Tra la fine degli anni 'SO e l'inizio degli anni '90 del Cinquecento Torquato 'Tasso ebbe frequenti contatti epistolari con Giovanni III Ventimiglia, marchese di Genici, prìncipe di Castelbuono. Si trattò di precise richieste di aiuti materiali e di segnalazioni presso cardinali influenti, che Tasso, ricambiò con qualche citazione poetica e alcuni versi encomiastici. Fu cosi che il nostro principe divenne assiduo promotore dell'opera del poeta ferrarese nella nostra isola, e in particolare del suo teatro, che egli si curò di far rappresentare più volte a Palermo. Era appena trascorso un anno dalla prima edizione a stampa, quando la commedia Intrichi d'amore fu messa in scena al teatro dello Spasimo in occasione dei festeggiamenti per la nascita dell'infante di Spagna nel 1605. Fu quello l'inizio di una fortunata serie di rappresentazioni, tutte legate ad importanti eventi cerimoniali, che continuò negli anni successivi, fino a quando nel 1616 fu messo in atto, ancora allo Spasimo, un singolare esperimento drammaturgico. Si trattò di un inedito rifacimento della commedia del Tasso caratterizzato dall'introduzione del servo buffo siciliano Masi e di altri personaggi minori, oltre che di un 'inedita maschera del Capitano. Il risultato comico fu straordinario, sì che quella rappresentazione divenne un vero e proprio archetipo della commedia letteraria popolaresca del Seicento in Sicilia. Di questa particolare rielaborazione diamo qui alle stampe una copia settecentesca conservata manoscritta presso la Biblioteca Universitaria di Catania, la cui stesura fu eseguita nell'entourage culturale del vescovo Salvatore Ventimiglia (1757-1771), al quale si deve, fra le altre rose, la riorganizzazione dell'Università etnea.
ISGRO', G. (2012). Gli "intrighi" del Tasso in Sicilia. Palermo : Carlo Saladino Editore.
Gli "intrighi" del Tasso in Sicilia
ISGRO', Giovanni
2012-01-01
Abstract
Tra la fine degli anni 'SO e l'inizio degli anni '90 del Cinquecento Torquato 'Tasso ebbe frequenti contatti epistolari con Giovanni III Ventimiglia, marchese di Genici, prìncipe di Castelbuono. Si trattò di precise richieste di aiuti materiali e di segnalazioni presso cardinali influenti, che Tasso, ricambiò con qualche citazione poetica e alcuni versi encomiastici. Fu cosi che il nostro principe divenne assiduo promotore dell'opera del poeta ferrarese nella nostra isola, e in particolare del suo teatro, che egli si curò di far rappresentare più volte a Palermo. Era appena trascorso un anno dalla prima edizione a stampa, quando la commedia Intrichi d'amore fu messa in scena al teatro dello Spasimo in occasione dei festeggiamenti per la nascita dell'infante di Spagna nel 1605. Fu quello l'inizio di una fortunata serie di rappresentazioni, tutte legate ad importanti eventi cerimoniali, che continuò negli anni successivi, fino a quando nel 1616 fu messo in atto, ancora allo Spasimo, un singolare esperimento drammaturgico. Si trattò di un inedito rifacimento della commedia del Tasso caratterizzato dall'introduzione del servo buffo siciliano Masi e di altri personaggi minori, oltre che di un 'inedita maschera del Capitano. Il risultato comico fu straordinario, sì che quella rappresentazione divenne un vero e proprio archetipo della commedia letteraria popolaresca del Seicento in Sicilia. Di questa particolare rielaborazione diamo qui alle stampe una copia settecentesca conservata manoscritta presso la Biblioteca Universitaria di Catania, la cui stesura fu eseguita nell'entourage culturale del vescovo Salvatore Ventimiglia (1757-1771), al quale si deve, fra le altre rose, la riorganizzazione dell'Università etnea.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Pubblicazione di adattamento inedito di Anonimo del Seicento della commedia "Gli intrichi d'amore" di Torquato Tasso
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