Il rapporto tra l’addestramento universitario e la professione dell’architetto e il consolidamento di un numero adeguato di iscritti non può dipendere solo da un’offerta formativa migliore o più attraente come spesso si sente dire. In realtà, la mancanza di lavoro e il decremento del numero degli studenti originano da più cause dipendenti, in parte, da fatti strutturali; in parte, dal fatto che, forse, gli studi di Architettura dimostrano una certa obsolescenza. C’è, in realtà, una tendenza generale in tutta Italia a non proseguire oltre gli studi medi per una minore capacità economica delle famiglie; e, laddove possibile, a studiare presso università straniere. Il maggior decremento di iscritti si registra, comunque, in ambito giuridico e architettonico probabilmente per saturazione del mercato. A ciò si aggiunge, ancora, una distribuzione del lavoro che risente di un fenomeno, anch’esso tutto italiano, relativo allo stato giuridico dell’architetto professionista, al quale non è riconosciuta l’esclusiva competenza nel suo ambito di lavoro. Anzi, ai laureati magistrali in Architettura sono preferite figure professionali non altrettanto qualificate (e semplicemente diplomate) che offrirebbero una maggiore disponibilità a un’utenza relativamente poco interessata alla qualità delle prestazioni. Di contro gli attuali manifesti degli studi sono, invece, irrigiditi su una figura professionale largamente minoritaria.
Aprile, M. (2016). Architettura e professione. In Per la qualità della formazione in Architettura (pp.162-163). Associazione ProArch.
Architettura e professione
APRILE, Marcella
2016-01-01
Abstract
Il rapporto tra l’addestramento universitario e la professione dell’architetto e il consolidamento di un numero adeguato di iscritti non può dipendere solo da un’offerta formativa migliore o più attraente come spesso si sente dire. In realtà, la mancanza di lavoro e il decremento del numero degli studenti originano da più cause dipendenti, in parte, da fatti strutturali; in parte, dal fatto che, forse, gli studi di Architettura dimostrano una certa obsolescenza. C’è, in realtà, una tendenza generale in tutta Italia a non proseguire oltre gli studi medi per una minore capacità economica delle famiglie; e, laddove possibile, a studiare presso università straniere. Il maggior decremento di iscritti si registra, comunque, in ambito giuridico e architettonico probabilmente per saturazione del mercato. A ciò si aggiunge, ancora, una distribuzione del lavoro che risente di un fenomeno, anch’esso tutto italiano, relativo allo stato giuridico dell’architetto professionista, al quale non è riconosciuta l’esclusiva competenza nel suo ambito di lavoro. Anzi, ai laureati magistrali in Architettura sono preferite figure professionali non altrettanto qualificate (e semplicemente diplomate) che offrirebbero una maggiore disponibilità a un’utenza relativamente poco interessata alla qualità delle prestazioni. Di contro gli attuali manifesti degli studi sono, invece, irrigiditi su una figura professionale largamente minoritaria.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Atti V Forum ProArch_Palermo.pdf
accesso aperto
Dimensione
8.7 MB
Formato
Adobe PDF
|
8.7 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.