Una metodologia di intervento Il termine progetto richiama automaticamente alla nostra mente l’idea del disegno di progetto, ovvero l’insieme di quelle informazioni grafiche inerenti al tipo di intervento che si è stabilito di realizzare in un manufatto o in un paesaggio, etc. In realtà il progetto di cui si parla è sempre accompagnato dal progetto del disegno il quale, a sua volta, diventerà disegno di progetto. Il gioco di parole non deve confondere il lettore, al contrario, deve suscitare in lui la curiosità intellettuale di individuare, laddove realmente esistesse, l’esatto confine tra progetto del disegno e disegno di progetto. Non è facile stabilire quale dei due viene per primo: a volte non esiste alcuna correlazione tra i due, altre volte l’idea progettuale, dalla quale nasce il primo disegno, lo schizzo, e il disegno nella sua complessità e totalità, si influenzano vicendevolmente pervenendo alla rappresentazione del progetto definitivo. Spesso, tuttavia, l’immagine finale costituisce un compromesso inaccettabile tra l’idea del suo pensatore e quello che di essa la rappresentazione esprime. Ciò è da imputare, spesso, ad una mancata progettualità del disegno che penalizza fortemente il ruolo della comunicazione nella sua completezza; ciò emerge per esempio quando le viste sono aberrate o molto di scorcio, quando o l’immagine risulta troppo piccola o poco significativa, quando la posizione assunta non consente il riporto di particolari sufficientemente recepibili, etc… Possiamo dire, pertanto, che l’idea si esprime attraverso un disegno il quale, a sua volta, dovendo rispondere a determinati requisiti, necessita di una progettazione che va dalla scelta del metodo di rappresentazione a quella della scala da adottare -tanto più grande, quanto più piccolo è il denominatore-, al supporto cartaceo, al tipo di matita o di pennini, alla scelta del colore, etc. In questo modo si ha la possibilità di condurre il proprio studio con animo sereno, guidato dalla consapevolezza e dalla certezza di giungere a risultati voluti, senza sgradite sorprese. Progettare il disegno significa considerare tutti quegli aspetti che intervengono nel linguaggio visivo e comunicativo dell’immagine, significa esaminare tutti i dati in possesso in modo da perseguire un obiettivo finale, significa fare delle scelte opportunamente valutate e, prima ancora, significa leggere ed analizzare ciò che si vuole rappresentare, sia che si tratti di un’idea di progetto sia di un rilievo di un manufatto esistente. Nel metodo tradizionale della prospettiva si imposta in planimetria un oggetto A, una linea quadro verticale ad una certa distanza dall’oggetto ed un punto V, posizione dell’osservatore ad una distanza DELTA dal quadro. Tutto il sistema è considerato a scala. Questo comporta che il campo grafico non è una porzione reale del quadro reale, bensì una parte del quadro ridotta a quella scala e in questo modo non si riproduce il sistema prospettico del Brunelleschi. Nel sistema proposto, viceversa, il quadro e la relativa posizione dell’osservatore sono quelli reali, dell’occhio e del vetro. L’oggetto reale, posto a distanza reale è sostituito da un modello1 a scala (che è l’unico ad essere ridotto) posizionato a distanza opportuna rispetto al quadro. La ricerca della posizione del modello sostitutivo della realtà, ai fini di ottenere una rappresentazione identica a quella che otterremmo con l’oggetto reale a distanza reale -sistema del Brunelleschi- è legata all’altezza dell’osservatore rispetto al piano geometrale ed alla distanza dell’osservatore dal quadro. Individuati tali rapporti è possibile rappresentare l’oggetto in posizione planimetrica ribaltata sullo stesso campo a varie scale secondo le opportunità. Per fare rientrare nel campo le immagini di larghezze ed altezze reali, può facilmente individuarsi sia la profondità che la scala di tale planimetria e potere ottenere, in tal modo, una vista prospettica che riempie l’intero campo. Se, da un lato, il metodo esposto aderisce perfettamente alle ideologie del Brunelleschi, dall’altro lato, consente inoltre il superamento del rilievo prospettico – 1 Il modello a cui si fa riferimento è un artifizio risolutivo per una vista diretta di dimensioni reali. Diverso è il modello che generalmente sostituisce la realtà nelle proiezioni parallele, laddove le dimensioni reali eccedendo il campo grafico e devono essere sostituite da dimensioni a scala. rappresentando soltanto ciò che si vede- con il progetto prospettico -passando così dalla rappresentazione del reale a quella del virtuale-. Si precisa, ancora, che per realtà virtuale si può anche intendere, la rappresentazione del reale da una posizione plano-altimetrica fisicamente impossibile, impedita o inefficace. La ricerca dei parametri di impostazione della rappresentazione può essere sintetizzata come progetto del disegno.

INZERILLO, L. (2004). Procedure di costruzione della prospettiva nel progetto del disegno. DISEGNARE IDEE IMMAGINI, 28(DISEGNARE idee immagini), 84-91.

