Il sovraffollamento carcerario è uno dei problemi più gravi che affliggono l’Italia contemporanea. La Corte EDU ha già sanzionato in passato il nostro Paese per aver violato l’art. 3 della Convenzione, in tema di divieto di pene o trattamenti inumani o degradanti: era il 2009 quando i giudici comunitari riconobbero a un cittadino bosniaco un risarcimento di mille euro per i danni morali subiti in conseguenza delle condizioni in cui aveva vissuto durante la sua detenzione nel carcere romano di Rebibbia. Da allora qualcosa è cambiato, tra l’altro sono state adottate leggi urgenti destinate a diminuire la popolazione carceraria, ma la situazione non è sufficientemente migliorata e l’8 gennaio scorso la Corte EDU, con la tristemente nota sentenza Torreggiani, è tornata a condannare l’Italia per la stessa violazione. Questa volta si è trattato di una sentenza c.d. pilota, nell’ambito della quale la Corte ha dato un ultimatum, assegnando all’Italia il termine di un anno entro il quale è necessario istituire un ricorso o un insieme di ricorsi interni effettivi idonei ad offrire una riparazione adeguata e sufficiente in caso di sovraffollamento carcerario, conformemente ai principi della Convenzione. L’Autrice ripercorre i passaggi salienti della giurisprudenza della Corte EDU in tema di sovraffollamento carcerario, con particolare riferimento alla sentenza Sulejmanovic, per poi analizzare il caso Torreggiani e i primi esiti che si sono avuti all’interno dell’ordinamento italiano dopo quest’ultima pronuncia.
gay, p. (2013). Il sovraffollamento delle carceri in Italia e l’ultimatum della Corte EDU: riflessioni sulla sentenza Torreggiani. LA RIVISTA NELDIRITTO, 2/2013.
Il sovraffollamento delle carceri in Italia e l’ultimatum della Corte EDU: riflessioni sulla sentenza Torreggiani
GAY, Petra
2013-01-01
Abstract
Il sovraffollamento carcerario è uno dei problemi più gravi che affliggono l’Italia contemporanea. La Corte EDU ha già sanzionato in passato il nostro Paese per aver violato l’art. 3 della Convenzione, in tema di divieto di pene o trattamenti inumani o degradanti: era il 2009 quando i giudici comunitari riconobbero a un cittadino bosniaco un risarcimento di mille euro per i danni morali subiti in conseguenza delle condizioni in cui aveva vissuto durante la sua detenzione nel carcere romano di Rebibbia. Da allora qualcosa è cambiato, tra l’altro sono state adottate leggi urgenti destinate a diminuire la popolazione carceraria, ma la situazione non è sufficientemente migliorata e l’8 gennaio scorso la Corte EDU, con la tristemente nota sentenza Torreggiani, è tornata a condannare l’Italia per la stessa violazione. Questa volta si è trattato di una sentenza c.d. pilota, nell’ambito della quale la Corte ha dato un ultimatum, assegnando all’Italia il termine di un anno entro il quale è necessario istituire un ricorso o un insieme di ricorsi interni effettivi idonei ad offrire una riparazione adeguata e sufficiente in caso di sovraffollamento carcerario, conformemente ai principi della Convenzione. L’Autrice ripercorre i passaggi salienti della giurisprudenza della Corte EDU in tema di sovraffollamento carcerario, con particolare riferimento alla sentenza Sulejmanovic, per poi analizzare il caso Torreggiani e i primi esiti che si sono avuti all’interno dell’ordinamento italiano dopo quest’ultima pronuncia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.