L’articolo, a partire dalla documentazione conservata presso l’Archivo de Simancas (Consejo de Italia, secretaría de Sicilia), ricostruisce il numero e il meccanismo delle concessioni del titolo di don nella Sicilia degli Asburgo (1556-1700), nonché la condizione socio-professionale dei suoi beneficiari e acquirenti (funzionari della corona spagnola, ufficiali locali, militari ed ecclesiastici, professionisti, vedove). Il titolo veniva generalmente richiesto da uno dei tanti postulanti che gravitavano intorno alla corte di Madrid, non per usufruirne in prima persona, quanto piuttosto «para beneficiar», ovvero per poterlo vendere a una terza persona, residente in Sicilia, e con il denaro ricavato far fronte a una propria necessità finanziaria. Il contesto in cui si inserisce questo “scambio” tra Spagna e Sicilia, è quello della nota “inflazione degli onori” che caratterizzò la società europea di antico regime, in particolar modo durante il XVII secolo, come effetto di un uso sempre più clientelare del patronage regio, monopolizzato dai ministri favoriti (i validos spagnoli), e delle necessità finanziarie di monarchie perennemente in guerra. Tutto ciò diede un forte impulso al “mercato della nobiltà” in tutti i suoi segmenti, dai titoli feudali più prestigiosi a quello quasi insignificante di “don”, che pur non potendosi a rigore considerare nobiliare ma solo onorifico, fu per molti siciliani il trampolino di lancio verso riconoscimenti più prestigiosi, o almeno una forma, seppur minima, di distinzione sociale per chi a un titolo nobiliare non avrebbe mai potuto aspirare.

D'AVENIA F (2006). Il mercato degli onori: i titoli di don nella Sicilia spagnola. MEDITERRANEA. RICERCHE STORICHE, 7, 267-288.

Il mercato degli onori: i titoli di don nella Sicilia spagnola

D'AVENIA, Fabrizio
2006-01-01

Abstract

L’articolo, a partire dalla documentazione conservata presso l’Archivo de Simancas (Consejo de Italia, secretaría de Sicilia), ricostruisce il numero e il meccanismo delle concessioni del titolo di don nella Sicilia degli Asburgo (1556-1700), nonché la condizione socio-professionale dei suoi beneficiari e acquirenti (funzionari della corona spagnola, ufficiali locali, militari ed ecclesiastici, professionisti, vedove). Il titolo veniva generalmente richiesto da uno dei tanti postulanti che gravitavano intorno alla corte di Madrid, non per usufruirne in prima persona, quanto piuttosto «para beneficiar», ovvero per poterlo vendere a una terza persona, residente in Sicilia, e con il denaro ricavato far fronte a una propria necessità finanziaria. Il contesto in cui si inserisce questo “scambio” tra Spagna e Sicilia, è quello della nota “inflazione degli onori” che caratterizzò la società europea di antico regime, in particolar modo durante il XVII secolo, come effetto di un uso sempre più clientelare del patronage regio, monopolizzato dai ministri favoriti (i validos spagnoli), e delle necessità finanziarie di monarchie perennemente in guerra. Tutto ciò diede un forte impulso al “mercato della nobiltà” in tutti i suoi segmenti, dai titoli feudali più prestigiosi a quello quasi insignificante di “don”, che pur non potendosi a rigore considerare nobiliare ma solo onorifico, fu per molti siciliani il trampolino di lancio verso riconoscimenti più prestigiosi, o almeno una forma, seppur minima, di distinzione sociale per chi a un titolo nobiliare non avrebbe mai potuto aspirare.
2006
D'AVENIA F (2006). Il mercato degli onori: i titoli di don nella Sicilia spagnola. MEDITERRANEA. RICERCHE STORICHE, 7, 267-288.
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