La presente ricerca si è svolta in tre fasi distinte. Un primo biennio tra Milano, l’Università degli Studi di Palermo e sopralluoghi presso l’ex campo di concentramento di Auschwitz, centrando le attenzioni sul tema del Memoriale italiano. A questa prima fase è seguito un semestre di ricerche presso l’Universidad Politecnica de Madrid in cui sono state svolte le prime ricerche sull’IAUs (Institute for Architecture and Urban Studies, 1968-1985) e «Oppositions» (1973-1985), sopratutto per quanto concerne le relazioni fra Spagna, Tendenza italiana e Stati Uniti. La ricerca dottorale si è conclusa a New York, durante un anno e mezzo, sotto la co-tutela del professor Kenneth Frampton, nel quadro di un Visiting Research Scholarship presso la Columbia University. Il primo polo della tesi riguarda il Memoriale italiano. Il secondo, un’introduzione a future prospettive di ricerca attorno al caso-studio della rivista «Oppositions», edita dall’IAUs, che con la rivista ha stretti rapporti di continuità in termini di contenuti e progetto culturale. Il Memoriale italiano, temporalmente, inizia il suo percorso negli stessi anni dell'IAUs, viene inaugurato, forse già condannato, nel ponte fra anni '70 e '80, quando IAUs e «Oppositions» concludono la loro parabola storica. Istituto e rivista, creati e diretti da Peter Eisenman con il fondamentale contributo di Kenneth Frampton, il cui presente lavoro evidenzia novità storiografiche e interpretative, grazie a nuovi documenti archivistici. La scelta è stata dunque quella di realizzare una tesi composta da due parti distinte ma dialoganti, formata da capitoli solo apparentemente autonomi. Tesi di dottorato in progettazione dell’architettura dal carattere sperimentale, nella misura in cui ha una struttura polimorfa, composta da capitoli visti come fascicoli separabili ma raccolti in unico libro, con un’unica bibliografia cronologica e ragionata, ordinata per temi trasversali. I vari temi toccati sono individuati da parole chiave, qui intese come lemmi, memoriale; mediazione; simbolo; forma; analogia; conclusioni. Parole, come voci d’indice analitico. I due primi capitoli (Memoriale, che contiene piante e sezioni di progetto, seguito da Mediazione) riguardano il MEMORIALE italiano. Voluto dall’ANED, Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti -tutt’ora proprietaria dell’opera- il Memoriale italiano, situato nel 21° blocco dell’ex campo di concentramento di Auschwitz, nasce su progetto architettonico dei BBPR, basato su un’idea di Primo Levi, con il contributo, fra molti altri, di Nelo Risi e Luigi Nono. Una spirale, formata da una struttura tubolare in acciaio, ora in forte ossidazione, che circoscrive il supporto: tele in cotone, su cui il pittore siciliano Pupino Samonà narra pittoricamente il tema della deportazione degli italiani, accompagnando il visitatore dalla nascita del nazifascismo, con i suoi sviluppi e collaboratori, passando dalla Guerra, la Soluzione finale, sino ad arrivare alla Liberazione. Un percorso che il visitatore contempla camminando su una passerella lignea sopraelevata, metafora di binari. Memoriale al quale associamo un progetto di restauro e salvaguardia, per impedirne la distruzione e/o lo spostamento dalla Polonia al Museo d’Arte Contemporanea Ex3 del comune di Firenze. Il capitolo mediazione contiene la scrittura del progetto. È preceduto da un'analisi di architetture della “cultura italiana del progetto” di periodo omogeneo all’ideazione del memoriale e che costituisce riferimento per il progetto. Architetture dei BBPR, di Carlo Scarpa (Castelvecchio a Verona). Segue la spiegazione più approfondita del progetto, accompagnando il lettore, grazie a testi specifici e alla narrazione del percorso, spazio per spazio. Il terzo capitolo, intitolato Simbolo, raggruppa il regesto e apparati di testi inediti o pubblicati nei quattro anni di svolgimento della ricerca in riviste scientifiche e di divulgazione italiane e internazionali come «Images» o capitoli di libri come Il Memoriale italiano ad Auschwitz. Giornata della Memoria 2014. Il capitolo si chiude con un racconto, spiegazione del modo di pensare il progetto e la ricerca qui presentati. Il capitolo forma restituisce le prospettive di ricerca, esiti e sviluppi legati alle indagini sull’Institute for Architecture and Urban Studies, il suo rapporto con la Tendenza e figure come Aldo Rossi e Manfredo Tafuri, che si materializzano nella rivista «Oppositions», caso-studio principale attorno al quale ruota la ricerca. Ricerca che tratta di