Gli edifici della modernità in Sicilia formano una suggestiva corona che guarnisce l'isola sui tre lati. La modernità disegna il perimetro della Sicilia, aprendone i confini ad un respiro di internazionalismo e attualità. Nell’architettura, tra la metà dell'Ottocento e il periodo compreso tra le due guerre del secolo scorso, si registra una notevole circolazione di idee, di manualistica, di costanti confronti e aggiornamenti. Una tensione che viene coinvolta nel complessivo raggelamento dei portati del Movimento Moderno che interviene tra gli anni '50 e '60. Si chiude un ciclo felice, gli elementi della modernità si appannano, a partire da uno dei contenuti più essenziali dell'architettura: le regole nobili del progetto. Alle questioni relative alle regole può essere utilmente riferita la dicotomia tra gravità e leggerezza. L'architettura, per sua ineluttabile natura, pesa sul mondo in cui è fondata, l'appartenenza al suolo è una regola connessa al suo essere. Il restauro del Moderno deve comprendere ad un tempo le questioni legate alla sopravvivenza delle singole opere assieme alla riorganizzazione di ampie parti di città contemporanea. Occorre la capacità di reagire in modo idoneo al consumo, tecnico e materiale, dell'edilizia, assieme ad un’idonea maturazione di apparati cultuali, politici e imprenditoriali. Occorre inoltre avere una visione chiara, operativa, dei diversi livelli di interazione fra la città, il territorio e l'economia attraverso fattivi coordinamenti entro cui l'architetto è una figura importantissima, ma non l’unica. Il restauro, del Moderno in particolare, non può non coincidere con il progetto, un progetto che valuti la qualità e le regole di ogni specifica architettura, definendone creativamente nuovi destini e procedimenti riabilitativi in grado di restituirle alla vita dell'oggi. Emerge con evidenza la capacità che questi edifici possiedono, di predisporsi, anche con modificazioni leggere, ad usi contemporanei e ad una rinnovata presenza che ne restituisca il loro valore alla società, come permanenza distintiva e culturale del proprio essere. Gravità e leggerezza: nella forma dell’architettura, nel progetto di architettura.

Cannone, F. (2011). Architettura tra gravità e leggerezza. In E. Palazzotto (a cura di), Il restauro del moderno in Italia e in Europa (pp. 35-38). Milano : Franco Angeli.

Architettura tra gravità e leggerezza

CANNONE, Francesco
2011-01-01

Abstract

Gli edifici della modernità in Sicilia formano una suggestiva corona che guarnisce l'isola sui tre lati. La modernità disegna il perimetro della Sicilia, aprendone i confini ad un respiro di internazionalismo e attualità. Nell’architettura, tra la metà dell'Ottocento e il periodo compreso tra le due guerre del secolo scorso, si registra una notevole circolazione di idee, di manualistica, di costanti confronti e aggiornamenti. Una tensione che viene coinvolta nel complessivo raggelamento dei portati del Movimento Moderno che interviene tra gli anni '50 e '60. Si chiude un ciclo felice, gli elementi della modernità si appannano, a partire da uno dei contenuti più essenziali dell'architettura: le regole nobili del progetto. Alle questioni relative alle regole può essere utilmente riferita la dicotomia tra gravità e leggerezza. L'architettura, per sua ineluttabile natura, pesa sul mondo in cui è fondata, l'appartenenza al suolo è una regola connessa al suo essere. Il restauro del Moderno deve comprendere ad un tempo le questioni legate alla sopravvivenza delle singole opere assieme alla riorganizzazione di ampie parti di città contemporanea. Occorre la capacità di reagire in modo idoneo al consumo, tecnico e materiale, dell'edilizia, assieme ad un’idonea maturazione di apparati cultuali, politici e imprenditoriali. Occorre inoltre avere una visione chiara, operativa, dei diversi livelli di interazione fra la città, il territorio e l'economia attraverso fattivi coordinamenti entro cui l'architetto è una figura importantissima, ma non l’unica. Il restauro, del Moderno in particolare, non può non coincidere con il progetto, un progetto che valuti la qualità e le regole di ogni specifica architettura, definendone creativamente nuovi destini e procedimenti riabilitativi in grado di restituirle alla vita dell'oggi. Emerge con evidenza la capacità che questi edifici possiedono, di predisporsi, anche con modificazioni leggere, ad usi contemporanei e ad una rinnovata presenza che ne restituisca il loro valore alla società, come permanenza distintiva e culturale del proprio essere. Gravità e leggerezza: nella forma dell’architettura, nel progetto di architettura.
2011
Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana
Cannone, F. (2011). Architettura tra gravità e leggerezza. In E. Palazzotto (a cura di), Il restauro del moderno in Italia e in Europa (pp. 35-38). Milano : Franco Angeli.
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