Il contributo s’incentra sul sito sul Monte Catalfano (PA), da lungo tempo identificato con la città punica di Solunto e oggetto, sin dall‘800 e soprattutto negli anni ’50 del ‘900, di scavi in estensione che hanno restituito un’immagine suggestiva, e assai istruttiva, di un centro urbano del periodo “ellenistico-romano”. Nonostante un certo appiattimento della critica archeologica su una prospettiva tendente a proiettare i rinvenimenti (divulgati solo attraverso notizie preliminari e studi parziali di aspetti dell’urbanistica, dell’arredo e di pochi reperti significativi) su un orizzonte greco- punico, in buona sostanza “pre-romano”, i risultati di ricerche più approfondite su singoli complessi architettonici (il teatro, 1997; il cd. Ginnasio e altre case signorili sulla via principale, 2003) e i relativi arredi, e più in generale sull’archeologia della Sicilia ellenistica e le dinamiche delle fasi di “romanizzazione”, evidenziano incongruità fra i dati desumibili tramite i diversi approcci di studio (stratigrafico, storico-artistico e comparativo, epigrafico, etc.). Rinunciando perciò al paradigma interpretativo sopradetto – la cui applicazione acritica, anche in altri contesti isolani, ha finito col creare un sistema esegetico autoreferenziale difficilmente conciliabile con la specificità e varietà dei dati materiali –, si è effettuata una revisione complessiva (pur nelle gravi lacune dell’edito) dei rapporti tra le varie componenti di impianto urbano, area pubblica, edilizia residenziale, cultura figurativa e materiale, quali traspaiono attraverso le emergenze monumentali e il loro inquadramento puntuale. Ne risulta un quadro assai coerente, ben collocabile nel contesto dei primi secoli della provincia romana, per la città a noi nota, frutto di un radicale rifacimento che ha lasciato poche, ma non insignificanti tracce dell’insediamento della fase anteriore al medio- tardo ellenismo: il quale a sua volta, di contro alla più estesa, “razionale” e scenografica cittadina ellenistica, risulterebbe più in linea con parametri culturali ed edilizi del milieu punico e punicizzato di IV secolo (tema degno di ulteriore approfondimento, in un’ormai improcrastinabile revisione della Sicilia tardoclassica/protoellenistica). Ricollocando entro le suddette coordinate l’evidenza archeologica superstite, emerge il profilo di una ristretta élite come elemento propulsivo del restyling dell’immagine urbana, condotto con intenti palpabili di autopromozione e ostentazione della piena adesione a modelli ellenistici “internazionali”, declinati in una formulazione locale che trova numerosi riscontri nella Sicilia nord-occidentale coeva: anzi, proprio il carattere non singolare, seppur specifico nei suoi risultati, del tardo ellenismo soluntino fa dell’evidenza di questo sito un caso emblematico dei fenomeni socio-culturali che coinvolgono la prima provincia. Si può infatti cogliere in concreto, nel raccordo (fisico, stratigrafico, e persino epigrafico- prosopografico) tra monumentalizzazione della plateia, successione di “palazzetti” privati con facciate a più piani (quale il cd. Ginnasio), articolazione su terrazze del centro civico, con gli edifici pubblico- ricreativi e cultuali per i rituali politico-culturali e religiosi presieduti dalla classe dirigente locale, una chiave della relazione immediata tra ristrutturazione urbanistica e architettonica, auto-promozione dei notabili, evergetismo e onoreficenze, e messa in scena, attraverso i mezzi stilistico- espressivi offerti dalla cultura ellenistica, di una piccola cerchia oligarchica, che da un lato si offre come interlocutore e intermediario in loco per la nuova potenza dominante, dall’altro trae profitto con attività commerciali e “imprenditoriali” dalle opportunità aperte dall’imperialismo romano e dagli spazi lasciati dal venir meno di Cartagine sui mari occidentali.

PORTALE EC (2007). Problemi dell’archeologia della Sicilia ellenistico-romana: il caso di Solunto, in Archeologia Classica , 2006. ARCHEOLOGIA CLASSICA, LVII (n.s. VII), 49-114.

