole e sviluppo del Mezzogiorno
LA SPINA, Antonio
2005-01-01
Abstract
Fra gli ostacoli che impediscono lo sviluppo del Mezzogiorno la presenza endemica delle organizzazioni criminali di stampo mafioso è uno dei più rilevanti. La mafia, che viene qui vista come un'organizzazione professionale, si è peraltro trasformata, anche sotto l'incalzare delle politiche antimafia. Paradossalmente, tuttavia, l'efficacia di tali politiche è stata spesso sottovalutata, generando così l'erronea sensazione che la mafia sia pressoché invincibile. Per altro verso, la mobilitazione della cittadinanza avutasi negli anni novanta è stata forte e visibile, ma il presunto risveglio della società civile è stato effimero, anche perché legato alle strategie di singoli imprenditori politici. Si è parlato molto di assenza di una cultura della legalità, riferendosi soprattutto al diritto penale. Una categoria meglio in grado di spiegare il ritardo di sviluppo è invece quella di "legalità debole": al Sud molte istituzioni pubbliche sono poco credibili come produttrici e applicatrici di regole di condotta tali da costituire premesse affidabili dei calcoli di convenienza degli operatori economici. Oltre che favorire le organizzazioni criminali, ciò costituisce un formidabile disincentivo allo svolgimento e prima ancora alla localizzazione delle attività produttive. Il primo capitolo è dedicato all’analisi della mafia come organizzazione. Il secondo è la traduzione italiana del contributo di La Spina (per tale ragione non incluso tra i prodotti ai fini della presente valutazione) al volume “Organized Crime in Europe” (a cura di Fijnaut e Paoli, Springer, 2004) e tratta le politiche antimafia italiane, rilevandone un “paradosso dell'efficacia” e tratteggiandone una valutazione. Il terzo è dedicato agli atteggiamenti verso la mafia rinvenibili nella società civile, e si sofferma sull'associazionismo, sull'imprenditoria, sui movimenti, sugli enti locali. Il quarto delinea gli elementi costitutivi della “legalità debole” e le sue conseguenze sull'economia meridionale. Il quinto, infine, si sofferma sul ruolo dei condizionamenti culturali, su due possibili e ben differenti significati del concetto di capitale sociale, sugli ostacoli alla modernizzazione che derivano dalla presenza o assenza di ciascuno dei tipi di capitale sociale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.