Una storia breve dello spazio urbano attraverso la lettura del rapporto tra uomo e natura, tra costruito e vuoto. Affrontare un tema come la “concezione dello spazio in architettura” è una sfida che penso possa far tremare i polsi di chiunque, che con maggiore o minore consuetudine, si trovi a scrivere di architettura, o che affronti il problema dal punto di vista del docente delle scuole di architettura. Quando Pasquale Culotta, durante una riunione del collegio dei docenti del IV anno, ci propose di introdurre le attività didattiche dell’anno accademico 2006-2007 con un ciclo seminariale che aveva questo tema, da trattare dai diversi punti di vista dei singoli docenti, mi sono trovato “felicemente spiazzato”. “Felicemente” per la possibilità di confronto in un dibattito su questo tema, sia pure in forma di sequenza di contributi articolati su più giornate, “spiazzato” per la vastità del tema e per le sue molteplici declinazioni possibili. Per trattare un tema così complesso nell’ambito dell’architettura degli spazi aperti, da offrire a un pubblico giovane e in formazione ho deciso di seguire una metodologia che fosse il più possibile orientata al processo didattico, e che in questo breve testo vorrei riproporre, partendo da alcune semplici definizioni, attraversando alcuni esem- pi della storia degli spazi aperti descrivendone le soluzioni spaziali grazie alle funzioni, per terminare con alcune realizzazioni contemporanee di cui presentare le caratteristiche salienti. Ho deciso di apportare esclusivamente quelle modifiche necessarie a rendere l’originaria presentazione multimediale

LEONE M (2008). Giardini e spazi aperti: una breve storia dello spazio urbano. In M.I. VESCO (a cura di), La concezione dello spazio in architettura. Frequentazioni didattiche nella Valle dell'Oreto (pp. 127-134). PALERMO : Grafill.

Giardini e spazi aperti: una breve storia dello spazio urbano

LEONE, Manfredi
2008-01-01

Abstract

Una storia breve dello spazio urbano attraverso la lettura del rapporto tra uomo e natura, tra costruito e vuoto. Affrontare un tema come la “concezione dello spazio in architettura” è una sfida che penso possa far tremare i polsi di chiunque, che con maggiore o minore consuetudine, si trovi a scrivere di architettura, o che affronti il problema dal punto di vista del docente delle scuole di architettura. Quando Pasquale Culotta, durante una riunione del collegio dei docenti del IV anno, ci propose di introdurre le attività didattiche dell’anno accademico 2006-2007 con un ciclo seminariale che aveva questo tema, da trattare dai diversi punti di vista dei singoli docenti, mi sono trovato “felicemente spiazzato”. “Felicemente” per la possibilità di confronto in un dibattito su questo tema, sia pure in forma di sequenza di contributi articolati su più giornate, “spiazzato” per la vastità del tema e per le sue molteplici declinazioni possibili. Per trattare un tema così complesso nell’ambito dell’architettura degli spazi aperti, da offrire a un pubblico giovane e in formazione ho deciso di seguire una metodologia che fosse il più possibile orientata al processo didattico, e che in questo breve testo vorrei riproporre, partendo da alcune semplici definizioni, attraversando alcuni esem- pi della storia degli spazi aperti descrivendone le soluzioni spaziali grazie alle funzioni, per terminare con alcune realizzazioni contemporanee di cui presentare le caratteristiche salienti. Ho deciso di apportare esclusivamente quelle modifiche necessarie a rendere l’originaria presentazione multimediale
2008
Settore ICAR/14 - Composizione Architettonica E Urbana
LEONE M (2008). Giardini e spazi aperti: una breve storia dello spazio urbano. In M.I. VESCO (a cura di), La concezione dello spazio in architettura. Frequentazioni didattiche nella Valle dell'Oreto (pp. 127-134). PALERMO : Grafill.
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