La sicurezza dell''approvvigionamento idrico per gli usi civili, irrigui e industriali nel rispetto dei vincoli di sostenibilità ambientale è una problematica che investe aree sempre più estese sia nei paesi sviluppati sia in quelli in transizione o in via di sviluppo. Fattori amplificanti di questa crisi sono la ridotta disponibilità di risorse e il contemporaneo aumento della popolazione e delle aree irrigate. La corretta gestione dei sistemi idrici complessi deve assicurare: • il soddisfacimento degli usi civili, irrigui e industriali, nonché di quelli ambientali; questi usi sono conflittuali, con specifiche esigenze e “disponibilità a pagare”, da armonizzare fra di loro e rendere compatibili con la quantità e la qualità delle risorse disponibili; • la sostenibilità ambientale degli usi della risorsa, in quanto l’attuale stock di risorsa limitata e degradabile deve essere utilizzato per soddisfare gli usi delle attuali generazioni, ma con l’obiettivo di conservarlo qualitativamente e quantitativamente integro per quelle future; • la sostenibilità economica, applicando tariffe compatibili con la “disponibilità a pagare degli utenti”, pur salvaguardando il principio della copertura dei costi di gestione; • il riequilibrio territoriale fra le zone ove l’acqua prevalentemente “si produce” e le zone ove l’acqua prevalentemente “si consuma”, anche attraverso un risarcimento dei costi ambientali subiti dalle prime; • la specializzazione funzionale dei soggetti gestori, ognuno dei quali tende a fare gli interessi del proprio comparto d’uso, disinteressandosi degli altri. Il comparto civile ha affrontato il problema organizzativo con la legge 36/94, accentrando in ambiti territoriali ottimali (ATO) l’uso dell’acqua e definendo i soggetti gestori di cicli gestionali autonomi. Tuttavia tale comparto, quando utilizza acque provenienti da schemi idrici plurimi, deve interfacciarsi con altri comparti conflittuali. Non esiste una legislazione simile per l’uso agricolo o per l’uso industriale, che rinnovi radicalmente il contesto nel quale operano i soggetti attuali, e cioè i Consorzi di Bonifica (CdB) e i Consorzi delle Aree Industriali (CAI).

MAZZOLA MR (2006). L'approvvigionamento idrico primario. In CLAUDIO DE VINCENTI E ADRIANA VIGNERI (a cura di), Le virtù della concorrenza (pp. 323-334). BOLOGNA : Il Mulino.

L'approvvigionamento idrico primario

MAZZOLA, Mario Rosario
2006-01-01

Abstract

La sicurezza dell''approvvigionamento idrico per gli usi civili, irrigui e industriali nel rispetto dei vincoli di sostenibilità ambientale è una problematica che investe aree sempre più estese sia nei paesi sviluppati sia in quelli in transizione o in via di sviluppo. Fattori amplificanti di questa crisi sono la ridotta disponibilità di risorse e il contemporaneo aumento della popolazione e delle aree irrigate. La corretta gestione dei sistemi idrici complessi deve assicurare: • il soddisfacimento degli usi civili, irrigui e industriali, nonché di quelli ambientali; questi usi sono conflittuali, con specifiche esigenze e “disponibilità a pagare”, da armonizzare fra di loro e rendere compatibili con la quantità e la qualità delle risorse disponibili; • la sostenibilità ambientale degli usi della risorsa, in quanto l’attuale stock di risorsa limitata e degradabile deve essere utilizzato per soddisfare gli usi delle attuali generazioni, ma con l’obiettivo di conservarlo qualitativamente e quantitativamente integro per quelle future; • la sostenibilità economica, applicando tariffe compatibili con la “disponibilità a pagare degli utenti”, pur salvaguardando il principio della copertura dei costi di gestione; • il riequilibrio territoriale fra le zone ove l’acqua prevalentemente “si produce” e le zone ove l’acqua prevalentemente “si consuma”, anche attraverso un risarcimento dei costi ambientali subiti dalle prime; • la specializzazione funzionale dei soggetti gestori, ognuno dei quali tende a fare gli interessi del proprio comparto d’uso, disinteressandosi degli altri. Il comparto civile ha affrontato il problema organizzativo con la legge 36/94, accentrando in ambiti territoriali ottimali (ATO) l’uso dell’acqua e definendo i soggetti gestori di cicli gestionali autonomi. Tuttavia tale comparto, quando utilizza acque provenienti da schemi idrici plurimi, deve interfacciarsi con altri comparti conflittuali. Non esiste una legislazione simile per l’uso agricolo o per l’uso industriale, che rinnovi radicalmente il contesto nel quale operano i soggetti attuali, e cioè i Consorzi di Bonifica (CdB) e i Consorzi delle Aree Industriali (CAI).
2006
MAZZOLA MR (2006). L'approvvigionamento idrico primario. In CLAUDIO DE VINCENTI E ADRIANA VIGNERI (a cura di), Le virtù della concorrenza (pp. 323-334). BOLOGNA : Il Mulino.
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