La degradazione del suolo è uno degli aspetti più rilevanti del cambiamento globale e la vulnerabilità dei terreni italiani ai processi di degradazione è certamente superiore ad altri paesi europei, a causa delle caratteristiche specifiche e dell’ alta variabilità delle condizioni ambientali.Oltre alle cause naturali, la degradazione del suolo è spesso causata dall'effetto delle attività umane ed in particolare all'utilizzazione delle terre non corretta. Le informazioni memorizzate nella base di dati nazionale del suolo sono state usate per un primo controllo della qualità dei suoli italiani e degli effetti delle politiche gestionali. La banca dati è costituita da un database, contenente informazioni sui profili pedologici e unità tipologiche di suolo, e da un geodatabase, con poligoni realizzati a scala di riferimento variabile tra 1:500.000 e 1:100.000, a seconda delle regioni. Le tipologie pedologiche e i sistemi di suoli sono stati realizzati attraverso una collaborazione con i pedologi referenti di tutte le regioni italiane, che ha portato alla individuazione dei dati pedologici regionali da condividere nella banca dati nazionale e utili a rappresentare i principali pedopaesaggi nazionali.La banca dati geografica contiene informazioni sulla morfologia, processi morfogenetici, drenaggio,litologia, copertura del suolo, e componenti territoriali dei sistemi pedologici. Una “componente territoriale” è una delle combinazione di morfologia, litologia e copertura del suolo presenti nel sistema di terre, che è stata individuata tramite l’uso delle informazioni provenienti dai rilevamenti pedologici regionali e di tematismi specifici, codificati secondo legende con un grado di generalizzazione adeguato alla scala di riferimento. La componente territoriale non è delineata, mala sua incidenza nel poligono è decrescente secondo l’ordine numerico che la identifica. Nel geodatabase sono riportati i suoli prevalenti in ogni componente territoriale di ogni poligono,individuati come codici (ad esempio, 61.3RGca1) a cui corrispondono tutta una serie di informazioni sui caratteri delle tipologie pedologiche, sui profili e loro dati analitici, raccolte nel database. Le tipologie pedologiche sono organizzate in unità tipologiche di suolo (UTS) e sottotipologie(STS). Le UTS sono finalizzate alla descrizione della geografia dei suoli, mentre le STS alla sintesi dei loro caratteri genetici e funzionali. Ogni UTS è costituita da perlomeno una STS. Le STS raggruppano le osservazioni pedologiche presenti nel database nazionale o in quelli regionali chehanno simile classificazione, organizzazione e caratteri dei loro orizzonti funzionali. Un orizzonte funzionale è uno strato del profilo che raggruppa o suddivide gli orizzonti genetici in funzione delle proprietà che influenzano l’uso e la gestione di quei suoli specifici, in particolare, la loro capacità d’uso.Ogni STS ha un profilo caposaldo di riferimento ed è descritta da un profilo modale, fornito dai servizi pedologici regionali, oppure costruito automaticamente dal software elaborando i valori di tutti i profili afferenti alla STS presenti nel database nazionale. Gli attributi considerati descrivono i caratteri medi o modali della stazione e del profilo. In particolare, è calcolata la media, la deviazione standard e la numerosità campionaria degli attributi quantitativi, mentre, per quelli qualitativi, il numero di dati considerati e il valore modale. Inoltre, per ogni STS, sono presenti alcune valutazioni delle qualità dei suoli, ottenute tramite pedofunzioni implementate nel software:capacità d’uso, regimi udometrico e termometrico, indici di incrostamento e di compattamento,capacità depurativa e di accettazione delle piogge.La banca dati attualmente contiene informazioni relative a 3357 poligoni, 2182 sistemi pedologici,4058 componenti territoriali, 1109 UTS, 1233 STS e relativi profili modali, e 1073 profili di riferimento. Il numero di tipologie pedologiche in particolare, pur non essendo esaustivo della variabilità pedologica italiana, è altamente rappresentativo alla scala di riferimento, in quanto le tipologie sono state individuate sulla base delle molte decine di migliaia di osservazioni pedologiche raccolte nelle banche dati regionali e nazionale. I Vertic Cambisols sono la principale tipologia pedologica in Italia; tra questi i Vertic Cambisols rappresentano una delle componenti maggioritarie nelle aree agricole. Recenti studi hanno dimostrato che la biodiversità batterica,apprezzata con tecniche molecolari, di Vertic Cambisols molto simili, ma presenti in contesti climatici diversi, è significativamente diversa, mentre il diverso uso del suolo ha una influenza più limitata. L’uso del suolo ha invece rilevanza sull’accumulo di sostanza organica e sulle forme di humus. Oltre al sigillamento del terreno, causato dal consumo di suolo per insediamenti, l'erosione, i movimenti di terra ed il declino della materia organica, sono stati evidenziati altri processi di degradazione, meno percettibili, ma ugualmente importanti, come il compattamento del suolo. I dati della banca dati nazionale inoltre hanno permesso un'analisi più specifica degli effetti delle utilizzazioni delle terre su alcuni processi di degradazione del terreno. I risultati hanno confermato il basso contenuto della materia organica dei terreni coltivati a seminativo e colture arboree specializzate e l'influenza negativa di un basso contenuto di materia organica sul compattamento del terreno. L'irrigazione non ha mostrato un'influenza statisticamente significativa sulla salinità del terreno per la maggior parte delle colture, con l'eccezione delle ortive, ma ha contribuito alla diminuzione di carbonio organico nei suoli delle colture effettuate senza una copertura erbacea.Lo stock attuale di carbonio organico (periodo di riferimento 1999-2008), relativo agli orizzonti superficiali (50 cm), è stato stimato in 2,93 Pg o 95 Mg/ha, in particolare, 1,24 Pg (121 Mg/ha)nelle aree boscate; 1,31 Pg (80,0 Mg/ha) nei seminativi; 0,38 Pg (108 Mg/ha) nelle aree agricole non arative. Per quanto riguarda l’andamento temporale, vi è evidenza di una perdita nello stock di carbonio organico nei suoli italiani fra la prima e la seconda decade con una lenta ripresa fra la seconda e la terza decade, con andamenti simili nei tre raggruppamenti di uso del suolo considerati.I Cambisuoli agrari sono risultati essere una tipologia di suoli molto sensibile alla perdita o all’accumulo di carbonio organico nel tempo, per cui è ammissibile che buona parte dei suoli italiani possa accumulare o perdere carbonio organico in tempi relativamente brevi, a seguito dell’interazione tra la loro gestione agricola e forestale e i cambiamenti climatici in corso. Questa caratteristica dei suoli italiani, se adeguatamente sfruttata, consentirebbe all’Italia di assolvere più agevolmente e velocemente agli impegni presi nel Protocollo di Kyoto, in particolare, il carbonio accumulato nei suoli agrari potrebbe sommarsi a quello accumulato nei suoli forestali e nei soprasuoli forestali.

