DESIGNING THE NEW LANDSCAPES BETWEEN MIGRATION AND PERMANENCE. INTERNATIONAL ITINERANT DESIGN SEMINAR VILLARD: PROJECTS FOR STRATEGIC TERRITORIES

Nowadays, the emergency conditions investing places concerned by the migratory flows crossing the Mediterranean, intercept small and wide urban areas. These are often already territorially compromised, both economically and as part of urban regeneration plans. On them bears the burden of a constant state of "crossing". This phenomenon involves numerical quantities that are not able or do not have time to be absorbed. These areas become, therefore, places of transit in constant state of density and, paradoxically, of abandonment. But if art, in its various forms, is building a memory of the events, to architecture is given the task of re-building lives and places: lives that can be recognized into the Mediterranean landscape and places that can find, in an external not individually planned event, the occasion of a possible resilience. In this sense, recovery hypothesis related to unsolved spaces, as well as disused or underutilized buildings and the opportunity to solve problems related to the current situation, can trigger urban regeneration processes as well as more complex routes linked to the Mediterranean economy and culture and they respond at once to the more general theme of contemporary living in the relationship between landscape and architecture. The research project addressed by the International seminar Villard in its last two editions (XVI-XVII), has investigated two Mediterranean settlement conditions, profoundly different by size, role and character: Pozzallo, Sicily landing site in the far south, distressed and crossing place; Naples example of a layered form of cultural contamination, "porous city" that tends to absorb conflicts and contradictions that remain latent, not managed, but which, however, does not create fences, at least not visible ones. Two urban and port realities always been "strategic areas" of "landing". Both starting points of new experiments linked to housing and urban regeneration, that the current global condition requires.

Al giorno d'oggi, le condizioni di emergenza che investono i luoghi interessati dai flussi migratori che attraversano il Mediterraneo intercettano piccole e grandi aree urbane. Queste sono spesso già territorialmente compromesse, sia da un punto di vista economico, sia in quanto parte di piani di rigenerazione urbana. Su di esse grava il peso di un costante stato di "attraversamento". Questo fenomeno comporta quantità numeriche che non possono o non hanno il tempo di essere assorbite. Queste aree diventano, quindi, luoghi di transito in costante stato di concentrazione e, paradossalmente, di abbandono. Ma se l'arte, nelle sue svariate forme, sta costruendo una memoria degli eventi, all'architettura è affidato il compito di ricostruire vite e luoghi: vite che possono essere riconosciute nel paesaggio mediterraneo e luoghi che possono trovare, in un evento esterno non individualmente pianificato, l’occasione di una possibile resilienza. In questo senso, le ipotesi di recupero relative a spazi irrisolti, nonché a edifici dismessi o sottoutilizzati e la possibilità di risolvere i problemi legati alla situazione attuale, possono innescare processi di rigenerazione urbana nonché percorsi più complessi legati all'economia e alla cultura mediterranea e rispondono a un tempo al tema più generale dell’abitare contemporaneo nel rapporto tra paesaggio e architettura. Il progetto di ricerca oggetto del seminario internazionale Villard nelle sue ultime due edizioni (XVI-XVII), ha indagato due condizioni insediative nell’area mediterranea, profondamente diverse per dimensione, ruolo e carattere: Pozzallo sito di sbarco in Sicilia, nell'estremo sud luogo in difficoltà e luogo di incontro e Napoli, esempio di una forma stratificata di contaminazione culturale, "città porosa" che tende ad assorbire conflitti e contraddizioni che rimangono latenti, non gestiti, ma che, comunque, non creano barriere, almeno non quelle visibili. Due realtà urbane e portuali che sono sempre state "aree strategiche" di "sbarco". Entrambi punti di partenza di nuovi esperimenti legati all’ abitare e alla riqualificazione urbana, che l'attuale condizione globale richiede.