Nella storia della città lo spazio pubblico e le attrezzature collettive rappresentano da sempre luoghi di coesione, interscambio, relazione, condivisione e cooperazione per l’uomo, il quale manifesta il bisogno di abitare un luogo in cui possa relazionarsi con gli altri, formando una comunità ed una vita pubblica. Gli spazi collettivi rappresentano pertanto un beneficio per la comunità, in quanto diaframmi tra la sfera pubblica e la sfera privata, luoghi di uguaglianza e di democrazia, ove si alimenta il 'capitale sociale' e si annulla l’esclusione sociale e spaziale, a favore di un interscambio socio-culturale tra individui diversi. Nelle città globalizzate la disuguaglianza nella distribuzione del capitale sociale, economico e spaziale si manifesta nell’assenza di punti di unione e di coincidenza tra parti della 'città ricca' e parti della 'città povera'. Le straordinarie iniziative promosse a livello nazionale per il 'rammendo delle città' a partire dalle periferie, e le trasformazioni sociali e territoriali conquistate, in ambito internazionale, da alcune emblematiche città, sono un notevole esempio di strategie politiche e progettuali innovative, risultato delle azioni congiunte tra forza politica e cittadinanza. Tali strategie fondano le proprie radici sul riconoscimento del ruolo sociale ed urbano degli spazi collettivi, e delle aree 'più fragili' ai margini della città globalizzata, concepiti quali elementi ristrutturanti la trama urbana. È con la costruzione di nuovi spazi collettivi, infatti, che si può dar inizio alla rigenerazione urbana e sociale, garantendo il raggiungimento del maggior bene comune ed il 'diritto alla città'.
La Manna, L. (2015). La produzione dello spazio democratico per il soddisfacimento del bene comune. In TRAMA PUBBLICA E GIUSTIZIA SPAZIALE (pp.976-982). Roma-Milano : Planum Editore.
La produzione dello spazio democratico per il soddisfacimento del bene comune
La Manna, Lynda
2015-01-01
Abstract
Nella storia della città lo spazio pubblico e le attrezzature collettive rappresentano da sempre luoghi di coesione, interscambio, relazione, condivisione e cooperazione per l’uomo, il quale manifesta il bisogno di abitare un luogo in cui possa relazionarsi con gli altri, formando una comunità ed una vita pubblica. Gli spazi collettivi rappresentano pertanto un beneficio per la comunità, in quanto diaframmi tra la sfera pubblica e la sfera privata, luoghi di uguaglianza e di democrazia, ove si alimenta il 'capitale sociale' e si annulla l’esclusione sociale e spaziale, a favore di un interscambio socio-culturale tra individui diversi. Nelle città globalizzate la disuguaglianza nella distribuzione del capitale sociale, economico e spaziale si manifesta nell’assenza di punti di unione e di coincidenza tra parti della 'città ricca' e parti della 'città povera'. Le straordinarie iniziative promosse a livello nazionale per il 'rammendo delle città' a partire dalle periferie, e le trasformazioni sociali e territoriali conquistate, in ambito internazionale, da alcune emblematiche città, sono un notevole esempio di strategie politiche e progettuali innovative, risultato delle azioni congiunte tra forza politica e cittadinanza. Tali strategie fondano le proprie radici sul riconoscimento del ruolo sociale ed urbano degli spazi collettivi, e delle aree 'più fragili' ai margini della città globalizzata, concepiti quali elementi ristrutturanti la trama urbana. È con la costruzione di nuovi spazi collettivi, infatti, che si può dar inizio alla rigenerazione urbana e sociale, garantendo il raggiungimento del maggior bene comune ed il 'diritto alla città'.File | Dimensione | Formato | |
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