come questioni di forma e formalismo, di analogia (semantica/semiologia di un’architettura dell’analogia) siano entrate nel dibattito e nella cultura architettonica statunitense dalla nascita dell’Institute alla chiusura della rivista «Oppositions». Questo compito è portato a termine tramite la sistematizzazione degli indici, uno “stato dell'arte” su quanto sia stato pubblicato sul tema; mettendo in evidenza un quadro di possibili studi futuri. Il capitolo contiene un regesto aperto di materiale annesso, che permette di divulgare il circuito delle conoscenze acquisite, concretizzando una comunicazione scientifica verso il lettore con traduzioni, interviste e pubblicazioni presso riviste, come «Constructs», della Yale School of Architecture; la prima traduzione pubblicata in Italia dell’introduzione di Peter Eisenman e Aldo Rossi all’edizione statunitense de L’Architettura della Città; interviste e documenti di archivio. Mediazione riassume invece la questione del rapporto fra contenuto di un elemento significante e i supporti che lo veicolano: da questo parte la lettura del Memoriale e a questo porta il progetto di ricerca proposto su «Oppositions». Mediazione è quella che, attraverso «Oppositions» e IAUs si opera attraverso la ricezione manhattaniana della Tendenza, sottolineando la volontà del gruppo del IAUS di avere un’architettura come processo, conoscitivo e significante, contro le architetture corporative degli anni '70. I temi diventano dunque questi: il significato dev’essere mediato? Senza mediazione/medietà? Chi deve mediare? Come si media? Cosa dev’essere mediato? Sull'IAUs si tracciano novità storiografiche e interpretative. Si tenta di delineare la possibilità di parlare della nascita, grazie a questi attori - un’istituzione e il suo principale periodico - di una vera e propria Scuola di Nuova York. S’introducono elementi ancora poco sottolineati: il peso di alcuni temi caratterizzanti l’esperienza editoriale di «Oppositions», il quadro storiografico di evoluzione delle forme dell’architettura determinanti per spiegare le specificità dell’attuale contemporaneità statunitense. Si legano questi elementi alle tensioni sociali, economiche e politico- ideologiche del periodo studiato (definito Tardo Capitalismo Statunitense o Quarta Fase del Capitale, a seconda delle letture economiche). Un periodo che inizia con le contestazioni studentesche e operaie della “generazione del 1968” e cui parabola -culminata negli anni '70 del Novecento- si conclude negli anni della cosiddetta “de-generazione” Reaganiana degli anni '80. Le tesi presentate ipotizzano «Oppositions» come: 1. Incubatore-piattaforma di idee (quali? perché?); 2. Principale e forse unica sede editoriale di proliferazione per la Tendenza negli Stati Uniti d’America. Si affrontano temi fondamentali per l’evoluzione del progetto architettonico, come l’idea di molti architetti determinanti in questa vicenda. Ad esempio, Peter Eisenman, secondo il quale non vi è stata un’avanguardia e una Modernità –in senso ideologico– negli Stati Uniti. Elemento, sino ad ora, mai del tutto verificata. Premessa che ci permette di porre sul tavolo alcuni dei primi temi che spingeranno Eisenman a usare l’IAUS e le riviste dell'IAUs («Oppositions», «Skyline», «October») per creare tale avanguardia mancante. Tali cenni sono affrontati attraverso le interviste-studio e, nelle domande, attraverso la lente della rivista, e precedute da un'introduzione storica che verifica tesi e ipotesi attorno a: 1. Il rapporto dell’architettura americana con la Modernità architettonica; 2. Stati Uniti come culla di “una” modernità, tecnica, ma non ideologica. “Paese ex-colonia” che si subordina culturalmente, per secoli, all’Europa e importa stili e insegnamento (Beaux- Arts, da Parigi, stile che permane anche nei grattaceli di Sullivan e di Manhattan, sino agli anni 1930) e importazione di un Movimento Moderno “addomesticato” (attraverso l’immigrazione – per via degli eventi bellici – di molti architetti come Mies van der Rohe, Richard Neutra, ecc.). Viene affrontato il rapporto di Arthur Drexler –allora direttore del dipartimento di architettura e design del MoMA– con questa vicenda, il rapporto idealizzato – all’inizio della formazione dell’IAUS - con il Team 10 e, nel contempo, il rapporto complesso fra questi eventi e i temi dell’insegnamento e dell’urbano. L’IAUS inizialmente, dunque, quale sorta di Team10 statunitense in un periodo che viene nella tesi definito “tecnicismo illuminato” per poi dirigersi verso una scuola