La monografia ripercorre l'itinerario intellettuale e letterario di Barbaro. Nella prima parte sono presi in esame i suoi scritti critici e la sua produzione teatrale e narrativa degli anni Venti, legati alla stagione dell'immaginismo, quando lo scrittore condivide gli orientamenti di quel movimento verso un'arte irrealistica che, nello scarto ironico tra piano della realtà e mondo ricreato da un visionarismo fantastico e paradossale, esprime una volontà di ribaltamento dei canoni del mondo borghese (sono evidenziati anche i rapporti con altre avanguardie, e nello stesso tempo la specificità). L'aspirazione a un'arte volta ad incidere profondamente nella realtà permane in Barbaro anche quando quell'esperienza artistica entra in crisi, Pertanto tale istanza è rintracciata anche nella narrativa e negli scritti critici degli anni Trenta che si caratterizzano per un graduale avvicinamento di Barbaro a un concetto di arte realistica. Ma è sottolineato anche come negli anni Trenta lo scrittore preferisca lo sguardo sulla realtà senza proporsi esiti mimetici, ma con quei filtri e quelle profondità che la sempre viva vocazione sperimentalistica, il bagaglio culturale europeo, le conoscenze di psicoanalisi, gli consentono. Nell'ultima parte della monografia,dedicata al periodo del secondo dopoguerra, si tende a sfatare l'immagine di un Barbaro caratterizzato da intransigenza e chiusura nella sua difesa della categoria del realismo; posizione, dunque, aperta, pur nell'adesione convinta al fronte marxista.
Di Giovanna, M. (1992). Teatro e narrativa di Umberto Barbaro.
Teatro e narrativa di Umberto Barbaro
DI GIOVANNA, Maria
1992-01-01
Abstract
La monografia ripercorre l'itinerario intellettuale e letterario di Barbaro. Nella prima parte sono presi in esame i suoi scritti critici e la sua produzione teatrale e narrativa degli anni Venti, legati alla stagione dell'immaginismo, quando lo scrittore condivide gli orientamenti di quel movimento verso un'arte irrealistica che, nello scarto ironico tra piano della realtà e mondo ricreato da un visionarismo fantastico e paradossale, esprime una volontà di ribaltamento dei canoni del mondo borghese (sono evidenziati anche i rapporti con altre avanguardie, e nello stesso tempo la specificità). L'aspirazione a un'arte volta ad incidere profondamente nella realtà permane in Barbaro anche quando quell'esperienza artistica entra in crisi, Pertanto tale istanza è rintracciata anche nella narrativa e negli scritti critici degli anni Trenta che si caratterizzano per un graduale avvicinamento di Barbaro a un concetto di arte realistica. Ma è sottolineato anche come negli anni Trenta lo scrittore preferisca lo sguardo sulla realtà senza proporsi esiti mimetici, ma con quei filtri e quelle profondità che la sempre viva vocazione sperimentalistica, il bagaglio culturale europeo, le conoscenze di psicoanalisi, gli consentono. Nell'ultima parte della monografia,dedicata al periodo del secondo dopoguerra, si tende a sfatare l'immagine di un Barbaro caratterizzato da intransigenza e chiusura nella sua difesa della categoria del realismo; posizione, dunque, aperta, pur nell'adesione convinta al fronte marxista.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.