La monografia pone al centro dell'indagine la proposta modellizzante di una mondana perfezione, che è ricavabile dalla secentesca trilogia del Brusoni e appare il frutto di un preciso momento storico, in cui si dirada progressivamente l'atmosfera libertina che, pur con i suoi limiti, era stata alimentata dall'attività degli aderenti dell'Accademia degli Incogniti. Dal ciclo di Glisomiro, infatti, viene fuori un sistema comportamentale di particolare ampiezza e complessità, che non soltanto abbraccia le più esterne pratiche di relazione sociale, ma tocca l'indirizzo esistenziale. Mediante l'autobiografico protagonista, il Brusoni sperimenta un modello di comportamento, frutto sì di ammirata osservazione del mondo nobiliare veneziano, ma anche "tecnica di resistenza", generata dalla crisi dell'esperienza eterodossa degli Incogniti: lo spregiudicato agire del fascinoso Glisomiro e qualche momento di più libero pensiero abilmente schermato soddisfano alle esigenze di autoriconoscimento dello scrittore, la cui identità non può prescindere dal ricordo del clima sregolato e intellettualmente irrequieto di anni più lontani. Nello stesso tempo l'autobiografica proiezione, sperimentata nella figura di Glisomiro, va poi leggermente modificandosi nel corso della trilogia, seguendo i mutamenti interiori più profondi e l'evolversi del contesto storico-culturale.

Di Giovanna, M. (1996). La trilogia mondana di Girolamo Brusoni.

La trilogia mondana di Girolamo Brusoni

DI GIOVANNA, Maria
1996-01-01

Abstract

La monografia pone al centro dell'indagine la proposta modellizzante di una mondana perfezione, che è ricavabile dalla secentesca trilogia del Brusoni e appare il frutto di un preciso momento storico, in cui si dirada progressivamente l'atmosfera libertina che, pur con i suoi limiti, era stata alimentata dall'attività degli aderenti dell'Accademia degli Incogniti. Dal ciclo di Glisomiro, infatti, viene fuori un sistema comportamentale di particolare ampiezza e complessità, che non soltanto abbraccia le più esterne pratiche di relazione sociale, ma tocca l'indirizzo esistenziale. Mediante l'autobiografico protagonista, il Brusoni sperimenta un modello di comportamento, frutto sì di ammirata osservazione del mondo nobiliare veneziano, ma anche "tecnica di resistenza", generata dalla crisi dell'esperienza eterodossa degli Incogniti: lo spregiudicato agire del fascinoso Glisomiro e qualche momento di più libero pensiero abilmente schermato soddisfano alle esigenze di autoriconoscimento dello scrittore, la cui identità non può prescindere dal ricordo del clima sregolato e intellettualmente irrequieto di anni più lontani. Nello stesso tempo l'autobiografica proiezione, sperimentata nella figura di Glisomiro, va poi leggermente modificandosi nel corso della trilogia, seguendo i mutamenti interiori più profondi e l'evolversi del contesto storico-culturale.
1996
88-8020-140-9
Di Giovanna, M. (1996). La trilogia mondana di Girolamo Brusoni.
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