Sarde a beccafico, couscous, tenerumi soup, caponata, pasta alla Norma, pasta with sardines, meat rolls, cassata and cannoli, various fried foods: here are the most typical dishes of the Sicilian gastronomic tradition, food stereotypes so loved by both tourists and from the Sicilians doc. But what makes these dishes so popular? And, above all, what makes them one of the most representative of Sicilian cuisine - and in general of culture -? If tradition is a successful innovation, an effective invention, this volume tries to explain, with the tools of semiotics, through which anthropological, discursive and textual devices the Sicilian culinary tradition was born - and above all has established itself. Each chapter of the book takes into consideration one of these dishes, digging deep into their significance and reconstructing its semiotic forms: those that make your mouth water, while at the same time flaunting a mythological local identity. The result is a composite but cohesive culinary apparatus, articulated on the basis of a series of logical relationships that link dishes and ingredients, social practices and stories of origin, preparations and tastings, cooks and diners.

Sarde a beccafico, cuscus, minestra di tenerumi, caponata, pasta alla Norma, pasta con le sarde, involtini di carne, cassate e cannoli, fritture varie: ecco i più tipici piatti della tradizione gastonomica siciliana, stereotipi alimentari tanto amati sia dai turisti sia dai siciliani doc. Ma cosa rende così apprezzate queste pietanze? E, soprattutto, cosa fa sì che siano diventate fra le più rappresentative della cucina – e in generale della cultura – siciliana? Se la tradizione è un’innovazione riuscita, un’invenzione efficace, questo volume prova a spiegare, con gli strumenti della semiotica, attraverso quali dispositivi antropologici, discorsivi e testuali sia nata – e soprattutto si sia affermata – la tradizione culinaria siciliana. Ogni capitolo del libro prende in considerazione uno di questi piatti, scavando nel profondo della loro significazione e ricostruendone le forme semiotiche: quelle che fanno venire l’acquolina in bocca, sbandierando al tempo stesso una mitologica identità locale. Ne viene fuori un apparato culinario composito ma coeso, articolato sulla base di una serie di relazioni logiche che legano tra loro piatti e ingredienti, pratiche sociali e racconti dell’origine, preparazioni e degustazioni, cuochi e commensali.

Giannitrapani, A., Puca, D. (2020). Forme della cucina siciliana. Esercizi di semiotica del gusto.

Forme della cucina siciliana. Esercizi di semiotica del gusto

Giannitrapani, A.
;
Puca, D.
2020-01-01

Abstract

Sarde a beccafico, couscous, tenerumi soup, caponata, pasta alla Norma, pasta with sardines, meat rolls, cassata and cannoli, various fried foods: here are the most typical dishes of the Sicilian gastronomic tradition, food stereotypes so loved by both tourists and from the Sicilians doc. But what makes these dishes so popular? And, above all, what makes them one of the most representative of Sicilian cuisine - and in general of culture -? If tradition is a successful innovation, an effective invention, this volume tries to explain, with the tools of semiotics, through which anthropological, discursive and textual devices the Sicilian culinary tradition was born - and above all has established itself. Each chapter of the book takes into consideration one of these dishes, digging deep into their significance and reconstructing its semiotic forms: those that make your mouth water, while at the same time flaunting a mythological local identity. The result is a composite but cohesive culinary apparatus, articulated on the basis of a series of logical relationships that link dishes and ingredients, social practices and stories of origin, preparations and tastings, cooks and diners.
2020
Sarde a beccafico, cuscus, minestra di tenerumi, caponata, pasta alla Norma, pasta con le sarde, involtini di carne, cassate e cannoli, fritture varie: ecco i più tipici piatti della tradizione gastonomica siciliana, stereotipi alimentari tanto amati sia dai turisti sia dai siciliani doc. Ma cosa rende così apprezzate queste pietanze? E, soprattutto, cosa fa sì che siano diventate fra le più rappresentative della cucina – e in generale della cultura – siciliana? Se la tradizione è un’innovazione riuscita, un’invenzione efficace, questo volume prova a spiegare, con gli strumenti della semiotica, attraverso quali dispositivi antropologici, discorsivi e testuali sia nata – e soprattutto si sia affermata – la tradizione culinaria siciliana. Ogni capitolo del libro prende in considerazione uno di questi piatti, scavando nel profondo della loro significazione e ricostruendone le forme semiotiche: quelle che fanno venire l’acquolina in bocca, sbandierando al tempo stesso una mitologica identità locale. Ne viene fuori un apparato culinario composito ma coeso, articolato sulla base di una serie di relazioni logiche che legano tra loro piatti e ingredienti, pratiche sociali e racconti dell’origine, preparazioni e degustazioni, cuochi e commensali.
semiotics of taste, Sicilian cuisine, recipes
semiotica del gusto, cucina siciliana, ricette
Giannitrapani, A., Puca, D. (2020). Forme della cucina siciliana. Esercizi di semiotica del gusto.
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