Questo libro prospetta, attraverso undici percorsi tematici, l’idea di paideia empatica. Più che di una specifica categoria pedagogica, si tratta di un modo nuovo di vedere e pensare l’uomo e l’educazione nel nostro tempo: nella luce intellegibile della forma personale, ‘scoperta’ per l’amore di predilezione. È una proposta assai attuale, in un momento storico in cui la difficoltà a comunicare si accentua in modo iperbolico, favorendo ‘cattive’ forme di solitudine. E soprattutto i più giovani sono segnati dall’insostenibile pesantezza di un male di vivere, innanzitutto e per lo più connesso con la condizione umana nel tempo del nichilismo compiuto, che genera spesso vite spente, esistenze fratte e un sentimento opaco d’indifferenza. I saggi qui raccolti disegnano un’antropologia pedagogica «ultra-moderna»: mentre sceglie d’assumere la ‘verità’ del nichilismo, essa intende oltrepassarlo – non vuole accettarlo come ‘destino’ ineluttabile dell’Occidente. Per un verso, è suo impegno prioritario pensare l’educazione e la formazione dell’universo personale, facendo segno anche sull’esperienza dello scacco, alla quale il nichilismo ci ha resi sensibili. Per un altro verso, va oltre la prospettiva dell’«uomo superficiale», enfatizzata dal pensiero debole: essa vede e interpreta la superficie come superficie della profondità. Nessun fenomeno determinato di una realtà ne è manifestazione adeguata e nessuna esperienza educativa esprime tutte le potenzialità dell’educazione. È necessario, piuttosto, seguire le tracce, ricostruire i frammenti che consentano d’intendere, attraverso / oltre l’esperienza, la prefigurazione di un autentico poter essere. L’antropologia pedagogica di stile empatico, da ultimo, ha il suo orizzonte adeguato in una visione filosofica della vita e del mondo come anamorfosi personale dell’essere. L’universo è forse un immenso congegno pedagogico che può preparare l’avvento della forma più alta d’esistenza. Questa è prefigurata dall’«amore pedagogico» di un educatore autentico, che sa offrirsi donarsi e dirsi, senza nulla voler trattenere per sé.

BELLINGRERI, A. (2006). Il superficiale il profondo. Saggi di antropologia pedagogica. MILANO : VITA E PENSIERO.

Il superficiale il profondo. Saggi di antropologia pedagogica

BELLINGRERI, Antonio
2006-01-01

Abstract

Questo libro prospetta, attraverso undici percorsi tematici, l’idea di paideia empatica. Più che di una specifica categoria pedagogica, si tratta di un modo nuovo di vedere e pensare l’uomo e l’educazione nel nostro tempo: nella luce intellegibile della forma personale, ‘scoperta’ per l’amore di predilezione. È una proposta assai attuale, in un momento storico in cui la difficoltà a comunicare si accentua in modo iperbolico, favorendo ‘cattive’ forme di solitudine. E soprattutto i più giovani sono segnati dall’insostenibile pesantezza di un male di vivere, innanzitutto e per lo più connesso con la condizione umana nel tempo del nichilismo compiuto, che genera spesso vite spente, esistenze fratte e un sentimento opaco d’indifferenza. I saggi qui raccolti disegnano un’antropologia pedagogica «ultra-moderna»: mentre sceglie d’assumere la ‘verità’ del nichilismo, essa intende oltrepassarlo – non vuole accettarlo come ‘destino’ ineluttabile dell’Occidente. Per un verso, è suo impegno prioritario pensare l’educazione e la formazione dell’universo personale, facendo segno anche sull’esperienza dello scacco, alla quale il nichilismo ci ha resi sensibili. Per un altro verso, va oltre la prospettiva dell’«uomo superficiale», enfatizzata dal pensiero debole: essa vede e interpreta la superficie come superficie della profondità. Nessun fenomeno determinato di una realtà ne è manifestazione adeguata e nessuna esperienza educativa esprime tutte le potenzialità dell’educazione. È necessario, piuttosto, seguire le tracce, ricostruire i frammenti che consentano d’intendere, attraverso / oltre l’esperienza, la prefigurazione di un autentico poter essere. L’antropologia pedagogica di stile empatico, da ultimo, ha il suo orizzonte adeguato in una visione filosofica della vita e del mondo come anamorfosi personale dell’essere. L’universo è forse un immenso congegno pedagogico che può preparare l’avvento della forma più alta d’esistenza. Questa è prefigurata dall’«amore pedagogico» di un educatore autentico, che sa offrirsi donarsi e dirsi, senza nulla voler trattenere per sé.
2006
88-343-1309-7
BELLINGRERI, A. (2006). Il superficiale il profondo. Saggi di antropologia pedagogica. MILANO : VITA E PENSIERO.
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