Il saggio di Claude Calame affronta una tematica di grande rilievo scientifico, ossia il confronto tra il valore epistemologico e sociale dell'uso delle arti tecniche nell'antica Grecia e il valore epistemologico del linguaggio della scienza moderna in particolare applicato all'ambito della genetica e delle moderne biotecnologie e scienze di laboratorio. Lo spunto del confronto è offerto dall'analisi storico-culturale e antropologica del mito di Prometeo, come è stato diversamente declinato dai vari autori dell'antichità classica, a partire da Esiodo sino a Platone, passando per l'autore del dramma "Prometeo incatenato". In una prospettiva di indagine antropopoietica, le arti tecniche permettono all'essere umano non solo di comprendere, interpretare e rendere significativa la realtà esterna fatta di segni, ma anche di "costruire" l'uomo a partire proprio dai suoi limiti e dalla sua presunta incompiutezza. Le tecniche semiotiche di cui Prometeo fa dono all'uomo nell'interpretazione dei pensatori greci antichi hanno quindi una funzione preminentemente sociale, e senza l'arte politica le tecniche singole sono destinate a condurre l'uomo al di là dei limiti che la società stessa gli riconosce. Dal punto di vista della riflessione contemporanea sulle tecnologie e le scienze della vita, il confronto con il mito prometeico e il concetto greco di arti tecniche può essere utile a mettere in crisi il paradigma scientifico attuale, e attraverso la riflessione sul valore d'uso ed epistemologico della lingua della scienza odierna, può consentire in generale di avviare un processo di problematizzazione del rapporto tra scienze umane e scienze mediche e biologiche.
Giorgianni, F., Cusumano, N. (2016). Prometeo genetista. Profitti delle tecniche e metafore della scienza. Palermo : Sellerio.
Prometeo genetista. Profitti delle tecniche e metafore della scienza
GIORGIANNI, Franco;CUSUMANO, Nicola
2016-01-01
Abstract
Il saggio di Claude Calame affronta una tematica di grande rilievo scientifico, ossia il confronto tra il valore epistemologico e sociale dell'uso delle arti tecniche nell'antica Grecia e il valore epistemologico del linguaggio della scienza moderna in particolare applicato all'ambito della genetica e delle moderne biotecnologie e scienze di laboratorio. Lo spunto del confronto è offerto dall'analisi storico-culturale e antropologica del mito di Prometeo, come è stato diversamente declinato dai vari autori dell'antichità classica, a partire da Esiodo sino a Platone, passando per l'autore del dramma "Prometeo incatenato". In una prospettiva di indagine antropopoietica, le arti tecniche permettono all'essere umano non solo di comprendere, interpretare e rendere significativa la realtà esterna fatta di segni, ma anche di "costruire" l'uomo a partire proprio dai suoi limiti e dalla sua presunta incompiutezza. Le tecniche semiotiche di cui Prometeo fa dono all'uomo nell'interpretazione dei pensatori greci antichi hanno quindi una funzione preminentemente sociale, e senza l'arte politica le tecniche singole sono destinate a condurre l'uomo al di là dei limiti che la società stessa gli riconosce. Dal punto di vista della riflessione contemporanea sulle tecnologie e le scienze della vita, il confronto con il mito prometeico e il concetto greco di arti tecniche può essere utile a mettere in crisi il paradigma scientifico attuale, e attraverso la riflessione sul valore d'uso ed epistemologico della lingua della scienza odierna, può consentire in generale di avviare un processo di problematizzazione del rapporto tra scienze umane e scienze mediche e biologiche.File | Dimensione | Formato | |
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