Il saggio presenta una breve rassegna dei passi in cui Francesco Petrarca mostra una conoscenza diretta della produzione poetica di Ausonio (delle cui opere egli possedeva un codice). In particolare, gli scritti in cui Petrarca cita, utilizza o riecheggia Ausonio sono i «Rerum vulgarium fragmenta», i «Triumphi», i «Rerum memorandarum libri» e il «Bucolicum carmen». Alla luce della rassegna delle testimonianze esibite e discusse, Petrarca conobbe, quindi, i "carmina" di Ausonio – pur se certo non tutti – e seppe servirsene con intelligenza e acribìa, coerentemente con la propria tecnica di uso e riuso dei classici latini e con il procedimento di contaminazione e di intarsio che, di essi, il poeta trecentesco sa applicare in tutte le sue scritture, sia in quelle latine, sia in quelle volgari. Alcuni componimenti ausoniani, in particolare, sono stati mag-giormente utilizzati dal Petrarca, soprattutto, il «Ludus septem sapientum» che gli ha fornito lo spunto iniziale per tutti e sette i paragrafi dei «Rerum memorandarum libri» dedicati ai sette filosofi dell’antica Grecia, di ciascuno dei quali il Petrarca ricorda il motto, la massima, la "sententia" caratterizzante, proprio alla luce del poemetto di Ausonio. Altre volte il Petrarca si limita, invece, a menzionare soltanto il nome del poeta di Bordeaux, tutt’al più con la citazione di uno o due suoi versi; altre volte ancora, poi, l’eco ausoniana è meno diretta, sapientemente allusa e rivitalizzata entro un determinato passo petrarchesco, e ciò occorre, con maggiore frequenza e incisività, nel Petrarca volgare dei «Triumphi» (con le interferenze dal «Cupido cruciatus») e dei «Rerum vulgarium fragmenta» (particolarmente significativo, fra i vari passi qui discussi, l’influsso ausoniano nel sonetto 35, «Solo e pensoso»). Ausonio, insomma, agisce nella memoria poetica del Petrarca non in maniera invasiva, ma in un modo più sottile e raffinato. Traendo le sue suggestioni da un numero, tutto sommato, limitato di "carmina" del poeta di Bordeaux, Francesco palesa, nella utilizzazione e nella rielaborazione di determinati passi di essi, quel gusto per l’intarsio di fonti e modelli classici che costituisce uno degli elementi distintivi del suo dettato compositivo. Le intersezioni ausoniane del Petrarca, in ultima analisi, rivelano una volta di più la sensibilità letteraria e la raffinatezza compositiva del poeta aretino. Le interrelazioni fra Petrarca e Ausonio rappresentano senz’altro un capitolo forse non fondamentale, ma sicuramente assai significativo, della fortuna goduta dal poeta di Bordeaux nel corso di tutto il Medioevo e, quindi, nell’Umanesimo.

BISANTI A (2019). Petrarca e Ausonio. In E. Wolff (a cura di), La réception d’Ausone dans les littératures européennes (pp. 117-135). Bordeaux : Ausonius Éditions.

Petrarca e Ausonio

BISANTI A
2019-01-01

Abstract

Il saggio presenta una breve rassegna dei passi in cui Francesco Petrarca mostra una conoscenza diretta della produzione poetica di Ausonio (delle cui opere egli possedeva un codice). In particolare, gli scritti in cui Petrarca cita, utilizza o riecheggia Ausonio sono i «Rerum vulgarium fragmenta», i «Triumphi», i «Rerum memorandarum libri» e il «Bucolicum carmen». Alla luce della rassegna delle testimonianze esibite e discusse, Petrarca conobbe, quindi, i "carmina" di Ausonio – pur se certo non tutti – e seppe servirsene con intelligenza e acribìa, coerentemente con la propria tecnica di uso e riuso dei classici latini e con il procedimento di contaminazione e di intarsio che, di essi, il poeta trecentesco sa applicare in tutte le sue scritture, sia in quelle latine, sia in quelle volgari. Alcuni componimenti ausoniani, in particolare, sono stati mag-giormente utilizzati dal Petrarca, soprattutto, il «Ludus septem sapientum» che gli ha fornito lo spunto iniziale per tutti e sette i paragrafi dei «Rerum memorandarum libri» dedicati ai sette filosofi dell’antica Grecia, di ciascuno dei quali il Petrarca ricorda il motto, la massima, la "sententia" caratterizzante, proprio alla luce del poemetto di Ausonio. Altre volte il Petrarca si limita, invece, a menzionare soltanto il nome del poeta di Bordeaux, tutt’al più con la citazione di uno o due suoi versi; altre volte ancora, poi, l’eco ausoniana è meno diretta, sapientemente allusa e rivitalizzata entro un determinato passo petrarchesco, e ciò occorre, con maggiore frequenza e incisività, nel Petrarca volgare dei «Triumphi» (con le interferenze dal «Cupido cruciatus») e dei «Rerum vulgarium fragmenta» (particolarmente significativo, fra i vari passi qui discussi, l’influsso ausoniano nel sonetto 35, «Solo e pensoso»). Ausonio, insomma, agisce nella memoria poetica del Petrarca non in maniera invasiva, ma in un modo più sottile e raffinato. Traendo le sue suggestioni da un numero, tutto sommato, limitato di "carmina" del poeta di Bordeaux, Francesco palesa, nella utilizzazione e nella rielaborazione di determinati passi di essi, quel gusto per l’intarsio di fonti e modelli classici che costituisce uno degli elementi distintivi del suo dettato compositivo. Le intersezioni ausoniane del Petrarca, in ultima analisi, rivelano una volta di più la sensibilità letteraria e la raffinatezza compositiva del poeta aretino. Le interrelazioni fra Petrarca e Ausonio rappresentano senz’altro un capitolo forse non fondamentale, ma sicuramente assai significativo, della fortuna goduta dal poeta di Bordeaux nel corso di tutto il Medioevo e, quindi, nell’Umanesimo.
2019
Settore L-FIL-LET/08 - Letteratura Latina Medievale E Umanistica
Settore L-FIL-LET/05 - Filologia Classica
Settore L-FIL-LET/13 - Filologia Della Letteratura Italiana
BISANTI A (2019). Petrarca e Ausonio. In E. Wolff (a cura di), La réception d’Ausone dans les littératures européennes (pp. 117-135). Bordeaux : Ausonius Éditions.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10447/350549
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