La premessa necessaria al progetto di ricerca ha le sue radici nell’idea ormai consolidata che oggi la cultura, soprattutto nella sua accezione di “Patrimonio” naturale, culturale materiale e immateriale, si configura come una fondamentale risorsa e leva per realizzare lo sviluppo sostenibile dei territori. Il patrimonio culturale e naturale è una fonte di ricchezza: contribuisce allo sviluppo dell’uomo e la sua tutela svolge un ruolo importante nel progresso dell’umanità. Tale approccio implica il recupero della cultura come elemento che ha assunto, nel tempo, caratteri meno banali, più articolati, affiancando alla conservazione e alla valorizzazione del bene culturale, la produzione di nuove forme culturali e di nuove modalità per la loro fruizione. Una tale concezione di Patrimonio rimanda, inevitabilmente, a due concetti che rappresentano le linee tematiche di fondo dell’intero progetto di ricerca. Il primo concetto è “valorizzazione” che, dunque, significa conferire valore al Patrimonio, ponendolo nella condizione di esprimere le proprie qualità e funzioni, riconoscendogli un ruolo adeguato. L’altra parola importante è “salvaguardia”, che racchiude in sé i tre concetti di “protezione”, “conservazione” e “valorizzazione”: la salvaguardia dei beni è relativa non solo alla loro integrità materiale, ma anche alla funzione e al significato che rivestono per le comunità che li vivono e non solo.La ricerca parte dal rintracciare il momento in cui il Patrimonio Culturale ha acquisito la funzione e il significato che ha oggi, per cui di fronte ai pericoli della globalizzazione - prime fra tutte l’uniformità e la spersonalizzazione - i beni naturali e culturali rappresentano le preziose testimonianze del passato, un’eredità in cui gli individui vi trovano l’espressione della propria cultura e un fondamento della propria identità. Eppure, proprio la tradizione, il patrimonio e la memoria culturale dipendono da un lavoro di trasmissione culturale che richiede un continuo processo di selezione, miglioramento e comunicazione, che coinvolge ogni comunità e tutti gli attori che ne fanno parte ed è, come detto, centrale nel funzionamento dell’intero ordine sociale, poiché intimamente legata alla sopravvivenza di un’identità sociale collettiva. A partire da queste sommarie considerazioni, ci si sofferma: - sulle tematiche del lavoro svolto in ambito internazionale dall’UNESCO, sulla sua visione dei beni culturali e sulle Convenzioni Internazionali; -sui principi fondanti la World Heritage List (Lista del Patrimonio Mondiale) dell’UNESCO: definire e conservare il patrimonio mondiale creando un elenco di siti il cui valore eccezionale deve essere preservato per le generazioni future e protetto attraverso la collaborazione tra le Nazioni; - sui criteri e le direttive imposte dall’UNESCO a tutti i siti dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità. In questa prospettiva, s’inserisce il fulcro del lavoro di ricerca che si propone: tracciare un quadro articolato e approfondito dei siti che in Sicilia sono stati dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Nello specifico degli obiettivi di questo lavoro, ciò sarà affrontato attraverso un’attenta analisi comparativa delle politiche di tutela, di conservazione e di valorizzazione definite per ciascun sito, illustrando gli obiettivi, le strategie e le metodologie percorse per la loro implementazione. L’analisi comparativa delle politiche di sviluppo progettate per questi siti si baserà, inevitabilmente, sullo studio dei Piani di Gestione che sono stati redatti per la candidatura dei siti a Patrimonio Mondiale dell’Umanità. In sintesi, il Piano di Gestione partendo dai valori che hanno motivato l’iscrizione del sito alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità (WHL), effettua un’analisi integrata dello stato dei luoghi individuando le forze del cambiamento in atto, identifica poi gli obiettivi futuri raggiungibili attraverso le opzioni d’intervento e le possibili strategie, ne valuta gli impatti sul sistema locale, sceglie i piani di azione per conseguire i traguardi fissati, definisce le modalità di coordinamento e di attuazione e ne verifica il conseguimento tramite una serie d’indicatori che attuano il monitoraggio sistematico dei risultati nel tempo. Attraverso tale analisi dei Piani di Gestione dei siti, centrale nel corpus della ricerca, s'individuano: i punti di forza e di debolezza di ognuno di essi; su quali elementi si sono maggiormente concentrati e se queste scelte sono in linea con la natura specifica del sito o non siano, addirittura, controproducenti; quali strategie siano state o meno individuate per mantenere l’integrità materiale, naturale e culturale dei siti; se le strategie si sono mosse nella direzione del pieno rispetto della sostenibilità ambientale e se sono, allo stesso tempo, finalizzate a un miglioramento della qualità della vita e a incrementare l’attrattività del luogo; quale processo di monitoraggio sia stato concepito. Il monitoraggio e la valutazione sono, infatti, componenti sempre più rilevanti nella gestione di patrimoni culturali e naturali perché hanno la finalità principale di porre all’attenzione della struttura gestionale del sito UNESCO, l’andamento complessivo delle attività progettuali avviate, segnalando le eventuali criticità in corso d’opera e permettendo d’intraprendere le azioni correttive alla gestione che si ritengono necessarie per il conseguimento degli obiettivi pianificati. Allo stesso tempo, si verifica l’effettivo stato di attuazione delle strategie descritte nei Piani di Gestione, al fine di far emergere: eventuali casi virtuosi, nei quali la messa in valore della rete di tutte risorse territoriali, si basa sui principi di responsabilità, compatibilità e sostenibilità degli interventi rispetto alle risorse considerate e sulla partecipazione e la condivisione degli attori locali al processo di sviluppo della propria identità culturale locale; su eventuali distorsioni e discrepanze tra le buone intenzioni di sviluppo sostenibile delineate nei Piani di Gestione UNESCO e la reale politica di gestione e valorizzazione dei territori.

