Il centro storico della città di Palermo possiede un enorme giacimento di beni culturali, fra cui chiese, palazzi e testimonianze antiche, molti dei quali poco valorizzati, altri ancora che versano in uno stato di degrado avanzato. L’abbandono nelle strutture antiche è talvolta disastroso e accelera i processi di decadimento già in atto; per fare un esempio nel 1997 si è assi- stito a Palermo all’apertura del recuperato cinquecentesco complesso dello Spasimo, simbolo in quegli anni della rinascita della città e poi, a pochi anni di distanza, nel 2009 anche alla sua improvvisa chiusura. Il complesso storico monumentale dello Spasimo, in questo caso, ha rappresentato - per coloro che venivano dopo a gover- nare la città - l’Amministrazione che ne aveva promosso anni prima il suo recupero; quindi la sua chiusura è stata una con- seguenza naturale che si è verificata con il cambio di colore po- litico della stessa Amministrazione Comunale. In questa triste cronaca, chi perde è la città, chi la visita, il turista, che vaga in un centro storico spesso inospitale, che non propone nulla di interessante. L’offerta turistica della Palermo antica non è curata e gli interventi di recupero - quando vengono eseguiti - non tengono conto delle diverse potenzialità che il bene culturale una volta Territorio storico, turismo: una mappa delle risorse 225 risanato può offrire. Le scelte funzionali che vengono effettuate spesso non sono il frutto di una programmazione attenta, ma derivano da motivazioni casuali spesso improvvisate. Inoltre ancora oggi, non esiste un vero e proprio coordinamento fra enti deputati alla promozione, alla valorizzazione e al recupero dei beni culturali ed esistono ancora molte barriere anche cul- turali fra diversi livelli di competenze, che dovrebbero oggi più che in passato necessariamente essere integrate. Le conseguenze di questi atteggiamenti sono spesso prevedi- bili: il turista, a parte la Cattedrale, la Cappella Palatina e il Duomo di Monreale spesso non sa esattamente cosa visitare a Palermo, e questo è davvero singolare, specie se pensiamo che la nostra città ha una cultura secolare, possiede un elevatissi- mo numero di chiese, palazzi e di architetture storiche dissemi- nate nei quattro mandamenti. Palermo, in maniera più marcata rispetto ad altre città italiane ha un territorio storico molto va- sto, che si estende oltre i confini della città murata: la Palermo del liberty, ad esempio con il sistema delle ville extraurbane ora inglobate dentro la città contemporanea rappresenta un’enorme patrimonio di risorse non sufficientemente valoriz- zato. I beni culturali monumentali che punteggiano la città non sono messi a sistema, non rappresentano un’offerta per il turi- sta per rimanere qualche giorno in più a Palermo. L’apertura recente di strutture museali, come il GAM (Galleria d’arte Mo- derna) in centro storico, che ospita una interessante rassegna di quadri di pittori siciliani del secolo scorso, inaugurato nel 2006, ha prodotto poco in termini di attrattività turistica; que- ste realtà seppur valide non sono inserite dentro circuiti cultu- rali virtuosi che ne favoriscono lo sviluppo e l’integrazione con altre strutture della città e della regione. Il contributo individua le risorse da mettere in campo, gli scenari attuali, le visioni e le prospettive di progetto in vista del possibile inserimento della città di Palermo fra i siti della World Heritage List dell’Unesco e della insperata candidatura della città a capitale della cultura per il 2019. E’ logico che per realizzare entrambi gli obiettivi assai prestigiosi bisogna avere le carte in regola senza perder tempo.

RIVA SANSEVERINO, R. (2012). Territorio storico, turismo:una mappa delle risorse e delle prospettive del centro storico di Palermo. In M. Ruisi, L. Picciotto (a cura di), Atti IV Riunione scientifica Sistur - Palermo 26/27 ott. 2012 (pp. 224-231). Roma : Aracne srl.

