Nel 1750 l’architetto Giovanni Amico (Trapani 1684-1754) pubblicava il secondo volume de L’architetto pratico, in cui metteva a punto le sue conoscenze teoriche e quelle acquisite in cantiere. Tra i vari temi affrontati, due capitoli riccamente illustrati sono dedicati in particolare ai problemi della costruzione geometrica degli archi e al dimensionamento geometrico degli appoggi in relazione alla luce e alla forma dell’arco stesso. Il contributo intende riflettere sugli argomenti e le modalità che l'architetto siciliano espone, in relazione alle consuetudini costruttive in Sicilia e agli eventuali debiti con la trattatistica precedente. L’indagine mirerà infatti a comprendere quali siano le fonti dirette o indirette utilizzate da Amico, che probabilmente opera una sintesi fra conoscenze pratiche e conoscenze libresche, non esplicitate nel suo trattato. Si cercherà di capire quali opere realizzate in Sicilia occidentale possano avere sollecitato queste deduzioni. Una particolare attenzione sarà rivolta ai “capialzati siciliani”, cioè agli archi policentrici asimmetrici e con appoggi di altezza differente, che Amico raccomanda per la costruzione di scale e, quando necessario, di ponti. La definizione di “capialzato” differisce pertanto dal “capialzado”, così come inteso nel mondo della costruzione di lingua spagnola, ma forse costituisce la prova di una radice comune. La terminologia usata nel testo di Amico sarà quindi sottoposta a verifica integrandola con la documentazione del tempo.
Armetta, A. (2015). Arcos, apoyos y "capialzati" sicilianos en el Architetto Pratico de Giovanni Amico (1750). In Actas del Noveno Congreso Nacional y Primer Congreso Internacional Hispanoamericano de Historia de la construcciòn.Edicion a cargo de Santiago Huerta, Paula Fuentes. 3 Voll. (pp.137-146). Madrid : Instituto Juan de Herrera.
Arcos, apoyos y "capialzati" sicilianos en el Architetto Pratico de Giovanni Amico (1750)
ARMETTA, Antonella
2015-01-01
Abstract
Nel 1750 l’architetto Giovanni Amico (Trapani 1684-1754) pubblicava il secondo volume de L’architetto pratico, in cui metteva a punto le sue conoscenze teoriche e quelle acquisite in cantiere. Tra i vari temi affrontati, due capitoli riccamente illustrati sono dedicati in particolare ai problemi della costruzione geometrica degli archi e al dimensionamento geometrico degli appoggi in relazione alla luce e alla forma dell’arco stesso. Il contributo intende riflettere sugli argomenti e le modalità che l'architetto siciliano espone, in relazione alle consuetudini costruttive in Sicilia e agli eventuali debiti con la trattatistica precedente. L’indagine mirerà infatti a comprendere quali siano le fonti dirette o indirette utilizzate da Amico, che probabilmente opera una sintesi fra conoscenze pratiche e conoscenze libresche, non esplicitate nel suo trattato. Si cercherà di capire quali opere realizzate in Sicilia occidentale possano avere sollecitato queste deduzioni. Una particolare attenzione sarà rivolta ai “capialzati siciliani”, cioè agli archi policentrici asimmetrici e con appoggi di altezza differente, che Amico raccomanda per la costruzione di scale e, quando necessario, di ponti. La definizione di “capialzato” differisce pertanto dal “capialzado”, così come inteso nel mondo della costruzione di lingua spagnola, ma forse costituisce la prova di una radice comune. La terminologia usata nel testo di Amico sarà quindi sottoposta a verifica integrandola con la documentazione del tempo.File | Dimensione | Formato | |
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