Procedure di costruzione della prospettiva nel progetto del disegno

INZERILLO, Laura
2004-01-01

Abstract

Una metodologia di intervento Il termine progetto richiama automaticamente alla nostra mente l’idea del disegno di progetto, ovvero l’insieme di quelle informazioni grafiche inerenti al tipo di intervento che si è stabilito di realizzare in un manufatto o in un paesaggio, etc. In realtà il progetto di cui si parla è sempre accompagnato dal progetto del disegno il quale, a sua volta, diventerà disegno di progetto. Il gioco di parole non deve confondere il lettore, al contrario, deve suscitare in lui la curiosità intellettuale di individuare, laddove realmente esistesse, l’esatto confine tra progetto del disegno e disegno di progetto. Non è facile stabilire quale dei due viene per primo: a volte non esiste alcuna correlazione tra i due, altre volte l’idea progettuale, dalla quale nasce il primo disegno, lo schizzo, e il disegno nella sua complessità e totalità, si influenzano vicendevolmente pervenendo alla rappresentazione del progetto definitivo. Spesso, tuttavia, l’immagine finale costituisce un compromesso inaccettabile tra l’idea del suo pensatore e quello che di essa la rappresentazione esprime. Ciò è da imputare, spesso, ad una mancata progettualità del disegno che penalizza fortemente il ruolo della comunicazione nella sua completezza; ciò emerge per esempio quando le viste sono aberrate o molto di scorcio, quando o l’immagine risulta troppo piccola o poco significativa, quando la posizione assunta non consente il riporto di particolari sufficientemente recepibili, etc… Possiamo dire, pertanto, che l’idea si esprime attraverso un disegno il quale, a sua volta, dovendo rispondere a determinati requisiti, necessita di una progettazione che va dalla scelta del metodo di rappresentazione a quella della scala da adottare -tanto più grande, quanto più piccolo è il denominatore-, al supporto cartaceo, al tipo di matita o di pennini, alla scelta del colore, etc. In questo modo si ha la possibilità di condurre il proprio studio con animo sereno, guidato dalla consapevolezza e dalla certezza di giungere a risultati voluti, senza sgradite sorprese. Progettare il disegno significa considerare tutti quegli aspetti che intervengono nel linguaggio visivo e comunicativo dell’immagine, significa esaminare tutti i dati in possesso in modo da perseguire un obiettivo finale, significa fare delle scelte opportunamente valutate e, prima ancora, significa leggere ed analizzare ciò che si vuole rappresentare, sia che si tratti di un’idea di progetto sia di un rilievo di un manufatto esistente. Nel metodo tradizionale della prospettiva si imposta in planimetria un oggetto A, una linea quadro verticale ad una certa distanza dall’oggetto ed un punto V, posizione dell’osservatore ad una distanza DELTA dal quadro. Tutto il sistema è considerato a scala. Questo comporta che il campo grafico non è una porzione reale del quadro reale, bensì una parte del quadro ridotta a quella scala e in questo modo non si riproduce il sistema prospettico del Brunelleschi. Nel sistema proposto, viceversa, il quadro e la relativa posizione dell’osservatore sono quelli reali, dell’occhio e del vetro. L’oggetto reale, posto a distanza reale è sostituito da un modello1 a scala (che è l’unico ad essere ridotto) posizionato a distanza opportuna rispetto al quadro. La ricerca della posizione del modello sostitutivo della realtà, ai fini di ottenere una rappresentazione identica a quella che otterremmo con l’oggetto reale a distanza reale -sistema del Brunelleschi- è legata all’altezza dell’osservatore rispetto al piano geometrale ed alla distanza dell’osservatore dal quadro. Individuati tali rapporti è possibile rappresentare l’oggetto in posizione planimetrica ribaltata sullo stesso campo a varie scale secondo le opportunità. Per fare rientrare nel campo le immagini di larghezze ed altezze reali, può facilmente individuarsi sia la profondità che la scala di tale planimetria e potere ottenere, in tal modo, una vista prospettica che riempie l’intero campo. Se, da un lato, il metodo esposto aderisce perfettamente alle ideologie del Brunelleschi, dall’altro lato, consente inoltre il superamento del rilievo prospettico – 1 Il modello a cui si fa riferimento è un artifizio risolutivo per una vista diretta di dimensioni reali. Diverso è il modello che generalmente sostituisce la realtà nelle proiezioni parallele, laddove le dimensioni reali eccedendo il campo grafico e devono essere sostituite da dimensioni a scala. rappresentando soltanto ciò che si vede- con il progetto prospettico -passando così dalla rappresentazione del reale a quella del virtuale-. Si precisa, ancora, che per realtà virtuale si può anche intendere, la rappresentazione del reale da una posizione plano-altimetrica fisicamente impossibile, impedita o inefficace. La ricerca dei parametri di impostazione della rappresentazione può essere sintetizzata come progetto del disegno.
2004
Settore ICAR/17 - Disegno
INZERILLO, L. (2004). Procedure di costruzione della prospettiva nel progetto del disegno. DISEGNARE IDEE IMMAGINI, 28(DISEGNARE idee immagini), 84-91.
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