SISTEMAZIONE DEGLI SPAZI URBANI E POLITICA DELL’IMMAGINE FASCISTA NELL’ALBANIA DEGLI ANNI TRENTA La breve ma intensa attività professionale di Gherardo Bosio in Albania comincia con la stesura del Piano Regolatore di Tirana e con la fondazione dell’Ufficio Centrale per l’Edilizia e l’Urbanistica dell’Albania; ufficio che dirigerà a partire dal mese di luglio del 1939 fino a pochi mesi prima della morte, avvenuta nel 1941 dopo meno di un anno di malattia, e durante il quale sarà coadiuvato da Ferrante Orzali e Ferdinando Poggi. In realtà, solamente il 12 ottobre del 1939 il Luogotenente Generale Francesco Jacomoni di San Sovino avrebbe ratificato, con Decreto Luogotenenziale, l’atto costitutivo di questo importante organo tecnico che però, già nel giugno del 1942, verrà declassato a semplice Sezione Tecnica del Ministero dei Lavori Pubblici d’Albania. Al suo arrivo a Tirana nell’estate del 1939, con l’incarico di redigerne il Piano Regolatore, Gherardo Bosio ha appena consumato, con considerevole successo non suffragato però da adeguato riscontro da parte delle autorità coloniali, l’esperienza di progettazione urbanistica nel recente possedimento italiano dell’Abissinia. Fra il 1936 e il 1938 redige, infatti, i piani regolatori di Gondar, capitale dell’Amara, di Dessiè e di Gimma; nello stesso arco temporale è chiamato anche ad Addis Abeba per progettare la villa Vicereale, la residenza del governatore, sedi di istituzioni culturali e altre opere. Nella prima fase del suo mandato Bosio si occuperà personalmente anche della ridefinizione a Tirana del viale dell’Impero, ribattezzato così dopo l’unione del Regno d’Albania con il Regno d’Italia. Per quanto attiene all’attività dell’Ufficio Centrale, oltre all’intervento su Tirana, la gestione di Gherardo Bosio e i progetti di massima per le aree centrali di Coritza, Scutari e Valona. A questa intensa attività, condivisa con validi collaboratori, si aggiungono i progetti per sistemazioni di spazi urbani di notevole rilevanza e per architetture istituzionali o d’uso collettivo fra cui: l’Hôtel Dajti; l’ampliamento e la riforma della ex Villa Reale, poi Villa Luogotenenziale (in collaborazione con Ferdinando Poggi); gli Uffici Luogotenenziali (in collaborazione con Ferrante Orzali); lo stadio; il piano particolareggiato per la parziale riforma di piazza Skanderberg; la sistemazione di piazzale Littorio (oggi Sheshi Nene Tereza). Ad onta della dichiarata volontà di richiamasi alle forme e ai modi di costruire della tradizione locale, Bosio, verosimilmente affetto da una deriva ideologica, innesta in Albania la sua visone di un’architettura etica ed essenziale, maturata in Abissinia con rigore in una sorta di esistenziale cimento progettuale da frontiera. I richiami alla tradizione edilizia albanese sono da lui sottoposti ad un processo di metabolizzazione secondo una gerarchica taratura in subordine rispetto alle componenti della cultura architettonica italiana (anche in ossequio agli orientamenti in materia di architettura d’Oltremare, formulati in seno al primo congresso nazionale di urbanistica di Roma). La silente spazialità del piazzale Littorio, fondata su squadrature stereometriche e sul contrappuntistico ordinamento dell’insieme e delle singole fabbriche, annuncia un nuovo corso della progettazione architettonica e urbanistica di Bosio, che la sua morte prematura interrompe.

Malleo, F. (2012). Ricostruzione grafica dello schizzo della prima ipotesi di sistemazione del Piazzale del Littorio di G. Bosio per il Piano Regolatore Generale per la città di Tirana, 1939 -Sistemazione degli spazi urbani e politica dell'immagine fascista nell'Albania degli anni Trenta. In Architetti e ingegneri italiani in Albania [Disegno].

