La riforma universitaria entrata in vigore nell’a.a. 2001/02 ha portato sostanziali cambiamenti nel sistema accademico. Tra questi, l’introduzione dei crediti formativi ha avuto l’obiettivo di riformulare il criterio di valutazione della performance dello studente con l’auspicio, anche, della riduzione dei tempi impiegati per conseguire il titolo. Dopo circa sei anni ci si comincia ad interrogare sull’impatto che tale riforma ha avuto e a valutarne l’efficacia. Gli aspetti da dover tenere in considerazione sono molteplici e il presente lavoro ha voluto focalizzare l’attenzione sulla performance universitaria degli studenti e le sue determinanti. Prendendo in considerazione la coorte di immatricolati nel 2001/02 presso una Facoltà dell’area umanistica dell’Università degli Studi di Palermo, seguita per quattro anni, si è valutata la performance secondo due diversi approcci. Il primo, mutuando il concetto di sofferenza creditizia dall’ambito economico a quello formativo, considera la performance alla fine del periodo di osservazione in base al numero di anni in cui lo studente è risultato “sofferente”. Il secondo approccio stabilisce un diretto legame tra performance e numero di crediti acquisiti alla conclusione dei quattro anni considerati. Entrambi gli approcci mirano a indagare le caratteristiche degli studenti che possono influenzarne la performance tramite un modello logit ordinale, nel primo caso, e un modello Zero-Inflated, nel secondo. Quest’ultimo è stato adottato per tenere sotto controllo l’elevato numero di zero CFU presenti nel data set. In base alle stime ottenute con entrambi i modelli, si sono altresì individuati dei profili di studenti a cui corrispondono, verosimilmente, la migliore e la peggiore situazione di performance.
BOSCAINO G, CAPURSI V, GIAMBONA F (2007). LA "SOFFERENZA FORMATIVA": UN'ANALISI PER COORTE DI IMMATRICOLATI [Altro].
LA "SOFFERENZA FORMATIVA": UN'ANALISI PER COORTE DI IMMATRICOLATI
BOSCAINO, Giovanni
;CAPURSI, Vincenza;GIAMBONA, Francesca
2007-01-01
Abstract
La riforma universitaria entrata in vigore nell’a.a. 2001/02 ha portato sostanziali cambiamenti nel sistema accademico. Tra questi, l’introduzione dei crediti formativi ha avuto l’obiettivo di riformulare il criterio di valutazione della performance dello studente con l’auspicio, anche, della riduzione dei tempi impiegati per conseguire il titolo. Dopo circa sei anni ci si comincia ad interrogare sull’impatto che tale riforma ha avuto e a valutarne l’efficacia. Gli aspetti da dover tenere in considerazione sono molteplici e il presente lavoro ha voluto focalizzare l’attenzione sulla performance universitaria degli studenti e le sue determinanti. Prendendo in considerazione la coorte di immatricolati nel 2001/02 presso una Facoltà dell’area umanistica dell’Università degli Studi di Palermo, seguita per quattro anni, si è valutata la performance secondo due diversi approcci. Il primo, mutuando il concetto di sofferenza creditizia dall’ambito economico a quello formativo, considera la performance alla fine del periodo di osservazione in base al numero di anni in cui lo studente è risultato “sofferente”. Il secondo approccio stabilisce un diretto legame tra performance e numero di crediti acquisiti alla conclusione dei quattro anni considerati. Entrambi gli approcci mirano a indagare le caratteristiche degli studenti che possono influenzarne la performance tramite un modello logit ordinale, nel primo caso, e un modello Zero-Inflated, nel secondo. Quest’ultimo è stato adottato per tenere sotto controllo l’elevato numero di zero CFU presenti nel data set. In base alle stime ottenute con entrambi i modelli, si sono altresì individuati dei profili di studenti a cui corrispondono, verosimilmente, la migliore e la peggiore situazione di performance.File | Dimensione | Formato | |
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