Territorio storico, turismo:una mappa delle risorse e delle prospettive del centro storico di Palermo

RIVA SANSEVERINO, Raffaella
2012-01-01

Abstract

Il centro storico della città di Palermo possiede un enorme giacimento di beni culturali, fra cui chiese, palazzi e testimonianze antiche, molti dei quali poco valorizzati, altri ancora che versano in uno stato di degrado avanzato. L’abbandono nelle strutture antiche è talvolta disastroso e accelera i processi di decadimento già in atto; per fare un esempio nel 1997 si è assi- stito a Palermo all’apertura del recuperato cinquecentesco complesso dello Spasimo, simbolo in quegli anni della rinascita della città e poi, a pochi anni di distanza, nel 2009 anche alla sua improvvisa chiusura. Il complesso storico monumentale dello Spasimo, in questo caso, ha rappresentato - per coloro che venivano dopo a gover- nare la città - l’Amministrazione che ne aveva promosso anni prima il suo recupero; quindi la sua chiusura è stata una con- seguenza naturale che si è verificata con il cambio di colore po- litico della stessa Amministrazione Comunale. In questa triste cronaca, chi perde è la città, chi la visita, il turista, che vaga in un centro storico spesso inospitale, che non propone nulla di interessante. L’offerta turistica della Palermo antica non è curata e gli interventi di recupero - quando vengono eseguiti - non tengono conto delle diverse potenzialità che il bene culturale una volta Territorio storico, turismo: una mappa delle risorse 225 risanato può offrire. Le scelte funzionali che vengono effettuate spesso non sono il frutto di una programmazione attenta, ma derivano da motivazioni casuali spesso improvvisate. Inoltre ancora oggi, non esiste un vero e proprio coordinamento fra enti deputati alla promozione, alla valorizzazione e al recupero dei beni culturali ed esistono ancora molte barriere anche cul- turali fra diversi livelli di competenze, che dovrebbero oggi più che in passato necessariamente essere integrate. Le conseguenze di questi atteggiamenti sono spesso prevedi- bili: il turista, a parte la Cattedrale, la Cappella Palatina e il Duomo di Monreale spesso non sa esattamente cosa visitare a Palermo, e questo è davvero singolare, specie se pensiamo che la nostra città ha una cultura secolare, possiede un elevatissi- mo numero di chiese, palazzi e di architetture storiche dissemi- nate nei quattro mandamenti. Palermo, in maniera più marcata rispetto ad altre città italiane ha un territorio storico molto va- sto, che si estende oltre i confini della città murata: la Palermo del liberty, ad esempio con il sistema delle ville extraurbane ora inglobate dentro la città contemporanea rappresenta un’enorme patrimonio di risorse non sufficientemente valoriz- zato. I beni culturali monumentali che punteggiano la città non sono messi a sistema, non rappresentano un’offerta per il turi- sta per rimanere qualche giorno in più a Palermo. L’apertura recente di strutture museali, come il GAM (Galleria d’arte Mo- derna) in centro storico, che ospita una interessante rassegna di quadri di pittori siciliani del secolo scorso, inaugurato nel 2006, ha prodotto poco in termini di attrattività turistica; que- ste realtà seppur valide non sono inserite dentro circuiti cultu- rali virtuosi che ne favoriscono lo sviluppo e l’integrazione con altre strutture della città e della regione. Il contributo individua le risorse da mettere in campo, gli scenari attuali, le visioni e le prospettive di progetto in vista del possibile inserimento della città di Palermo fra i siti della World Heritage List dell’Unesco e della insperata candidatura della città a capitale della cultura per il 2019. E’ logico che per realizzare entrambi gli obiettivi assai prestigiosi bisogna avere le carte in regola senza perder tempo.
2012
Settore ICAR/21 - Urbanistica
RIVA SANSEVERINO, R. (2012). Territorio storico, turismo:una mappa delle risorse e delle prospettive del centro storico di Palermo. In M. Ruisi, L. Picciotto (a cura di), Atti IV Riunione scientifica Sistur - Palermo 26/27 ott. 2012 (pp. 224-231). Roma : Aracne srl.
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