d’avanguardia - l’avanguardia “che non c’era”- con «Oppositions» quale megafono fondamentale di diffusione di queste tensioni. I temi caratterizzanti la rivista, da noi individuati come tesi, sono: 1. Forma, formalismo, analogia e autonomia dell’architettura, da un lato (temi più legati a Peter Eisenman), 2. Architettura-Ideologia-politica (nell’insieme eredità delle idee della Scuola di Francoforte e risalenti all’apporto di Kenneth Frampton); 3. Architettura e Storia ; 4. Architettura della città – città “e” architettura; 5. Architettura-Semantica-Simbolo e rapporto con la lingua. Elementi interconnessi e/o sviluppati in gruppi più o meno autonomi, ma dialoganti all’interno dell’Institute con influenze definitive sul sistema universitario della Costa Est e sul mondo dell’architettura costruita successivamente (tesi). In tale processo, si traccia il ruolo e l’influenza determinanti della Tendenza italiana, che concentrava in sé l’insieme di queste novità culturali: storia, città, semantica, ideologia... Tendenza, dunque, che si ipotizza essere contenuta nella genesi della contemporaneità statunitense che, dopo tale processo storico, costruisce la sua prima, vera, autentica architettura in termini ideologici e di dibattito (tesi). Nelle conclusioni vengono sviluppati i temi legati alla forma e alle sue analogie. Ritorna il tema della in-mediazione anche attraverso la questione, di nuovo, della forma. Delle “pastoie dell’autorialità” rispetto a essa, di quanto l’autorialità possa premere, pressare, chiudere la forma in una condizione stilistica. Ci riferiamo qui alla questione del medio/medium: come giungere “a”? Come far uscire da “sé”, per far giungere la forma “a”? La conclusione è associata ad altri annessi (capitolo Analogia): un dialogo a Peter Eisenman, pubblicata su «Alfabeta 2», chiudendo il cerchio delle due parti della presente tesi.

(2015). Opposizioni: Il Memoriale Italiano ad Auschwitz, «Oppositions» e la nascita della Scuola di NY.. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Palermo, 2015).

Opposizioni: Il Memoriale Italiano ad Auschwitz, «Oppositions» e la nascita della Scuola di NY.

CARBONI MAESTRI, Gregorio
2015-03-03

Abstract

La presente ricerca si è svolta in tre fasi distinte. Un primo biennio tra Milano, l’Università degli Studi di Palermo e sopralluoghi presso l’ex campo di concentramento di Auschwitz, centrando le attenzioni sul tema del Memoriale italiano. A questa prima fase è seguito un semestre di ricerche presso l’Universidad Politecnica de Madrid in cui sono state svolte le prime ricerche sull’IAUs (Institute for Architecture and Urban Studies, 1968-1985) e «Oppositions» (1973-1985), sopratutto per quanto concerne le relazioni fra Spagna, Tendenza italiana e Stati Uniti. La ricerca dottorale si è conclusa a New York, durante un anno e mezzo, sotto la co-tutela del professor Kenneth Frampton, nel quadro di un Visiting Research Scholarship presso la Columbia University. Il primo polo della tesi riguarda il Memoriale italiano. Il secondo, un’introduzione a future prospettive di ricerca attorno al caso-studio della rivista «Oppositions», edita dall’IAUs, che con la rivista ha stretti rapporti di continuità in termini di contenuti e progetto culturale. Il Memoriale italiano, temporalmente, inizia il suo percorso negli stessi anni dell'IAUs, viene inaugurato, forse già condannato, nel ponte fra anni '70 e '80, quando IAUs e «Oppositions» concludono la loro parabola storica. Istituto e rivista, creati e diretti da Peter Eisenman con il fondamentale contributo di Kenneth Frampton, il cui presente lavoro evidenzia novità storiografiche e interpretative, grazie a nuovi documenti archivistici. La scelta è stata dunque quella di realizzare una tesi composta da due parti distinte ma dialoganti, formata da capitoli solo apparentemente autonomi. Tesi di dottorato in progettazione dell’architettura dal carattere sperimentale, nella misura in cui ha una struttura polimorfa, composta da capitoli visti come fascicoli separabili ma raccolti in unico libro, con un’unica bibliografia cronologica e ragionata, ordinata per temi trasversali. I vari temi toccati sono individuati da parole chiave, qui intese come lemmi, memoriale; mediazione; simbolo; forma; analogia; conclusioni. Parole, come voci d’indice analitico. I due primi capitoli (Memoriale, che contiene piante e sezioni di progetto, seguito da Mediazione) riguardano il MEMORIALE italiano. Voluto dall’ANED, Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti -tutt’ora