Nel suo Eliante o dell’Architettura (1956) Cesare Brandi mette a confronto le due teorie architettoniche che hanno animato il dibattito di inizio secolo: la corrente funzionale o razionale che, a partire da Wright, Le Corbusier e Mies van der Rohe, privilegia, pur nella diversità delle rispettive architetture, un’estetica minimalista, in cui la forma è correlata alla funzione, e quella organica che aspira ad un’architettura che modelli le sue forme su quelle naturali per creare una funzionalità più aderente ai bisogni e alle necessità dell’uomo. Prendendo le distanze da entrambe Brandi afferma, in un periodo di damnatio ornamenti, l’impossibilità per l’architettura di essere soltanto funzionale ed elabora, recuperando lo schematismo trascendentale kantiano, una sua personale teoria dell’ornato.

DI STEFANO, E. (2006). Cesare Brandi e la teoria dell’ornamento. AESTHETICA. PRE-PRINT, 19(19), 135-147.

Cesare Brandi e la teoria dell’ornamento

DI STEFANO, Elisabetta
2006-01-01

Abstract

Nel suo Eliante o dell’Architettura (1956) Cesare Brandi mette a confronto le due teorie architettoniche che hanno animato il dibattito di inizio secolo: la corrente funzionale o razionale che, a partire da Wright, Le Corbusier e Mies van der Rohe, privilegia, pur nella diversità delle rispettive architetture, un’estetica minimalista, in cui la forma è correlata alla funzione, e quella organica che aspira ad un’architettura che modelli le sue forme su quelle naturali per creare una funzionalità più aderente ai bisogni e alle necessità dell’uomo. Prendendo le distanze da entrambe Brandi afferma, in un periodo di damnatio ornamenti, l’impossibilità per l’architettura di essere soltanto funzionale ed elabora, recuperando lo schematismo trascendentale kantiano, una sua personale teoria dell’ornato.
2006
Settore M-FIL/04 - Estetica
DI STEFANO, E. (2006). Cesare Brandi e la teoria dell’ornamento. AESTHETICA. PRE-PRINT, 19(19), 135-147.
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