Scimemi, L.Le linee guida per la valorizzazione del patrimonio UNESCO. Uno studio dei siti siciliani..

Le linee guida per la valorizzazione del patrimonio UNESCO. Uno studio dei siti siciliani.

SCIMEMI, Lidia

Abstract

La premessa necessaria al progetto di ricerca ha le sue radici nell’idea ormai consolidata che oggi la cultura, soprattutto nella sua accezione di “Patrimonio” naturale, culturale materiale e immateriale, si configura come una fondamentale risorsa e leva per realizzare lo sviluppo sostenibile dei territori. Il patrimonio culturale e naturale è una fonte di ricchezza: contribuisce allo sviluppo dell’uomo e la sua tutela svolge un ruolo importante nel progresso dell’umanità. Tale approccio implica il recupero della cultura come elemento che ha assunto, nel tempo, caratteri meno banali, più articolati, affiancando alla conservazione e alla valorizzazione del bene culturale, la produzione di nuove forme culturali e di nuove modalità per la loro fruizione. Una tale concezione di Patrimonio rimanda, inevitabilmente, a due concetti che rappresentano le linee tematiche di fondo dell’intero progetto di ricerca. Il primo concetto è “valorizzazione” che, dunque, significa conferire valore al Patrimonio, ponendolo nella condizione di esprimere le proprie qualità e funzioni, riconoscendogli un ruolo adeguato. L’altra parola importante è “salvaguardia”, che racchiude in sé i tre concetti di “protezione”, “conservazione” e “valorizzazione”: la salvaguardia dei beni è relativa non solo alla loro integrità materiale, ma anche alla funzione e al significato che rivestono per le comunità che li vivono e non solo.La ricerca parte dal rintracciare il momento in cui il Patrimonio Culturale ha acquisito la funzione e il significato che ha oggi, per cui di fronte ai pericoli della globalizzazione - prime fra tutte l’uniformità e la spersonalizzazione - i beni naturali e culturali rappresentano le preziose testimonianze del passato, un’eredità in cui gli individui vi trovano l’espressione della propria cultura e un fondamento della propria identità. Eppure, proprio la tradizione, il patrimonio e la memoria culturale dipendono da un lavoro di trasmissione culturale che richiede un continuo processo di selezione, miglioramento e comunicazione, che coinvolge ogni comunità e tutti gli attori che ne fanno parte ed è, come detto, centrale nel funzionamento dell’intero ordine sociale, poiché intimamente legata alla sopravvivenza di un’identità sociale collettiva. A partire da queste sommarie considerazioni, ci si sofferma: - sulle tematiche del lavoro svolto in ambito internazionale dall’UNESCO, sulla sua visione dei beni culturali e sulle Convenzioni Internazionali; -sui principi fondanti la World Heritage List (Lista del Patrimonio Mondiale) dell’UNESCO: definire e conservare il patrimonio mondiale creando un elenco di siti il cui valore eccezionale deve essere preservato per le generazioni future e protetto attraverso la collaborazione tra le Nazioni; - sui criteri e le direttive imposte dall’UNESCO a tutti i siti dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità. In questa prospettiva, s’inserisce il fulcro del lavoro di ricerca che si propone: tracciare un quadro articolato e approfondito dei siti che in Sicilia sono stati dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Nello specifico