Da quando l’adozione è divenuta una delle possibili azioni per salvaguardare il benessere dei minori, l’interesse degli studiosi in ambito psico-sociale e clinico è cresciuto velocemente, così come degli autori interessati alle caratteristiche relazionali di tali configurazioni familiari. Negli ultimi decenni non è solo aumentato il numero di coppie che hanno intrapreso il percorso adottivo, ma, come ricordano Cavanna, Migliorini e Napoli (2011), si è assistito a un vero e proprio cambiamento culturale nell’approccio all’adozione che ha visto spostarsi al centro dell’interesse il bambino, al posto della coppia, dando spazio ed attenzione anche a quei bambini fino ad un certo momento esclusi dal percorso adottivo, perché malati, disabili, affetti da patologie psichiche o perché già grandi. Tale spostamento ha ampliato il numero dei bambini disponibili all’adozione ma ha anche generato molti più casi di fallimento adottivo. Nell’esame dell’ampia letteratura sul tema, abbiamo dato priorità agli studi che si legano alla nostra ricerca e che sono stati di orientamento alla defnizione degli obiettivi e alla scelta del campione e delle metodologie d’indagine. La ricerca dinamico-clinica presenta dati controversi: risultano critiche le comparazioni tra adottati e non, mentre offrono confronti più significativi quelle che si riferiscono a bambini adottati e bambini collocati in comunità; i primi sono certamente con minori problemi di adattamento.
Di Vita, A.M., Salerno, A. (2016). Stabat Mater. L'evoluzione delle ricerche clinico-sociali nazionali e internazionali sull'adozione. In A.M. Di Vita, C. Sole (a cura di), Il gruppo adottivo. Contesti istituzionali nell'intervento con le famiglie (pp. 37-57). Milano : Franco Angeli.
Stabat Mater. L'evoluzione delle ricerche clinico-sociali nazionali e internazionali sull'adozione
DI VITA, Angela Maria;SALERNO, Alessandra
2016-01-01
Abstract
Da quando l’adozione è divenuta una delle possibili azioni per salvaguardare il benessere dei minori, l’interesse degli studiosi in ambito psico-sociale e clinico è cresciuto velocemente, così come degli autori interessati alle caratteristiche relazionali di tali configurazioni familiari. Negli ultimi decenni non è solo aumentato il numero di coppie che hanno intrapreso il percorso adottivo, ma, come ricordano Cavanna, Migliorini e Napoli (2011), si è assistito a un vero e proprio cambiamento culturale nell’approccio all’adozione che ha visto spostarsi al centro dell’interesse il bambino, al posto della coppia, dando spazio ed attenzione anche a quei bambini fino ad un certo momento esclusi dal percorso adottivo, perché malati, disabili, affetti da patologie psichiche o perché già grandi. Tale spostamento ha ampliato il numero dei bambini disponibili all’adozione ma ha anche generato molti più casi di fallimento adottivo. Nell’esame dell’ampia letteratura sul tema, abbiamo dato priorità agli studi che si legano alla nostra ricerca e che sono stati di orientamento alla defnizione degli obiettivi e alla scelta del campione e delle metodologie d’indagine. La ricerca dinamico-clinica presenta dati controversi: risultano critiche le comparazioni tra adottati e non, mentre offrono confronti più significativi quelle che si riferiscono a bambini adottati e bambini collocati in comunità; i primi sono certamente con minori problemi di adattamento.File | Dimensione | Formato | |
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