Le nuove dinamiche produttive, gli interventi di sviluppo sostenibile e le domande di conservazione del patrimonio architettonico che oggi investono le aree di waterfront delle città rappresentano un importante spunto di riflessione in una fase in cui il tema della rigenerazione delle “città d’acqua” sta aprendosi a nuove opportunità di trasformazione urbana e territoriale, agendo in maniera attiva nello scenario della produzione della qualità urbana. La rilevanza assunta negli ultimi anni dalle trasformazioni urbane in area di waterfront storici delle città ha, infatti, aperto nuove prospettive – e le conseguenti sfide – per la ricerca sulle condizioni di rischio, sulle pressioni antropiche e sulle opportunità offerte dall’armatura storica e identitaria. Le dinamiche di trasformazione e le necessità di conservazione del patrimonio materiale e immateriale dei waterfront storici richiedono che le indagini e le sperimentazioni progettuali portati avanti in Sicilia dalla “Carta del Rischio a scala locale” puntino la loro attenzione cognitiva, interpretativa e diagnostica alle aree costiere. Dovranno mutare gli strumenti analitici e progettuali rivolti al delicato sistema urbano in cui la città di pietra e la città d’acqua si intersecano, producendo sinapsi feconde ma anche delicate criticità, in quell’area urbana d’interfaccia liquida che riversa il suo riverbero nell’intero contesto territoriale producendo opportunità di sviluppo e connettendo il waterfront al sistema produttivo territoriale.

Carta, M. (2008). I waterfront come generatori di qualità urbana. In A. Badami, D. Ronsivalle (a cura di), Città d’acqua. Risorse culturali e sviluppo urbano nei waterfront (pp. 7-11). Roma : Aracne.

I waterfront come generatori di qualità urbana

CARTA, Maurizio
2008-01-01

Abstract

Le nuove dinamiche produttive, gli interventi di sviluppo sostenibile e le domande di conservazione del patrimonio architettonico che oggi investono le aree di waterfront delle città rappresentano un importante spunto di riflessione in una fase in cui il tema della rigenerazione delle “città d’acqua” sta aprendosi a nuove opportunità di trasformazione urbana e territoriale, agendo in maniera attiva nello scenario della produzione della qualità urbana. La rilevanza assunta negli ultimi anni dalle trasformazioni urbane in area di waterfront storici delle città ha, infatti, aperto nuove prospettive – e le conseguenti sfide – per la ricerca sulle condizioni di rischio, sulle pressioni antropiche e sulle opportunità offerte dall’armatura storica e identitaria. Le dinamiche di trasformazione e le necessità di conservazione del patrimonio materiale e immateriale dei waterfront storici richiedono che le indagini e le sperimentazioni progettuali portati avanti in Sicilia dalla “Carta del Rischio a scala locale” puntino la loro attenzione cognitiva, interpretativa e diagnostica alle aree costiere. Dovranno mutare gli strumenti analitici e progettuali rivolti al delicato sistema urbano in cui la città di pietra e la città d’acqua si intersecano, producendo sinapsi feconde ma anche delicate criticità, in quell’area urbana d’interfaccia liquida che riversa il suo riverbero nell’intero contesto territoriale producendo opportunità di sviluppo e connettendo il waterfront al sistema produttivo territoriale.
2008
Settore ICAR/21 - Urbanistica
Carta, M. (2008). I waterfront come generatori di qualità urbana. In A. Badami, D. Ronsivalle (a cura di), Città d’acqua. Risorse culturali e sviluppo urbano nei waterfront (pp. 7-11). Roma : Aracne.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
162 I waterfront come generatori di qualità urbana (aracne).pdf

accesso aperto

Dimensione 214.53 kB
Formato Adobe PDF
214.53 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/75619
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact