Introduzione. Questo libro è in realtà un appello. Un lungo e accorato appello a combattere, prima che sia troppo tardi, il declino verso cui l’Italia si è incamminata da troppo tempo. Combatterlo significa, in primo luogo, assumere la consapevolez- za piena che il declino esiste. Riconoscere apertamente e senza infin- gimenti che da almeno quindici anni il paese non regge più il passo con il resto d’Europa e con gran parte del resto del mondo. È possibile misurare con chiari e inequivocabili indicatori quan- titativi – con i numeri – questa continua e progressiva erosione del- la competitività del nostro paese in ambito economico. In tutta la prima parte di questo libro (Il declino) cercheremo di dimostrare – con i numeri – quanto profonda sia questa erosione. Ma ci sono sva- riati segni, spesso difficili da esprimere in cifre, che il declino non ri- guarda solo la sfera economica, ma coinvolge la società, la politica, la cultura, l’ambiente. Combattere il declino significa anche comprenderne le cause prossime e remote che lo hanno determinato. Noi non siamo eco- nomisti. Uno di noi (Settimo Termini), laureato in fisica, si occupa di informatica, mentre l’altro (Pietro Greco), laureato in chimica, è giornalista scientifico. Ci occupiamo, in genere, di «ricchezza cultu- rale», non di ricchezza tout court. Ma, per una serie di ragioni che ci accingiamo a esporre, pensiamo di essere in una posizione privile- giata di osservazione che ci consente di individuare con una certa chiarezza dove ha origine la crisi: l’Italia è in declino a causa del suo irrisolto rapporto con la scienza e la tecnologia. Perché il suo tradi- zionale modello di «sviluppo senza ricerca» non è più adeguato alle sfide poste dalla globalizzazione dell’economia e dalla società della conoscenza. Combattere il declino significa comprendere che adesso non c’è più tempo. Che urge una rapida inversione di rotta. Che davanti a noi abbiamo un’ultima possibilità. Una sola via, stretta e difficile. Un’ultima chance. Se non la cogliamo, il paese rischia di pagarne le conseguenze per decenni. Ma combattere il declino significa anche avere un progetto per il paese. Un grande obiettivo da raggiungere. E noi, in virtù dell’osser- vatorio privilegiato su cui ci troviamo, pensiamo di avere la possibili- tà (e il dovere) di indicarlo questo obiettivo. Con modestia, ma con determinazione, avanziamo dunque una proposta. Alla quale dedi- chiamo per intero la seconda parte (Contro il declino) del nostro li- bro/appello. Ma che possiamo condensare in un semplice concetto: modifichiamo la specializzazione produttiva del nostro paese. Inizia- mo a produrre una quantità crescente di beni ad alto valore di cono- scenza aggiunto. Riconosciamo il valore strategico della scienza e della tecnologia. Imbocchiamo una strada di «sviluppo (sostenibile) fondato sulla ricerca». Entriamo da protagonisti (critici) nella società della conoscenza. Quella che proponiamo è un’impresa titanica. Ma possibile. Abbiamo una comunità scientifica, piccola ma capace, su cui far leva. Abbiamo – ce lo dicono mille segnali – una parte importante del paese disponibile a ogni livello ad accettare la sfida economica e culturale che proponiamo.Abbiamo una contingenza economica fa- vorevole: i conti pubblici sono stati risanati (rimessi per lo meno nel- l’alveo di Maastricht) e il paese è tornato, sia pure debolmente, a cre- scere. E abbiamo, anche, una contingenza politica favorevole: da qualche mese la classe dirigente – politica, industriale, sindacale – sembra avere, sia pure tra mille contraddizioni e un milione di ambi- guità, una certa consapevolezza del problema. È per questo che diciamo: ora o mai più. Certo, manca ancora molto per portare l’Italia oltre il declino e iniziare un percorso di solido sviluppo. Manca una forte coesione nazionale. Manca un’idea comune di futuro desiderabile. Manca una cultura scientifica solida e sufficientemente diffusa. Manca la capaci- tà di trasformare le parole in fatti concreti. Manca il senso di urgenza. Manca un programma forte, chiaro e condiviso. Manca un dibattito che investa e coinvolga e unisca l’intero paese intorno alle sue sorti. Alla costruzione del suo futuro. La massima ambizione di questo nostro libro è contribuire ad av- viarla, questa discussione. Accendere il dibattito.

PIETRO GRECO, TERMINI S (2007). CONTRO IL DECLINO. Una (modesta) proposta per un rilancio della competitività economica e dello sviluppo culturale dell'Italia. TORINO : Codice edizioni.

