Questo lavoro si inserisce nel filone di ricerca dell’analisi dei rapporti tra finanza innovativa, svolta da una particolare categoria di intermediari finanziari quali le banche di credito cooperativo (Bcc), e sistemi regionali di innovazione quando questi ultimi assumono, in particolare, la fisionomia di distretti tecnologici. Si è pensato di contestualizzare questo saggio in un periodo molto problematico, quale il 2006-2011, contrassegnato dalla crisi internazionale che, soprattutto a partire dal 2009, ha assunto i connotati di uno shock non solo finanziario bensì anche strutturale con pesanti ricadute sull’economia reale del nostro Paese. Questa scelta trova una sua rationell’evidenza empirica delle forti ricadute che in Italia tale crisi ha esercitato sui livelli di redditività degli intermediari finanziari 1 : nel caso specifico delle Bccsi è riscontrato un calo degli utili e dell’indice Roe– Return on Equity– di oltre il 30% nell’anno 2009 e di oltre il 50% nell’anno 2010 mentre timidi segni di ripresa si sono riscontrati solo nell’anno 2011. Le ricadute si sono avute anche sul trend di sviluppo del mercato del private equitye venture capitalove si è verificato un significativo rallentamento nel ricorso da parte di imprese target (imprese di nuova istituzione e di piccola e/o piccolissima dimensione) al canale finanziario (Aifi, 2011). Questo in un contesto generale in cui si sono manifestati diversi fattori che fino all’estate del 2007 invece erano totalmente assenti quali, ad esempio: la rarefazione della liquidità che aveva consentito ai diversi intermediari finanziari di portare a termine importanti progetti di finanziamento; un maggior rigore delle banche nel processo di valutazione del merito creditizio incrementando la predilezione dell’uso di hard informatione garanzie riferibili a tangible assets; da qui, in ultimo, una minore disponibilità generale del credito. In un tale contesto, si è ritenuto utile cercare di individuare quali prospettive sono ravvisabili nel particolare segmento della finanza innovativa per le Bcc, in uno scenario di mercato ove tutti gli intermediari finanziari sono alla ricerca di strade percorribili per incrementare i propri margini reddituali.

Arnone, M., Di Giorgio, G., Sorrentino, A. (2013). Le banche locali e il sostegno alla finanza innovativa per lo sviluppo territoriale dopo la crisi finanziaria. In G. Bracchi, D. Masciandaro (a cura di), Banche e ciclo economico: redditività, stabilità e nuova vigilanza. XVIII rapporto della Fondazione Rosselli. ROMA : EDIBANK.

Le banche locali e il sostegno alla finanza innovativa per lo sviluppo territoriale dopo la crisi finanziaria

ARNONE, Massimo;
2013-01-01

Abstract

Questo lavoro si inserisce nel filone di ricerca dell’analisi dei rapporti tra finanza innovativa, svolta da una particolare categoria di intermediari finanziari quali le banche di credito cooperativo (Bcc), e sistemi regionali di innovazione quando questi ultimi assumono, in particolare, la fisionomia di distretti tecnologici. Si è pensato di contestualizzare questo saggio in un periodo molto problematico, quale il 2006-2011, contrassegnato dalla crisi internazionale che, soprattutto a partire dal 2009, ha assunto i connotati di uno shock non solo finanziario bensì anche strutturale con pesanti ricadute sull’economia reale del nostro Paese. Questa scelta trova una sua rationell’evidenza empirica delle forti ricadute che in Italia tale crisi ha esercitato sui livelli di redditività degli intermediari finanziari 1 : nel caso specifico delle Bccsi è riscontrato un calo degli utili e dell’indice Roe– Return on Equity– di oltre il 30% nell’anno 2009 e di oltre il 50% nell’anno 2010 mentre timidi segni di ripresa si sono riscontrati solo nell’anno 2011. Le ricadute si sono avute anche sul trend di sviluppo del mercato del private equitye venture capitalove si è verificato un significativo rallentamento nel ricorso da parte di imprese target (imprese di nuova istituzione e di piccola e/o piccolissima dimensione) al canale finanziario (Aifi, 2011). Questo in un contesto generale in cui si sono manifestati diversi fattori che fino all’estate del 2007 invece erano totalmente assenti quali, ad esempio: la rarefazione della liquidità che aveva consentito ai diversi intermediari finanziari di portare a termine importanti progetti di finanziamento; un maggior rigore delle banche nel processo di valutazione del merito creditizio incrementando la predilezione dell’uso di hard informatione garanzie riferibili a tangible assets; da qui, in ultimo, una minore disponibilità generale del credito. In un tale contesto, si è ritenuto utile cercare di individuare quali prospettive sono ravvisabili nel particolare segmento della finanza innovativa per le Bcc, in uno scenario di mercato ove tutti gli intermediari finanziari sono alla ricerca di strade percorribili per incrementare i propri margini reddituali.
2013
Arnone, M., Di Giorgio, G., Sorrentino, A. (2013). Le banche locali e il sostegno alla finanza innovativa per lo sviluppo territoriale dopo la crisi finanziaria. In G. Bracchi, D. Masciandaro (a cura di), Banche e ciclo economico: redditività, stabilità e nuova vigilanza. XVIII rapporto della Fondazione Rosselli. ROMA : EDIBANK.
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