I soprannomi etnici costituiscono, in Sicilia, uno strumento onomastico privilegiato per cogliere le dinamiche della percezione intercomunitaria. Essi, infatti, disegnano, attraverso i tratti che si ritengono salienti, i caratteri, denotativi e connotativi, dei diversi centri. Analizzando il corpus di Pitrè, raccolto alla fine del XIX secolo, e il corpus odierno, raccolto all’interno del progetto DASES, è possibile cogliere il cambiamento, ma anche la persistenza di alcuni tratti, da quelli ergologici e quelli alimentari, da quelli comportamentali a quelli economici. Ciò consente di valutare cosa sia cambiato e cosa si sia mantenuto, che cosa le comunità continuino a stigmatizzare e quali elementi non siano più idonei ad attivare il processo onomaturgico. Il lavoro dimostra come nella Sicilia postunitaria che si apre al XXI secolo i soprannomi etnici siano ancora vitali, sebbene in molti contesti oggi si traducano soltanto nell’insulto generico.
Castiglione, M., Burgio, M. (2012). Dinamiche della percezione comunitaria attraverso i soprannomi etnici. Da Pitrè a oggi, in Sicilia.. In P. D'Achille, E. Caffarelli (a cura di), Lessicografia e onomastica nei 150 anni dell'Italia unita (pp. 79-99). Roma : Società Editrice Romana.
Dinamiche della percezione comunitaria attraverso i soprannomi etnici. Da Pitrè a oggi, in Sicilia.
CASTIGLIONE, Marina Calogera;BURGIO, Michele
2012-01-01
Abstract
I soprannomi etnici costituiscono, in Sicilia, uno strumento onomastico privilegiato per cogliere le dinamiche della percezione intercomunitaria. Essi, infatti, disegnano, attraverso i tratti che si ritengono salienti, i caratteri, denotativi e connotativi, dei diversi centri. Analizzando il corpus di Pitrè, raccolto alla fine del XIX secolo, e il corpus odierno, raccolto all’interno del progetto DASES, è possibile cogliere il cambiamento, ma anche la persistenza di alcuni tratti, da quelli ergologici e quelli alimentari, da quelli comportamentali a quelli economici. Ciò consente di valutare cosa sia cambiato e cosa si sia mantenuto, che cosa le comunità continuino a stigmatizzare e quali elementi non siano più idonei ad attivare il processo onomaturgico. Il lavoro dimostra come nella Sicilia postunitaria che si apre al XXI secolo i soprannomi etnici siano ancora vitali, sebbene in molti contesti oggi si traducano soltanto nell’insulto generico.File | Dimensione | Formato | |
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