Costantini, E., Fantappiè, M., L'Abate, G. (2011). Suoli d'Italia: minacce, stato ed efficacia delle risposte. Casa Editrice La Sapienza.

Suoli d'Italia: minacce, stato ed efficacia delle risposte

FANTAPPIE', Maria;
2011-01-01

Abstract

La degradazione del suolo è uno degli aspetti più rilevanti del cambiamento globale e la vulnerabilità dei terreni italiani ai processi di degradazione è certamente superiore ad altri paesi europei, a causa delle caratteristiche specifiche e dell’ alta variabilità delle condizioni ambientali.Oltre alle cause naturali, la degradazione del suolo è spesso causata dall'effetto delle attività umane ed in particolare all'utilizzazione delle terre non corretta. Le informazioni memorizzate nella base di dati nazionale del suolo sono state usate per un primo controllo della qualità dei suoli italiani e degli effetti delle politiche gestionali. La banca dati è costituita da un database, contenente informazioni sui profili pedologici e unità tipologiche di suolo, e da un geodatabase, con poligoni realizzati a scala di riferimento variabile tra 1:500.000 e 1:100.000, a seconda delle regioni. Le tipologie pedologiche e i sistemi di suoli sono stati realizzati attraverso una collaborazione con i pedologi referenti di tutte le regioni italiane, che ha portato alla individuazione dei dati pedologici regionali da condividere nella banca dati nazionale e utili a rappresentare i principali pedopaesaggi nazionali.La banca dati geografica contiene informazioni sulla morfologia, processi morfogenetici, drenaggio,litologia, copertura del suolo, e componenti territoriali dei sistemi pedologici. Una “componente territoriale” è una delle combinazione di morfologia, litologia e copertura del suolo presenti nel sistema di terre, che è stata individuata tramite l’uso delle informazioni provenienti dai rilevamenti pedologici regionali e di tematismi specifici, codificati secondo legende con un grado di generalizzazione adeguato alla scala di riferimento. La componente territoriale non è delineata, mala sua incidenza nel poligono è decrescente secondo l’ordine numerico che la identifica. Nel geodatabase sono riportati i suoli prevalenti in ogni componente territoriale di ogni poligono,individuati come codici (ad esempio, 61.3RGca1) a cui corrispondono tutta una serie di informazioni sui caratteri delle tipologie pedologiche, sui profili e loro dati analitici, raccolte nel database. Le tipologie pedologiche sono organizzate in unità tipologiche di suolo (UTS) e sottotipologie(STS). Le UTS sono finalizzate alla descrizione della geografia dei suoli, mentre le STS alla sintesi dei loro caratteri genetici e funzionali. Ogni UTS è costituita da perlomeno una STS. Le STS raggruppano le osservazioni pedologiche presenti nel database nazionale o in quelli regionali chehanno simile classificazione, organizzazione e caratteri dei loro orizzonti funzionali. Un orizzonte funzionale è uno strato del profilo che raggruppa o suddivide gli orizzonti genetici in funzione delle proprietà che influenzano l’uso e la gestione di quei suoli specifici, in particolare, la loro capacità d’uso.Ogni STS ha un profilo caposaldo di riferimento ed è descritta da un profilo modale, fornito dai servizi pedologici regionali, oppure costruito automaticamente dal software elaborando i valori di tutti i profili afferenti alla STS presenti nel database nazionale. Gli attributi considerati descrivono i caratteri medi o modali della stazione e del profilo. In particolare, è calcolata la media, la deviazione standard e la numerosità campionaria degli attributi quantitativi, mentre, per quelli qualitativi, il numero di dati considerati e il valore modale. Inoltre, per ogni STS, sono presenti alcune valutazioni delle qualità dei