La catastrofe delle Twin Towers ha inferto un’accelerazione espansiva a quella “teoria della complessità” che, provenendo dalle diverse scienze (Prigogine, Lyotard, Baudrillard, Deleuze, Lacan, etc.) e dalle tecnologie informatiche (McLuhan, Mandelbrot, Thom, Maldonato, etc.) alla fine del secondo millennio aveva già investito le arti e tutte le “pratiche dell’immaginario”. Attorno al crinale atroce dello 11 settembre 2001 e dello “skyline d’occidente” sconvolto, assume nuova emblematicità l’immaginario espanso e conflagrato di architetti “telematici” come Frank Gehry, Daniel Libeskind, i giovani leader della cyber-architecture; di artisti della metamorfosi corporea come Tony Oursler; Orlan, Stelarc, Matthew Barbney; di performer tecnologici come Nam Jun Paik, Laurie Anderson, Mariko Mori, nonché tutto l’orizzonte della multimedialità nelle arti e nello spettacolo. Nel testo vengono analizzati i percorsi complessi di questi nuovi nomadi dell’immaginario, dotati di un deleuziano “corpo senza organi”, nelle cui operatività parla il linguaggio plurale e post-freudiano della non-identità che caratterizza “deserti metropolitani” cone Los Angeles, Manhattan, Londra, Shangai, Las Vegas, e pone i germi di una civiltà post-umana a venire.

TOMASINO, R. (2004). I cavalieri del caos. PALERMO : L'Epos.

I cavalieri del caos

TOMASINO, Renato
2004-01-01

Abstract

La catastrofe delle Twin Towers ha inferto un’accelerazione espansiva a quella “teoria della complessità” che, provenendo dalle diverse scienze (Prigogine, Lyotard, Baudrillard, Deleuze, Lacan, etc.) e dalle tecnologie informatiche (McLuhan, Mandelbrot, Thom, Maldonato, etc.) alla fine del secondo millennio aveva già investito le arti e tutte le “pratiche dell’immaginario”. Attorno al crinale atroce dello 11 settembre 2001 e dello “skyline d’occidente” sconvolto, assume nuova emblematicità l’immaginario espanso e conflagrato di architetti “telematici” come Frank Gehry, Daniel Libeskind, i giovani leader della cyber-architecture; di artisti della metamorfosi corporea come Tony Oursler; Orlan, Stelarc, Matthew Barbney; di performer tecnologici come Nam Jun Paik, Laurie Anderson, Mariko Mori, nonché tutto l’orizzonte della multimedialità nelle arti e nello spettacolo. Nel testo vengono analizzati i percorsi complessi di questi nuovi nomadi dell’immaginario, dotati di un deleuziano “corpo senza organi”, nelle cui operatività parla il linguaggio plurale e post-freudiano della non-identità che caratterizza “deserti metropolitani” cone Los Angeles, Manhattan, Londra, Shangai, Las Vegas, e pone i germi di una civiltà post-umana a venire.
2004
88-8302-243-2
TOMASINO, R. (2004). I cavalieri del caos. PALERMO : L'Epos.
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