CONTRO IL DECLINO. Una (modesta) proposta per un rilancio della competitività economica e dello sviluppo culturale dell'Italia

TERMINI, Settimo
2007-01-01

Abstract

Introduzione. Questo libro è in realtà un appello. Un lungo e accorato appello a combattere, prima che sia troppo tardi, il declino verso cui l’Italia si è incamminata da troppo tempo. Combatterlo significa, in primo luogo, assumere la consapevolez- za piena che il declino esiste. Riconoscere apertamente e senza infin- gimenti che da almeno quindici anni il paese non regge più il passo con il resto d’Europa e con gran parte del resto del mondo. È possibile misurare con chiari e inequivocabili indicatori quan- titativi – con i numeri – questa continua e progressiva erosione del- la competitività del nostro paese in ambito economico. In tutta la prima parte di questo libro (Il declino) cercheremo di dimostrare – con i numeri – quanto profonda sia questa erosione. Ma ci sono sva- riati segni, spesso difficili da esprimere in cifre, che il declino non ri- guarda solo la sfera economica, ma coinvolge la società, la politica, la cultura, l’ambiente. Combattere il declino significa anche comprenderne le cause prossime e remote che lo hanno determinato. Noi non siamo eco- nomisti. Uno di noi (Settimo Termini), laureato in fisica, si occupa di informatica, mentre l’altro (Pietro Greco), laureato in chimica, è giornalista scientifico. Ci occupiamo, in genere, di «ricchezza cultu- rale», non di ricchezza tout court. Ma, per una serie di ragioni che ci accingiamo a esporre, pensiamo di essere in una posizione privile- giata di osservazione che ci consente di individuare con una certa chiarezza dove ha origine la crisi: l’Italia è in declino a causa del suo irrisolto rapporto con la scienza e la tecnologia. Perché il suo tradi- zionale modello di «sviluppo senza ricerca» non è più adeguato alle sfide poste dalla globalizzazione dell’economia e dalla società della conoscenza. Combattere il declino significa comprendere che adesso non c’è più tempo. Che urge una rapida inversione di rotta. Che davanti a noi abbiamo un’ultima possibilità. Una sola via, stretta e difficile. Un’ultima chance. Se non la cogliamo, il paese rischia di pagarne le conseguenze per decenni. Ma combattere il declino significa anche avere un progetto per il paese. Un grande obiettivo da raggiungere. E noi, in virtù dell’osser- vatorio privilegiato su cui ci troviamo, pensiamo di avere la possibili- tà (e il dovere) di indicarlo questo obiettivo. Con modestia, ma con determinazione, avanziamo dunque una proposta. Alla quale dedi- chiamo per intero la seconda parte (Contro il declino) del nostro li- bro/appello. Ma che possiamo condensare in un semplice concetto: modifichiamo la specializzazione produttiva del nostro paese. Inizia- mo a produrre una quantità crescente di beni ad alto valore di cono- scenza aggiunto. Riconosciamo il valore strategico della scienza e della tecnologia. Imbocchiamo una strada di «sviluppo (sostenibile) fondato sulla ricerca». Entriamo da protagonisti (critici) nella società della conoscenza. Quella che proponiamo è un’impresa titanica. Ma possibile. Abbiamo una comunità scientifica, piccola ma capace, su cui far leva. Abbiamo – ce lo dicono mille segnali – una parte importante del paese disponibile a ogni livello ad accettare la sfida economica e culturale che proponiamo.Abbiamo una contingenza economica fa- vorevole: i conti pubblici sono stati risanati (rimessi per lo meno nel- l’alveo di Maastricht) e il paese è tornato, sia pure debolmente, a cre- scere. E abbiamo, anche, una contingenza politica favorevole: da qualche mese la classe dirigente – politica, industriale, sindacale – sembra avere, sia pure tra mille contraddizioni e un milione di ambi- guità, una certa consapevolezza del problema. È per questo che diciamo: ora o mai più. Certo, manca ancora molto per portare l’Italia oltre il declino e iniziare un percorso di solido sviluppo. Manca una forte coesione nazionale. Manca un’idea comune di futuro desiderabile. Manca una cultura scientifica solida e sufficientemente diffusa. Manca la capaci- tà di trasformare le parole in fatti concreti. Manca il senso di urgenza. Manca un programma forte, chiaro e condiviso. Manca un dibattito che investa e coinvolga e unisca l’intero paese intorno alle sue sorti. Alla costruzione del suo futuro. La massima ambizione di questo nostro libro è contribuire ad av- viarla, questa discussione. Accendere il dibattito.
2007
978-88-7578-084-5
PIETRO GRECO, TERMINI S (2007). CONTRO IL DECLINO. Una (modesta) proposta per un rilancio della competitività economica e dello sviluppo culturale dell'Italia. TORINO : Codice edizioni.
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