proprietaria dell’opera- il Memoriale italiano, situato nel 21° blocco dell’ex campo di concentramento di Auschwitz, nasce su progetto architettonico dei BBPR, basato su un’idea di Primo Levi, con il contributo, fra molti altri, di Nelo Risi e Luigi Nono. Una spirale, formata da una struttura tubolare in acciaio, ora in forte ossidazione, che circoscrive il supporto: tele in cotone, su cui il pittore siciliano Pupino Samonà narra pittoricamente il tema della deportazione degli italiani, accompagnando il visitatore dalla nascita del nazifascismo, con i suoi sviluppi e collaboratori, passando dalla Guerra, la Soluzione finale, sino ad arrivare alla Liberazione. Un percorso che il visitatore contempla camminando su una passerella lignea sopraelevata, metafora di binari. Memoriale al quale associamo un progetto di restauro e salvaguardia, per impedirne la distruzione e/o lo spostamento dalla Polonia al Museo d’Arte Contemporanea Ex3 del comune di Firenze. Il capitolo mediazione contiene la scrittura del progetto. È preceduto da un'analisi di architetture della “cultura italiana del progetto” di periodo omogeneo all’ideazione del memoriale e che costituisce riferimento per il progetto. Architetture dei BBPR, di Carlo Scarpa (Castelvecchio a Verona). Segue la spiegazione più approfondita del progetto, accompagnando il lettore, grazie a testi specifici e alla narrazione del percorso, spazio per spazio. Il terzo capitolo, intitolato Simbolo, raggruppa il regesto e apparati di testi inediti o pubblicati nei quattro anni di svolgimento della ricerca in riviste scientifiche e di divulgazione italiane e internazionali come «Images» o capitoli di libri come Il Memoriale italiano ad Auschwitz. Giornata della Memoria 2014. Il capitolo si chiude con un racconto, spiegazione del modo di pensare il progetto e la ricerca qui presentati. Il capitolo forma restituisce le prospettive di ricerca, esiti e sviluppi legati alle indagini sull’Institute for Architecture and Urban Studies, il suo rapporto con la Tendenza e figure come Aldo Rossi e Manfredo Tafuri, che si materializzano nella rivista «Oppositions», caso-studio principale attorno al quale ruota la ricerca. Ricerca che tratta di come questioni di forma e formalismo, di analogia (semantica/semiologia di un’architettura dell’analogia) siano entrate nel dibattito e nella cultura architettonica statunitense dalla nascita dell’Institute alla chiusura della rivista «Oppositions». Questo compito è portato a termine tramite la sistematizzazione degli indici, uno “stato dell'arte” su quanto sia stato pubblicato sul tema; mettendo in evidenza un quadro di possibili studi futuri. Il capitolo contiene un regesto aperto di materiale annesso, che permette di divulgare il circuito delle conoscenze acquisite, concretizzando una comunicazione scientifica verso il lettore con traduzioni, interviste e pubblicazioni presso riviste, come «Constructs», della Yale School of Architecture; la prima traduzione pubblicata in Italia dell’introduzione di Peter Eisenman e Aldo Rossi all’edizione statunitense de L’Architettura della Città; interviste e documenti di archivio. Mediazione riassume invece la questione del rapporto fra contenuto di un elemento significante e i supporti che lo veicolano: da questo parte la lettura del Memoriale e a questo porta il progetto di ricerca proposto su «Oppositions». Mediazione è quella che, attraverso «Oppositions» e IAUs si opera attraverso la ricezione manhattaniana della Tendenza, sottolineando la volontà del gruppo del IAUS di avere un’architettura come processo, conoscitivo e significante, contro le architetture corporative degli anni '70. I temi diventano dunque questi: il significato dev’essere mediato? Senza mediazione/medietà? Chi deve mediare? Come si media? Cosa dev’essere mediato? Sull'IAUs si tracciano novità storiografiche e interpretative. Si tenta di delineare la possibilità di parlare della nascita, grazie a questi attori - un’istituzione e il suo principale periodico - di una vera e propria Scuola di Nuova York. S’introducono elementi ancora poco sottolineati: il peso di alcuni temi caratterizzanti l’esperienza editoriale di «Oppositions», il quadro storiografico di evoluzione delle forme dell’architettura determinanti per spiegare le specificità dell’attuale contemporaneità statunitense. Si legano questi elementi alle tensioni sociali, economiche e politico- ideologiche del periodo studiato (definito Tardo Capitalismo Statunitense o Quarta Fase del Capitale, a seconda delle letture economiche). Un