Ricostruzione grafica dello schizzo della prima ipotesi di sistemazione del Piazzale del Littorio di G. Bosio per il Piano Regolatore Generale per la città di Tirana, 1939 -Sistemazione degli spazi urbani e politica dell'immagine fascista nell'Albania degli anni Trenta. In Architetti e ingegneri italiani in Albania

MALLEO, Francesca
2012-01-01

Abstract

SISTEMAZIONE DEGLI SPAZI URBANI E POLITICA DELL’IMMAGINE FASCISTA NELL’ALBANIA DEGLI ANNI TRENTA La breve ma intensa attività professionale di Gherardo Bosio in Albania comincia con la stesura del Piano Regolatore di Tirana e con la fondazione dell’Ufficio Centrale per l’Edilizia e l’Urbanistica dell’Albania; ufficio che dirigerà a partire dal mese di luglio del 1939 fino a pochi mesi prima della morte, avvenuta nel 1941 dopo meno di un anno di malattia, e durante il quale sarà coadiuvato da Ferrante Orzali e Ferdinando Poggi. In realtà, solamente il 12 ottobre del 1939 il Luogotenente Generale Francesco Jacomoni di San Sovino avrebbe ratificato, con Decreto Luogotenenziale, l’atto costitutivo di questo importante organo tecnico che però, già nel giugno del 1942, verrà declassato a semplice Sezione Tecnica del Ministero dei Lavori Pubblici d’Albania. Al suo arrivo a Tirana nell’estate del 1939, con l’incarico di redigerne il Piano Regolatore, Gherardo Bosio ha appena consumato, con considerevole successo non suffragato però da adeguato riscontro da parte delle autorità coloniali, l’esperienza di progettazione urbanistica nel recente possedimento italiano dell’Abissinia. Fra il 1936 e il 1938 redige, infatti, i piani regolatori di Gondar, capitale dell’Amara, di Dessiè e di Gimma; nello stesso arco temporale è chiamato anche ad Addis Abeba per progettare la villa Vicereale, la residenza del governatore, sedi di istituzioni culturali e altre opere. Nella prima fase del suo mandato Bosio si occuperà personalmente anche della ridefinizione a Tirana del viale dell’Impero, ribattezzato così dopo l’unione del Regno d’Albania con il Regno d’Italia. Per quanto attiene all’attività dell’Ufficio Centrale, oltre all’intervento su Tirana, la gestione di Gherardo Bosio e i progetti di massima per le aree centrali di Coritza, Scutari e Valona. A questa intensa attività, condivisa con validi collaboratori, si aggiungono i progetti per sistemazioni di spazi urbani di notevole rilevanza e per architetture istituzionali o d’uso collettivo fra cui: l’Hôtel Dajti; l’ampliamento e la riforma della ex Villa Reale, poi Villa Luogotenenziale (in collaborazione con Ferdinando Poggi); gli Uffici Luogotenenziali (in collaborazione con Ferrante Orzali); lo stadio; il piano particolareggiato per la parziale riforma di piazza Skanderberg; la sistemazione di piazzale Littorio (oggi Sheshi Nene Tereza). Ad onta della dichiarata volontà di richiamasi alle forme e ai modi di costruire della tradizione locale, Bosio, verosimilmente affetto da una deriva ideologica, innesta in Albania la sua visone di un’architettura etica ed essenziale, maturata in Abissinia con rigore in una sorta di esistenziale cimento progettuale da frontiera. I richiami alla tradizione edilizia albanese sono da lui sottoposti ad un processo di metabolizzazione secondo una gerarchica taratura in subordine rispetto alle componenti della cultura architettonica italiana (anche in ossequio agli orientamenti in materia di architettura d’Oltremare, formulati in seno al primo congresso nazionale di urbanistica di Roma). La silente spazialità del piazzale Littorio, fondata su squadrature stereometriche e sul contrappuntistico ordinamento dell’insieme e delle singole fabbriche, annuncia un nuovo corso della progettazione architettonica e urbanistica di Bosio, che la sua morte prematura interrompe.
2012
Ricostruzione grafica dello schizzo della prima ipotesi di sistemazione del Piazzale del Littorio di G. Bosio per il Piano Regolatore Generale per la città di Tirana, 1939.
Malleo, F. (2012). Ricostruzione grafica dello schizzo della prima ipotesi di sistemazione del Piazzale del Littorio di G. Bosio per il Piano Regolatore Generale per la città di Tirana, 1939 -Sistemazione degli spazi urbani e politica dell'immagine fascista nell'Albania degli anni Trenta. In Architetti e ingegneri italiani in Albania [Disegno].
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