suoli, ottenute tramite pedofunzioni implementate nel software:capacità d’uso, regimi udometrico e termometrico, indici di incrostamento e di compattamento,capacità depurativa e di accettazione delle piogge.La banca dati attualmente contiene informazioni relative a 3357 poligoni, 2182 sistemi pedologici,4058 componenti territoriali, 1109 UTS, 1233 STS e relativi profili modali, e 1073 profili di riferimento. Il numero di tipologie pedologiche in particolare, pur non essendo esaustivo della variabilità pedologica italiana, è altamente rappresentativo alla scala di riferimento, in quanto le tipologie sono state individuate sulla base delle molte decine di migliaia di osservazioni pedologiche raccolte nelle banche dati regionali e nazionale. I Vertic Cambisols sono la principale tipologia pedologica in Italia; tra questi i Vertic Cambisols rappresentano una delle componenti maggioritarie nelle aree agricole. Recenti studi hanno dimostrato che la biodiversità batterica,apprezzata con tecniche molecolari, di Vertic Cambisols molto simili, ma presenti in contesti climatici diversi, è significativamente diversa, mentre il diverso uso del suolo ha una influenza più limitata. L’uso del suolo ha invece rilevanza sull’accumulo di sostanza organica e sulle forme di humus. Oltre al sigillamento del terreno, causato dal consumo di suolo per insediamenti, l'erosione, i movimenti di terra ed il declino della materia organica, sono stati evidenziati altri processi di degradazione, meno percettibili, ma ugualmente importanti, come il compattamento del suolo. I dati della banca dati nazionale inoltre hanno permesso un'analisi più specifica degli effetti delle utilizzazioni delle terre su alcuni processi di degradazione del terreno. I risultati hanno confermato il basso contenuto della materia organica dei terreni coltivati a seminativo e colture arboree specializzate e l'influenza negativa di un basso contenuto di materia organica sul compattamento del terreno. L'irrigazione non ha mostrato un'influenza statisticamente significativa sulla salinità del terreno per la maggior parte delle colture, con l'eccezione delle ortive, ma ha contribuito alla diminuzione di carbonio organico nei suoli delle colture effettuate senza una copertura erbacea.Lo stock attuale di carbonio organico (periodo di riferimento 1999-2008), relativo agli orizzonti superficiali (50 cm), è stato stimato in 2,93 Pg o 95 Mg/ha, in particolare, 1,24 Pg (121 Mg/ha)nelle aree boscate; 1,31 Pg (80,0 Mg/ha) nei seminativi; 0,38 Pg (108 Mg/ha) nelle aree agricole non arative. Per quanto riguarda l’andamento temporale, vi è evidenza di una perdita nello stock di carbonio organico nei suoli italiani fra la prima e la seconda decade con una lenta ripresa fra la seconda e la terza decade, con andamenti simili nei tre raggruppamenti di uso del suolo considerati.I Cambisuoli agrari sono risultati essere una tipologia di suoli molto sensibile alla perdita o all’accumulo di carbonio organico nel tempo, per cui è ammissibile che buona parte dei suoli italiani possa accumulare o perdere carbonio organico in tempi relativamente brevi, a seguito dell’interazione tra la loro gestione agricola e forestale e i cambiamenti climatici in corso. Questa caratteristica dei suoli italiani, se adeguatamente sfruttata, consentirebbe all’Italia di assolvere più agevolmente e velocemente agli impegni presi nel Protocollo di Kyoto, in particolare, il carbonio accumulato nei suoli agrari potrebbe sommarsi a quello accumulato nei suoli forestali e nei soprasuoli forestali.
2011
978-88-95814-40-7
Costantini, E., Fantappiè, M., L'Abate, G. (2011). Suoli d'Italia: minacce, stato ed efficacia delle risposte. Casa Editrice La Sapienza.
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