periodo che inizia con le contestazioni studentesche e operaie della “generazione del 1968” e cui parabola -culminata negli anni '70 del Novecento- si conclude negli anni della cosiddetta “de-generazione” Reaganiana degli anni '80. Le tesi presentate ipotizzano «Oppositions» come: 1. Incubatore-piattaforma di idee (quali? perché?); 2. Principale e forse unica sede editoriale di proliferazione per la Tendenza negli Stati Uniti d’America. Si affrontano temi fondamentali per l’evoluzione del progetto architettonico, come l’idea di molti architetti determinanti in questa vicenda. Ad esempio, Peter Eisenman, secondo il quale non vi è stata un’avanguardia e una Modernità –in senso ideologico– negli Stati Uniti. Elemento, sino ad ora, mai del tutto verificata. Premessa che ci permette di porre sul tavolo alcuni dei primi temi che spingeranno Eisenman a usare l’IAUS e le riviste dell'IAUs («Oppositions», «Skyline», «October») per creare tale avanguardia mancante. Tali cenni sono affrontati attraverso le interviste-studio e, nelle domande, attraverso la lente della rivista, e precedute da un'introduzione storica che verifica tesi e ipotesi attorno a: 1. Il rapporto dell’architettura americana con la Modernità architettonica; 2. Stati Uniti come culla di “una” modernità, tecnica, ma non ideologica. “Paese ex-colonia” che si subordina culturalmente, per secoli, all’Europa e importa stili e insegnamento (Beaux- Arts, da Parigi, stile che permane anche nei grattaceli di Sullivan e di Manhattan, sino agli anni 1930) e importazione di un Movimento Moderno “addomesticato” (attraverso l’immigrazione – per via degli eventi bellici – di molti architetti come Mies van der Rohe, Richard Neutra, ecc.). Viene affrontato il rapporto di Arthur Drexler –allora direttore del dipartimento di architettura e design del MoMA– con questa vicenda, il rapporto idealizzato – all’inizio della formazione dell’IAUS - con il Team 10 e, nel contempo, il rapporto complesso fra questi eventi e i temi dell’insegnamento e dell’urbano. L’IAUS inizialmente, dunque, quale sorta di Team10 statunitense in un periodo che viene nella tesi definito “tecnicismo illuminato” per poi dirigersi verso una scuola d’avanguardia - l’avanguardia “che non c’era”- con «Oppositions» quale megafono fondamentale di diffusione di queste tensioni. I temi caratterizzanti la rivista, da noi individuati come tesi, sono: 1. Forma, formalismo, analogia e autonomia dell’architettura, da un lato (temi più legati a Peter Eisenman), 2. Architettura-Ideologia-politica (nell’insieme eredità delle idee della Scuola di Francoforte e risalenti all’apporto di Kenneth Frampton); 3. Architettura e Storia ; 4. Architettura della città – città “e” architettura; 5. Architettura-Semantica-Simbolo e rapporto con la lingua. Elementi interconnessi e/o sviluppati in gruppi più o meno autonomi, ma dialoganti all’interno dell’Institute con influenze definitive sul sistema universitario della Costa Est e sul mondo dell’architettura costruita successivamente (tesi). In tale processo, si traccia il ruolo e l’influenza determinanti della Tendenza italiana, che concentrava in sé l’insieme di queste novità culturali: storia, città, semantica, ideologia... Tendenza, dunque, che si ipotizza essere contenuta nella genesi della contemporaneità statunitense che, dopo tale processo storico, costruisce la sua prima, vera, autentica architettura in termini ideologici e di dibattito (tesi). Nelle conclusioni vengono sviluppati i temi legati alla forma e alle sue analogie. Ritorna il tema della in-mediazione anche attraverso la questione, di nuovo, della forma. Delle “pastoie dell’autorialità” rispetto a essa, di quanto l’autorialità possa premere, pressare, chiudere la forma in una condizione stilistica. Ci riferiamo qui alla questione del medio/medium: come giungere “a”? Come far uscire da “sé”, per far giungere la forma “a”? La conclusione è associata ad altri annessi (capitolo Analogia): un dialogo a Peter Eisenman, pubblicata su «Alfabeta 2», chiudendo il cerchio delle due parti della presente tesi.
Oppositions: the Italian Memorial of Auschwitz, «Oppositions» and the Birth of a School of New York.
3-mar-2015
«Oppositions»; architettura; città; Memoriale Italiano; Institute for Architecture and Urban Studies; Scuola di Milano; Auschwitz
(2015). Opposizioni: Il Memoriale Italiano ad Auschwitz, «Oppositions» e la nascita della Scuola di NY.. (Tesi di dottorato, Università degli Studi di Palermo, 2015).
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