degli obiettivi di questo lavoro, ciò sarà affrontato attraverso un’attenta analisi comparativa delle politiche di tutela, di conservazione e di valorizzazione definite per ciascun sito, illustrando gli obiettivi, le strategie e le metodologie percorse per la loro implementazione. L’analisi comparativa delle politiche di sviluppo progettate per questi siti si baserà, inevitabilmente, sullo studio dei Piani di Gestione che sono stati redatti per la candidatura dei siti a Patrimonio Mondiale dell’Umanità. In sintesi, il Piano di Gestione partendo dai valori che hanno motivato l’iscrizione del sito alla Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità (WHL), effettua un’analisi integrata dello stato dei luoghi individuando le forze del cambiamento in atto, identifica poi gli obiettivi futuri raggiungibili attraverso le opzioni d’intervento e le possibili strategie, ne valuta gli impatti sul sistema locale, sceglie i piani di azione per conseguire i traguardi fissati, definisce le modalità di coordinamento e di attuazione e ne verifica il conseguimento tramite una serie d’indicatori che attuano il monitoraggio sistematico dei risultati nel tempo. Attraverso tale analisi dei Piani di Gestione dei siti, centrale nel corpus della ricerca, s'individuano: i punti di forza e di debolezza di ognuno di essi; su quali elementi si sono maggiormente concentrati e se queste scelte sono in linea con la natura specifica del sito o non siano, addirittura, controproducenti; quali strategie siano state o meno individuate per mantenere l’integrità materiale, naturale e culturale dei siti; se le strategie si sono mosse nella direzione del pieno rispetto della sostenibilità ambientale e se sono, allo stesso tempo, finalizzate a un miglioramento della qualità della vita e a incrementare l’attrattività del luogo; quale processo di monitoraggio sia stato concepito. Il monitoraggio e la valutazione sono, infatti, componenti sempre più rilevanti nella gestione di patrimoni culturali e naturali perché hanno la finalità principale di porre all’attenzione della struttura gestionale del sito UNESCO, l’andamento complessivo delle attività progettuali avviate, segnalando le eventuali criticità in corso d’opera e permettendo d’intraprendere le azioni correttive alla gestione che si ritengono necessarie per il conseguimento degli obiettivi pianificati. Allo stesso tempo, si verifica l’effettivo stato di attuazione delle strategie descritte nei Piani di Gestione, al fine di far emergere: eventuali casi virtuosi, nei quali la messa in valore della rete di tutte risorse territoriali, si basa sui principi di responsabilità, compatibilità e sostenibilità degli interventi rispetto alle risorse considerate e sulla partecipazione e la condivisione degli attori locali al processo di sviluppo della propria identità culturale locale; su eventuali distorsioni e discrepanze tra le buone intenzioni di sviluppo sostenibile delineate nei Piani di Gestione UNESCO e la reale politica di gestione e valorizzazione dei territori.
UNESCO, educazione ambientale, sviluppo sostenibile, cultura, salvaguardia, valorizzazione, sviluppo locale, Piani di Gestione, World Heritage List, Sicilia
Scimemi, L.Le linee guida per la valorizzazione del patrimonio UNESCO. Uno studio dei siti siciliani..
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