La riflessione sulla distanza sociale e sui modi in cui si presenta nello spazio sociale assume una più rilevante connotazione semantica quando oggetto di approfondimento è la dimensione delle “pratiche” del quotidiano. Per “pratiche del quotidiano” intendiamo l’insieme di attività che costituiscono il sistema delle azioni orientate da criteri di scelta differenziati in termini di comportamenti razionali, o in riferimento a modelli valoriali e normativi che generano quelle cristallizzazioni del comportamento che definiamo istituzioni. Giacché scopo della ricerca è lo studio delle forme sociali istituzionalizzate in cui si declina la distanza percepita, agita e subita in uno spazio sociale definito, si è ritenuto che l’analisi di tali pratiche avrebbe potuto consentire una conoscenza più approfondita degli aspetti che contribuiscono a costruire e decostruire distanza fra i diversi gruppi che hanno costituito la popolazione analizzata. Per tale ragione si è ritenuto importante soffermarsi sugli stili di vita e sulla relazione fra il modo in cui essi si differenziano e la distanza sociale che ne consegue sia in termini di pratiche adottate per distanziare (DS agita), sia in termini di pratiche per cui la si subisce (DS subita) sia nei modi in cui si percepisce come tale (DS percepita). Obiettivo del presente capitolo è quello di osservare le relazioni esistenti fra alcune pratiche del quotidiano che contribuiscono a definire in letteratura il concetto di stile di vita e la distanza sociale. Si è preferito prendere in considerazione alcuni comportamenti riguardanti il consumo culturale e il consumo del tempo libero per osservare se e in che modo tali pratiche, generalmente focus di osservazione privilegiato per l’analisi degli stili di vita, generino effetti diretti e/o indiretti sui diversi modi in cui si declina la distanza sociale. Da un punto di vista teorico abbiamo utilizzato alcuni concetti già presenti nei lavori di Simmel, Veblen e Bourdieu, di cui si discute nelle pagine che seguono. Il capitolo si conclude con una path analysis attraverso la quale è stato possibile osservare la relazione fra alcune variabili strutturali e le scale di atteggiamento finalizzate a misurare la distanza sociale nelle sue diverse forme e con un approfondimento riguardante la relazione fra consumi e stili di vita nelle città de Nord e del Sud

LO VERDE FM, LA SPINA ANTONIO (2007). Distanza sociale e stili di vita. In CESAREO VINCENZO A CURA DI (a cura di), La distanza sociale in sette aree urbane italiane (pp. 220-252). MILANO : ANGELI.

Distanza sociale e stili di vita

LO VERDE, Fabio Massimo;
2007-01-01

Abstract

La riflessione sulla distanza sociale e sui modi in cui si presenta nello spazio sociale assume una più rilevante connotazione semantica quando oggetto di approfondimento è la dimensione delle “pratiche” del quotidiano. Per “pratiche del quotidiano” intendiamo l’insieme di attività che costituiscono il sistema delle azioni orientate da criteri di scelta differenziati in termini di comportamenti razionali, o in riferimento a modelli valoriali e normativi che generano quelle cristallizzazioni del comportamento che definiamo istituzioni. Giacché scopo della ricerca è lo studio delle forme sociali istituzionalizzate in cui si declina la distanza percepita, agita e subita in uno spazio sociale definito, si è ritenuto che l’analisi di tali pratiche avrebbe potuto consentire una conoscenza più approfondita degli aspetti che contribuiscono a costruire e decostruire distanza fra i diversi gruppi che hanno costituito la popolazione analizzata. Per tale ragione si è ritenuto importante soffermarsi sugli stili di vita e sulla relazione fra il modo in cui essi si differenziano e la distanza sociale che ne consegue sia in termini di pratiche adottate per distanziare (DS agita), sia in termini di pratiche per cui la si subisce (DS subita) sia nei modi in cui si percepisce come tale (DS percepita). Obiettivo del presente capitolo è quello di osservare le relazioni esistenti fra alcune pratiche del quotidiano che contribuiscono a definire in letteratura il concetto di stile di vita e la distanza sociale. Si è preferito prendere in considerazione alcuni comportamenti riguardanti il consumo culturale e il consumo del tempo libero per osservare se e in che modo tali pratiche, generalmente focus di osservazione privilegiato per l’analisi degli stili di vita, generino effetti diretti e/o indiretti sui diversi modi in cui si declina la distanza sociale. Da un punto di vista teorico abbiamo utilizzato alcuni concetti già presenti nei lavori di Simmel, Veblen e Bourdieu, di cui si discute nelle pagine che seguono. Il capitolo si conclude con una path analysis attraverso la quale è stato possibile osservare la relazione fra alcune variabili strutturali e le scale di atteggiamento finalizzate a misurare la distanza sociale nelle sue diverse forme e con un approfondimento riguardante la relazione fra consumi e stili di vita nelle città de Nord e del Sud
2007
LO VERDE FM, LA SPINA ANTONIO (2007). Distanza sociale e stili di vita. In CESAREO VINCENZO A CURA DI (a cura di), La distanza sociale in sette aree urbane italiane (pp. 220-252). MILANO : ANGELI.
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