Problemi dell’archeologia della Sicilia ellenistico-romana: il caso di Solunto, in Archeologia Classica , 2006

PORTALE, Elisa Chiara
2007-01-01

Abstract

Il contributo s’incentra sul sito sul Monte Catalfano (PA), da lungo tempo identificato con la città punica di Solunto e oggetto, sin dall‘800 e soprattutto negli anni ’50 del ‘900, di scavi in estensione che hanno restituito un’immagine suggestiva, e assai istruttiva, di un centro urbano del periodo “ellenistico-romano”. Nonostante un certo appiattimento della critica archeologica su una prospettiva tendente a proiettare i rinvenimenti (divulgati solo attraverso notizie preliminari e studi parziali di aspetti dell’urbanistica, dell’arredo e di pochi reperti significativi) su un orizzonte greco- punico, in buona sostanza “pre-romano”, i risultati di ricerche più approfondite su singoli complessi architettonici (il teatro, 1997; il cd. Ginnasio e altre case signorili sulla via principale, 2003) e i relativi arredi, e più in generale sull’archeologia della Sicilia ellenistica e le dinamiche delle fasi di “romanizzazione”, evidenziano incongruità fra i dati desumibili tramite i diversi approcci di studio (stratigrafico, storico-artistico e comparativo, epigrafico, etc.). Rinunciando perciò al paradigma interpretativo sopradetto – la cui applicazione acritica, anche in altri contesti isolani, ha finito col creare un sistema esegetico autoreferenziale difficilmente conciliabile con la specificità e varietà dei dati materiali –, si è effettuata una revisione complessiva (pur nelle gravi lacune dell’edito) dei rapporti tra le varie componenti di impianto urbano, area pubblica, edilizia residenziale, cultura figurativa e materiale, quali traspaiono attraverso le emergenze monumentali e il loro inquadramento puntuale. Ne risulta un quadro assai coerente, ben collocabile nel contesto dei primi secoli della provincia romana, per la città a noi nota, frutto di un radicale rifacimento che ha lasciato poche, ma non insignificanti tracce dell’insediamento della fase anteriore al medio- tardo ellenismo: il quale a sua volta, di contro alla più estesa, “razionale” e scenografica cittadina ellenistica, risulterebbe più in linea con parametri culturali ed edilizi del milieu punico e punicizzato di IV secolo (tema degno di ulteriore approfondimento, in un’ormai improcrastinabile revisione della Sicilia tardoclassica/protoellenistica). Ricollocando entro le suddette coordinate l’evidenza archeologica superstite, emerge il profilo di una ristretta élite come elemento propulsivo del restyling dell’immagine urbana, condotto con intenti palpabili di autopromozione e ostentazione della piena adesione a modelli ellenistici “internazionali”, declinati in una formulazione locale che trova numerosi riscontri nella Sicilia nord-occidentale coeva: anzi, proprio il carattere non singolare, seppur specifico nei suoi risultati, del tardo ellenismo soluntino fa dell’evidenza di questo sito un caso emblematico dei fenomeni socio-culturali che coinvolgono la prima provincia. Si può infatti cogliere in concreto, nel raccordo (fisico, stratigrafico, e persino epigrafico- prosopografico) tra monumentalizzazione della plateia, successione di “palazzetti” privati con facciate a più piani (quale il cd. Ginnasio), articolazione su terrazze del centro civico, con gli edifici pubblico- ricreativi e cultuali per i rituali politico-culturali e religiosi presieduti dalla classe dirigente locale, una chiave della relazione immediata tra ristrutturazione urbanistica e architettonica, auto-promozione dei notabili, evergetismo e onoreficenze, e messa in scena, attraverso i mezzi stilistico- espressivi offerti dalla cultura ellenistica, di una piccola cerchia oligarchica, che da un lato si offre come interlocutore e intermediario in loco per la nuova potenza dominante, dall’altro trae profitto con attività commerciali e “imprenditoriali” dalle opportunità aperte dall’imperialismo romano e dagli spazi lasciati dal venir meno di Cartagine sui mari occidentali.
2007
PORTALE EC (2007). Problemi dell’archeologia della Sicilia ellenistico-romana: il caso di Solunto, in Archeologia Classica , 2006. ARCHEOLOGIA CLASSICA, LVII (n.s. VII), 49-114.
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