L’enigma del castello Maniace di Siracusa, realizzato nella prima metà del XIII secolo per volontà dell’imperatore Federico II, ruota intorno all’immensa sala colonnare, alla sua funzione e ai criteri costruttivi adottati per edificarla. L’autrice ha avuto l’opportunità di studiare capillarmente la fabbrica, assumendo una conoscenza materica diretta, grazie alla lunga frequentazione, resa possibile dal cantiere di restauro che ha recentemente restituito il “monumento” alla fruizione pubblica. Queste informazioni sono state utilizzate per verificare le diverse letture e ipotesi sinora formulate e l’indagine procede a partire dalla densa serie di quesiti inevasi. Di fronte a una architettura di dimensioni imponenti e caratterizzata da soluzioni spaziali anomale e plurilingue, la studiosa affronta direttamente il nodo costruttivo, che la storiografia ha considerato scontato, ma che già ad una prima analisi si rivela determinante nel processo di comprensione della fabbrica. Vengono esaminate le procedure e l’organizzazione del cantiere, con particolare riguardo alle pratiche della geometria applicata al taglio della pietra (stereotomia), con riferimento alle volte e alle scale che sono considerate, vista la loro complessità, testimonianze utili per ricostruire il quadro delle relazioni che l’opera presenta. A dispetto dell’idea di una fabbrica isolata e chiusa, relegata in una remota periferia, lontana cioè dai centri dove si sperimentavano le novità costruttive del gotico, il castello di Siracusa appare oggi un cantiere di singolare concentrazione di idee moderne, capace di innescare echi e cambiamenti in altri centri del Mediterraneo e per un lungo periodo.

Bares, M.M. (2011). Il Castello Maniace di Siracusa. Stereotomia e tecniche costruttive nell’architettura del Mediterraneo. siracusa : Emanuele Romeo Editore.

Il Castello Maniace di Siracusa. Stereotomia e tecniche costruttive nell’architettura del Mediterraneo

BARES, Maria Mercedes
2011-01-01

Abstract

L’enigma del castello Maniace di Siracusa, realizzato nella prima metà del XIII secolo per volontà dell’imperatore Federico II, ruota intorno all’immensa sala colonnare, alla sua funzione e ai criteri costruttivi adottati per edificarla. L’autrice ha avuto l’opportunità di studiare capillarmente la fabbrica, assumendo una conoscenza materica diretta, grazie alla lunga frequentazione, resa possibile dal cantiere di restauro che ha recentemente restituito il “monumento” alla fruizione pubblica. Queste informazioni sono state utilizzate per verificare le diverse letture e ipotesi sinora formulate e l’indagine procede a partire dalla densa serie di quesiti inevasi. Di fronte a una architettura di dimensioni imponenti e caratterizzata da soluzioni spaziali anomale e plurilingue, la studiosa affronta direttamente il nodo costruttivo, che la storiografia ha considerato scontato, ma che già ad una prima analisi si rivela determinante nel processo di comprensione della fabbrica. Vengono esaminate le procedure e l’organizzazione del cantiere, con particolare riguardo alle pratiche della geometria applicata al taglio della pietra (stereotomia), con riferimento alle volte e alle scale che sono considerate, vista la loro complessità, testimonianze utili per ricostruire il quadro delle relazioni che l’opera presenta. A dispetto dell’idea di una fabbrica isolata e chiusa, relegata in una remota periferia, lontana cioè dai centri dove si sperimentavano le novità costruttive del gotico, il castello di Siracusa appare oggi un cantiere di singolare concentrazione di idee moderne, capace di innescare echi e cambiamenti in altri centri del Mediterraneo e per un lungo periodo.
2011
978-88-7428-096-4
Bares, M.M. (2011). Il Castello Maniace di Siracusa. Stereotomia e tecniche costruttive nell’architettura del Mediterraneo. siracusa : Emanuele Romeo Editore.
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