La serie di fabbriche e di trasformazioni architettoniche che si svolgono ad Alcamo fra 1450 e 1550 appare notevole (le grandi trasformazioni del castello, gli interventi nella chiesa madre, le torri residenziali, i cantieri religiosi della SS. Annunziata, di S. Francesco, di S. Maria di Gesù ecc.). Non si tratta di opere complesse o monumentali ma di edifici che la storia ci ha consegnato in resti o frammenti e che restituiscono un momento particolare per la storia dell'architettura delineando un secolo "bilingue".Ad Alcamo agiscono committenti colti come Pietro Speciale (governo di Alcamo 1457-1484), con il quale arrivano le prime sculture classiciste e si innesca la fase delle opere in marmo bianco, o gli Enriquez Cabrera (1484-1519) che possiedono ambizioni cosmopolite e investono sistematicamente nell’architettura, raramente però questa architettura è rinascimentale secondo i parametri del centro e nord Italia, piuttosto si assiste al continuo scambio di linguaggi (gotico e rinascimento) che non si mescolano mai. Alcamo rimane uno dei luoghi dove la persistenza del tardogotico e la resistenza al classicismo perdurano sino a date prolungate: qui opera con successo (almeno fino agli anni sessanta) un maestro, Girolamo Vicchiuzzo, reduce dai grandi cantieri dell’ultimo gotico a Palermo, e autore di fabbriche tradizionaliste, talora con innesti classicisti (bilinguismo), come le chiese di S. Maria dei Miracoli (1548), di S. Nicolò di Bari (1558), di S. Oliva.

SCADUTO, F. (2015). L'architettura ad Alcamo tra Quattrocento e Cinquecento. In A. Badami (a cura di), Alcamo. La Città, il Territorio, la Storia. Guida agli Itinerari Culturali (pp. 73-82). Soveria Mannelli (Catanzaro) : Rubbettino Editore.

L'architettura ad Alcamo tra Quattrocento e Cinquecento

SCADUTO, Fulvia
2015-01-01

Abstract

La serie di fabbriche e di trasformazioni architettoniche che si svolgono ad Alcamo fra 1450 e 1550 appare notevole (le grandi trasformazioni del castello, gli interventi nella chiesa madre, le torri residenziali, i cantieri religiosi della SS. Annunziata, di S. Francesco, di S. Maria di Gesù ecc.). Non si tratta di opere complesse o monumentali ma di edifici che la storia ci ha consegnato in resti o frammenti e che restituiscono un momento particolare per la storia dell'architettura delineando un secolo "bilingue".Ad Alcamo agiscono committenti colti come Pietro Speciale (governo di Alcamo 1457-1484), con il quale arrivano le prime sculture classiciste e si innesca la fase delle opere in marmo bianco, o gli Enriquez Cabrera (1484-1519) che possiedono ambizioni cosmopolite e investono sistematicamente nell’architettura, raramente però questa architettura è rinascimentale secondo i parametri del centro e nord Italia, piuttosto si assiste al continuo scambio di linguaggi (gotico e rinascimento) che non si mescolano mai. Alcamo rimane uno dei luoghi dove la persistenza del tardogotico e la resistenza al classicismo perdurano sino a date prolungate: qui opera con successo (almeno fino agli anni sessanta) un maestro, Girolamo Vicchiuzzo, reduce dai grandi cantieri dell’ultimo gotico a Palermo, e autore di fabbriche tradizionaliste, talora con innesti classicisti (bilinguismo), come le chiese di S. Maria dei Miracoli (1548), di S. Nicolò di Bari (1558), di S. Oliva.
2015
Settore ICAR/18 - Storia Dell'Architettura
SCADUTO, F. (2015). L'architettura ad Alcamo tra Quattrocento e Cinquecento. In A. Badami (a cura di), Alcamo. La Città, il Territorio, la Storia. Guida agli Itinerari Culturali (pp. 73-82). Soveria Mannelli (Catanzaro) : Rubbettino Editore.
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