L’interazione sociale tra uomini e robot umanoidi è uno dei temi sui quali si focalizza attualmente la ricerca tenendo presente che l’interazione risulta efficace quando prevede anche la decodifica dei segnali non verbali e gestuali normalmente a corredo dei segnali verbali di comunicazione. Di seguito verranno illustrate quali capacità deve esibire un robot umanoide per percepire, dialogare e interagire socialmente con esseri umani, utilizzando sia segnali non verbali sia i bio-segnali cerebrali dell’uomo rilevati attraverso un caschetto BCI. I paradigmi di cooperazione umano-centrici per definire i ruoli sociali che un robot umanoide potrà avere domani nella società degli esseri umani sono: il robot Avatar che realizza azioni al posto dell’uomo ed è quindi una sua estensione; il robot Compagno di squadra che interagisce autonomamente con gli esseri umani per svolgere al meglio i compiti che ha avuto affidati; il robot Mediatore sociale che è di ausilio sia alle persone con disabilità sia alle persone normodotate per arricchirne le capacità cognitive. Le differenze tra i vari paradigmi verranno illustrati mediante tre casi di studio che hanno coinvolto i robot umanoidi Geminoid e Telenoid dei Laboratori Hiroshi Ishiguro Lab. di Kyoto ai quali è stato dato un comportamento intelligente aggiungendo architetture cognitive software realizzate presso il RoboticsLab dell’Università di Palermo. La ricerca congiunta fra il prof. Hiroshi Ishiguro e i prof. Rosario Sorbello e Antonio Chella viene portata avanti da 10 anni. Queste alcune anticipazioni delle future condizioni di vita quando i robot umanoidi saranno parti della società che conserverà comunque una impostazione antropocentrica.

ROSARIO SORBELLO (2020). PARLARE E INTERAGIRE CON UN ROBOT UMANOIDE. TRA MENTE NATURALE E MENTE DIGITALE. I QUADERNI DI SCIENZA & VITA, 19, 63-71.

PARLARE E INTERAGIRE CON UN ROBOT UMANOIDE. TRA MENTE NATURALE E MENTE DIGITALE

ROSARIO SORBELLO
Primo
Writing – Original Draft Preparation
2020-12-16

Abstract

L’interazione sociale tra uomini e robot umanoidi è uno dei temi sui quali si focalizza attualmente la ricerca tenendo presente che l’interazione risulta efficace quando prevede anche la decodifica dei segnali non verbali e gestuali normalmente a corredo dei segnali verbali di comunicazione. Di seguito verranno illustrate quali capacità deve esibire un robot umanoide per percepire, dialogare e interagire socialmente con esseri umani, utilizzando sia segnali non verbali sia i bio-segnali cerebrali dell’uomo rilevati attraverso un caschetto BCI. I paradigmi di cooperazione umano-centrici per definire i ruoli sociali che un robot umanoide potrà avere domani nella società degli esseri umani sono: il robot Avatar che realizza azioni al posto dell’uomo ed è quindi una sua estensione; il robot Compagno di squadra che interagisce autonomamente con gli esseri umani per svolgere al meglio i compiti che ha avuto affidati; il robot Mediatore sociale che è di ausilio sia alle persone con disabilità sia alle persone normodotate per arricchirne le capacità cognitive. Le differenze tra i vari paradigmi verranno illustrati mediante tre casi di studio che hanno coinvolto i robot umanoidi Geminoid e Telenoid dei Laboratori Hiroshi Ishiguro Lab. di Kyoto ai quali è stato dato un comportamento intelligente aggiungendo architetture cognitive software realizzate presso il RoboticsLab dell’Università di Palermo. La ricerca congiunta fra il prof. Hiroshi Ishiguro e i prof. Rosario Sorbello e Antonio Chella viene portata avanti da 10 anni. Queste alcune anticipazioni delle future condizioni di vita quando i robot umanoidi saranno parti della società che conserverà comunque una impostazione antropocentrica.
16-dic-2020
Settore ING-INF/05 - Sistemi Di Elaborazione Delle Informazioni
HOMO CYBORG IL FUTURO DELL’UOMO, TRA TECNOSCIENZA, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E NUOVO UMANESIMO XVI Convegno Nazionale Associazione Nazionale Scienza e Vita
Roma
25 maggio 2018
ROSARIO SORBELLO (2020). PARLARE E INTERAGIRE CON UN ROBOT UMANOIDE. TRA MENTE NATURALE E MENTE DIGITALE. I QUADERNI DI SCIENZA & VITA, 19, 63-71.
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