Nel saggio viene riesaminata, attraverso puntuali riferimenti alla vasta letteratura sull’argomento, una specifica modalità di guardare alle “epifanie dell’alterità”, essenzialmente ma non esclusivamente “in maschera”, così come si manifestano/manifestavano all’interno delle cerimonie carnevalesche euro-mediterranee e ci si propone di misurarne l’attuale efficacia euristica. Viene riesaminato cioè un indirizzo interpretativo essenzialmente di stampo storicistico-fenomenologico, che tende a attribuire ai mascherati il ruolo di rappresentanti dei morti, variamente riproposto entro filoni di studio di lunga durata e cui lo stesso autore ha fatto costante riferimento nei suoi lavori, direttamente sperimentandolo sul terreno e sottoponendolo costantemente a riconsiderazioni e rimodulazioni anche in relazione a contesti rituali provenienti da realtà culturali legittimamente comparabili. Tale indirizzo interpretativo viene, infine, ritenuto valido a chiarire alcuni aspetti generali dei mascheramenti e degli altri simboli rituali (materiali e immateriali) marcatori di alterità, che sostanziano le azioni esplicitamente carnevalesche e quelle strutturalmente a queste riferibili, ossia assimilabili ai carnevali per la collocazione calendariale e/o per l’insieme dei comportamenti. Poiché resta ipotizzabile e verificabile una molteplicità di significati e di funzioni che si esprime o si è espressa, al di là del tempo e dello spazio, attraverso un limitato insieme di significanti ordinati secondo ricorrenti strutture sistemiche e costituitisi in relazione a quelle comuni istanze di sopravvivenza presenti nelle società euro-mediterranee a prevalente economia agro-pastorale.
Buttitta, I. (2012). Le rappresentazioni dell'alterità nelle cerimonie carnevalesche. Forme e funzioni. In P. Sisto, P. Totaro (a cura di), La maschera e il corpo (pp. 135-176). Bari : Progedit.
Le rappresentazioni dell'alterità nelle cerimonie carnevalesche. Forme e funzioni
BUTTITTA, Ignazio
2012-01-01
Abstract
Nel saggio viene riesaminata, attraverso puntuali riferimenti alla vasta letteratura sull’argomento, una specifica modalità di guardare alle “epifanie dell’alterità”, essenzialmente ma non esclusivamente “in maschera”, così come si manifestano/manifestavano all’interno delle cerimonie carnevalesche euro-mediterranee e ci si propone di misurarne l’attuale efficacia euristica. Viene riesaminato cioè un indirizzo interpretativo essenzialmente di stampo storicistico-fenomenologico, che tende a attribuire ai mascherati il ruolo di rappresentanti dei morti, variamente riproposto entro filoni di studio di lunga durata e cui lo stesso autore ha fatto costante riferimento nei suoi lavori, direttamente sperimentandolo sul terreno e sottoponendolo costantemente a riconsiderazioni e rimodulazioni anche in relazione a contesti rituali provenienti da realtà culturali legittimamente comparabili. Tale indirizzo interpretativo viene, infine, ritenuto valido a chiarire alcuni aspetti generali dei mascheramenti e degli altri simboli rituali (materiali e immateriali) marcatori di alterità, che sostanziano le azioni esplicitamente carnevalesche e quelle strutturalmente a queste riferibili, ossia assimilabili ai carnevali per la collocazione calendariale e/o per l’insieme dei comportamenti. Poiché resta ipotizzabile e verificabile una molteplicità di significati e di funzioni che si esprime o si è espressa, al di là del tempo e dello spazio, attraverso un limitato insieme di significanti ordinati secondo ricorrenti strutture sistemiche e costituitisi in relazione a quelle comuni istanze di sopravvivenza presenti nelle società euro-mediterranee a prevalente economia agro-pastorale.File | Dimensione | Formato | |
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