Il saggio è stato commissionato specificatamente dai curatori del catalogo, che ha per argomento il ruolo della confraternite in ambito mediterraneo. In questo senso lo studio ha inteso approfondire l’opera di Giacomo Serpotta (Palermo 1656-1732) non solo dal punto di vista formale, compositivo, esecutivo e didascalico, ma anche in ragione del ruolo che potessero ricoprire il committenti. La questione da cui si è partiti, per questo primo approccio al tema, in seguito approfondito ed ampliato, è stata se la committenza delle associazioni laicali potesse avere avuto un ruolo preponderante e, dunque, particolarmente significativo per gli esordi di colui che è considerato uno dei principali scultori del ‘700 in Europa. La revisione del materiale bibliografico, la rilettura dei documenti editi e l’approfondimento su documentazione originale ed inedita ha consentito di dimostrare che in effetti le confraternite, compagnie e congregazioni laicali palermitane, forse per la peculiare natura privata della maggior parte dei siti di loro pertinenza, hanno esercitato un’azione determinante non solo per i primi incarichi dello stuccatore palermitano ma anche per la sua crescita in ognuna delle fasi creative individuate dagli studi precedenti. Per altro si è potuta constatare la presenza di esponenti della famiglia Serpotta, non si è certi però se consanguinei del Nostro, per esempio, nella compagnia di San Mercurio di Palermo, una delle prime opere a lui attribuita nel 1678. Contestualmente si è verificata anche la presenza di membri della famiglia Calandra, noti intagliatori in legno a cui in passato si erano attributi alcuni arredi in gran parte perduti e che oggi, alla luce di questa documentazione possono essere con maggior forza a loro ricondotti. Se nell’oratorio di San Mercurio appaiono già le premesse per la rivoluzione formale e compositiva degli oratori, nel Rosario in Santa Cita, molto del pensiero serpottiano è già esposto con una qualità che emerge dalle osservazioni critiche nel testo. Anche le ultime opere del Serpotta già anziano sono commissionate dallo stesso tipo di sodalizi a dimostrazione di un legame che non si è mai interrotto e che ha prodotto straordinari esiti.

Palazzotto, P. (2010). Les confréries commanditaires et le stucs de Giacomo Serpotta dans les églises et oratoires de Palerme. In Les confréries de Corse. Una société idéale en Méditerranée (pp. 411-427). Citadelle de Corte : Albiana - Musée de Corse.

Les confréries commanditaires et le stucs de Giacomo Serpotta dans les églises et oratoires de Palerme

PALAZZOTTO, Pierfrancesco
2010-01-01

Abstract

Il saggio è stato commissionato specificatamente dai curatori del catalogo, che ha per argomento il ruolo della confraternite in ambito mediterraneo. In questo senso lo studio ha inteso approfondire l’opera di Giacomo Serpotta (Palermo 1656-1732) non solo dal punto di vista formale, compositivo, esecutivo e didascalico, ma anche in ragione del ruolo che potessero ricoprire il committenti. La questione da cui si è partiti, per questo primo approccio al tema, in seguito approfondito ed ampliato, è stata se la committenza delle associazioni laicali potesse avere avuto un ruolo preponderante e, dunque, particolarmente significativo per gli esordi di colui che è considerato uno dei principali scultori del ‘700 in Europa. La revisione del materiale bibliografico, la rilettura dei documenti editi e l’approfondimento su documentazione originale ed inedita ha consentito di dimostrare che in effetti le confraternite, compagnie e congregazioni laicali palermitane, forse per la peculiare natura privata della maggior parte dei siti di loro pertinenza, hanno esercitato un’azione determinante non solo per i primi incarichi dello stuccatore palermitano ma anche per la sua crescita in ognuna delle fasi creative individuate dagli studi precedenti. Per altro si è potuta constatare la presenza di esponenti della famiglia Serpotta, non si è certi però se consanguinei del Nostro, per esempio, nella compagnia di San Mercurio di Palermo, una delle prime opere a lui attribuita nel 1678. Contestualmente si è verificata anche la presenza di membri della famiglia Calandra, noti intagliatori in legno a cui in passato si erano attributi alcuni arredi in gran parte perduti e che oggi, alla luce di questa documentazione possono essere con maggior forza a loro ricondotti. Se nell’oratorio di San Mercurio appaiono già le premesse per la rivoluzione formale e compositiva degli oratori, nel Rosario in Santa Cita, molto del pensiero serpottiano è già esposto con una qualità che emerge dalle osservazioni critiche nel testo. Anche le ultime opere del Serpotta già anziano sono commissionate dallo stesso tipo di sodalizi a dimostrazione di un legame che non si è mai interrotto e che ha prodotto straordinari esiti.
2010
Settore L-ART/04 - Museologia E Critica Artistica E Del Restauro
Settore L-ART/02 - Storia Dell'Arte Moderna
Palazzotto, P. (2010). Les confréries commanditaires et le stucs de Giacomo Serpotta dans les églises et oratoires de Palerme. In Les confréries de Corse. Una société idéale en Méditerranée (pp. 411-427). Citadelle de Corte : Albiana - Musée de Corse.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
CORSICA-libre-2.pdf

accesso aperto

Dimensione 9.3 MB
Formato Adobe PDF
9.3 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/52525
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact