La tecnologia blockchain nasce nel 2008 con l’annuncio di BitCoin [1], una delle più diffuse criptovalute. Il ruolo fondamentale della blockchain nell’ambito delle criptovalute è quello di garantire l’impossibilità di spendere due volte lo stesso valore in transazioni successive, fattispecie che viene indicata nel mondo anglosassone come double spending. Il problema del double spending è di difficile soluzione quando l’informazione di un valore è espressa in formato digitale, il quale ben si presta alla riproduzione di copie identiche consentendo quindi di spendere quel valore più volte. Il problema è superabile in presenza di una entità centralizzata fidata, quale ad esempio una banca, ma nei casi in cui tale intermediario non è disponibile o non ne è auspicabile la presenza, allora è necessario utilizzare altre modalità. Nell’ambito delle criptovalute, la blockchain risolve il problema attraverso un sistema distribuito in cui la verifica formale della validità della transazione finanziaria non viene affidata ad un intermediario ma viene svolta da un sistema distribuito, costituito da vari nodi gestiti in modo indipendente, i quali devono raggiungere un consenso, cioè una visione unitaria sullo stato dell’intero sistema. La blockchain consente di gestire dati in modo trasparente, immutabile, fidato e tracciabile. La trasparenza è garantita dal fatto che le informazioni in essa contenute siano messe a disposizione dei vari attori coinvolti. L’immutabilità della blockchain è dovuta alla sua struttura dati, una volta inserito il blocco non può più essere modificato. La fiducia è dovuta al fatto che la blockchain si basa su evidenze crittografiche piuttosto che nella fiducia in una entità centralizzata ed elimina pertanto la necessità di intermediari fidati. Ad esempio, in una transazione finanziaria in cui Antonio (A) vuole dare un certo importo a Benedetta (B), le parti si rivolgono alla banca, la quale decrementa il saldo del conto di A dell’importo da trasferire ed incrementa il saldo di B della medesima quantità. A e B si fidano entrambi della banca e non hanno alcuna possibilità di intervento qualora la banca commetta un errore nell’eseguire la transazione. Utilizzando la blockchain non è invece necessario avere fiducia nella banca e A e B possono effettuare una transazione anche se non si fidano tra loro. La tracciabilità è dovuta al fatto che nella blockchain non è possibile eliminare le informazioni inserite ma soltanto aggiungerne di nuove in coda, pertanto viene mantenuto lo storico delle informazioni. Inoltre, la blockchain è più efficiente laddove la sua introduzione non richiede più l’azione di intermediari, eliminando i costi ad essi associati. A seconda della tipologia di blockchain, questa può essere accessibile da chiunque in lettura (blockchain pubbliche) o da particolari entità preventivamente identificate (blockchain private). Perché un nodo possa scrivere sulla blockchain è necessario che esso giunga ad un consenso con gli altri nodi. Se i nodi che devono raggiungere il consenso sono appartenenti ad un gruppo chiuso e predefinito allora si dice che la blockchain è di tipo permissioned, in quanto solo chi ha i permessi può partecipare alla competizione interna tra i nodi per scrivere dati. Le blockchain permissionless, invece, non necessitano di alcuna identificazione preventiva.

Pierluigi Gallo (2020). DLT, BLOCKCHAIN E SMART CONTRACT. In C.S. Marco Cian (a cura di), Diritto del Fintech (pp. 137-148).

DLT, BLOCKCHAIN E SMART CONTRACT

Pierluigi Gallo
2020-01-01

Abstract

La tecnologia blockchain nasce nel 2008 con l’annuncio di BitCoin [1], una delle più diffuse criptovalute. Il ruolo fondamentale della blockchain nell’ambito delle criptovalute è quello di garantire l’impossibilità di spendere due volte lo stesso valore in transazioni successive, fattispecie che viene indicata nel mondo anglosassone come double spending. Il problema del double spending è di difficile soluzione quando l’informazione di un valore è espressa in formato digitale, il quale ben si presta alla riproduzione di copie identiche consentendo quindi di spendere quel valore più volte. Il problema è superabile in presenza di una entità centralizzata fidata, quale ad esempio una banca, ma nei casi in cui tale intermediario non è disponibile o non ne è auspicabile la presenza, allora è necessario utilizzare altre modalità. Nell’ambito delle criptovalute, la blockchain risolve il problema attraverso un sistema distribuito in cui la verifica formale della validità della transazione finanziaria non viene affidata ad un intermediario ma viene svolta da un sistema distribuito, costituito da vari nodi gestiti in modo indipendente, i quali devono raggiungere un consenso, cioè una visione unitaria sullo stato dell’intero sistema. La blockchain consente di gestire dati in modo trasparente, immutabile, fidato e tracciabile. La trasparenza è garantita dal fatto che le informazioni in essa contenute siano messe a disposizione dei vari attori coinvolti. L’immutabilità della blockchain è dovuta alla sua struttura dati, una volta inserito il blocco non può più essere modificato. La fiducia è dovuta al fatto che la blockchain si basa su evidenze crittografiche piuttosto che nella fiducia in una entità centralizzata ed elimina pertanto la necessità di intermediari fidati. Ad esempio, in una transazione finanziaria in cui Antonio (A) vuole dare un certo importo a Benedetta (B), le parti si rivolgono alla banca, la quale decrementa il saldo del conto di A dell’importo da trasferire ed incrementa il saldo di B della medesima quantità. A e B si fidano entrambi della banca e non hanno alcuna possibilità di intervento qualora la banca commetta un errore nell’eseguire la transazione. Utilizzando la blockchain non è invece necessario avere fiducia nella banca e A e B possono effettuare una transazione anche se non si fidano tra loro. La tracciabilità è dovuta al fatto che nella blockchain non è possibile eliminare le informazioni inserite ma soltanto aggiungerne di nuove in coda, pertanto viene mantenuto lo storico delle informazioni. Inoltre, la blockchain è più efficiente laddove la sua introduzione non richiede più l’azione di intermediari, eliminando i costi ad essi associati. A seconda della tipologia di blockchain, questa può essere accessibile da chiunque in lettura (blockchain pubbliche) o da particolari entità preventivamente identificate (blockchain private). Perché un nodo possa scrivere sulla blockchain è necessario che esso giunga ad un consenso con gli altri nodi. Se i nodi che devono raggiungere il consenso sono appartenenti ad un gruppo chiuso e predefinito allora si dice che la blockchain è di tipo permissioned, in quanto solo chi ha i permessi può partecipare alla competizione interna tra i nodi per scrivere dati. Le blockchain permissionless, invece, non necessitano di alcuna identificazione preventiva.
2020
Settore ING-INF/03 - Telecomunicazioni
Pierluigi Gallo (2020). DLT, BLOCKCHAIN E SMART CONTRACT. In C.S. Marco Cian (a cura di), Diritto del Fintech (pp. 137-148).
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