Il Piano Regolatore Generale, strumento di fondamentale importanza per lo sviluppo di un centro urbano e del suo territorio, è ancora per diverse città siciliane un obiettivo da raggiungere. I dati provenienti dall'Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente (A.R.T.A.) indicano una Sicilia decisamente indietro nella progettazione urbanistica. Nell'isola soltanto il 40,3% dei comuni hanno un piano regolatore vigente. La mancata approvazione degli strumenti urbanistici ha influito negativamente sui processi di urbanizzazione, spesso frammentari e disorganici. Le città si sono sviluppate senza una forma, un modello riconoscibile, alimentando nei cittadini una politica che ha preferito l’edilizia abusiva alle regole della pianificazione urbanistica. Le cause sono di diversa natura e di diverso tipo, forse riconducibili all’inefficienza delle amministrazioni, al macchinoso e complicato iter di approvazione dei piani (che in media richiede tra cinque e dieci anni), alla mancanza di scelte coraggiose capaci di migliorare le città di cui nessuno si assume la responsabilità. Anche Agrigento e la sua provincia sono “vittime” del fenomeno dell’abusivismo; l’edilizia abusiva diffusa, ha cambiato l’assetto di molti comuni dell’agrigentino. Fra tutti ricordiamo Licata, Palma di Montechiaro, Favara. Quest’ultimo, uno dei più popolosi della provincia di Agrigento, è stato in passato ed è tutt’ora, l’esempio dell’edilizia incontrollata e dell’abusivismo, dove si registrano: - un centro storico ricco di architetture del passato e palazzi nobiliari, in totale abbandono e degrado; - zone residenziali, in gran parte realizzate abusivamente, prive delle più elementari regole estetiche; - eccessiva capacità del costruito rispetto alle esigenze abitative; - carenza di servizi e attrezzature, in particolare nelle aree periferiche (totale assenza di reti idriche, fognarie e del gas). Queste sono solo alcune delle principali problematiche presenti nella città. Da qui la proposta di un “censimento”, da effettuarsi con le tecniche più attuali – ad esempio un apposito sistema informativo territoriale – per consentire agli enti preposti, ed in primo luogo al Comune, un reale controllo del territorio finalizzato ad una molteplicità di risultati, quali tra gli altri: - definizione delle istanze di sanatoria edilizia (1985, 1994, 2003) ancora inevase; - programmazione dei principali interventi di urbanizzazione primaria e secondaria; - programmazione dei principali interventi di recupero degli edifici abusivi, secondo degli standard da inserire nel regolamento edilizio; - recupero del costruito storico, con eliminazione degli abusi, ai fini residenziali e turistico – ricettivi. Ecco perché, la città attende la redazione di un nuovo strumento urbanistico; un Piano che possa attivare quel processo di riqualificazione urbana finalizzato al recupero di un’identità sociale e spaziale complessiva, fortemente compromessa dall’edilizia abusiva. Uno strumento, dunque, che consenta di “rimarginare le ferite” inflitte negli anni alla città, alla campagna ed all'ambiente.

CILONA, T. (2007). Edilizia abusiva a Favara. Analisi dell’insediamento e sviluppo del territorio. In R.M. Vitrano (a cura di), Scenari dell’abitare abusivo. Strategie per l’intervento di recupero. Scenarios of illegal dwelling. Strategies of building and town recovery (pp. 180-188). NAPOLI : Luciano.

Edilizia abusiva a Favara. Analisi dell’insediamento e sviluppo del territorio

CILONA, Teresa
2007-01-01

Abstract

Il Piano Regolatore Generale, strumento di fondamentale importanza per lo sviluppo di un centro urbano e del suo territorio, è ancora per diverse città siciliane un obiettivo da raggiungere. I dati provenienti dall'Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente (A.R.T.A.) indicano una Sicilia decisamente indietro nella progettazione urbanistica. Nell'isola soltanto il 40,3% dei comuni hanno un piano regolatore vigente. La mancata approvazione degli strumenti urbanistici ha influito negativamente sui processi di urbanizzazione, spesso frammentari e disorganici. Le città si sono sviluppate senza una forma, un modello riconoscibile, alimentando nei cittadini una politica che ha preferito l’edilizia abusiva alle regole della pianificazione urbanistica. Le cause sono di diversa natura e di diverso tipo, forse riconducibili all’inefficienza delle amministrazioni, al macchinoso e complicato iter di approvazione dei piani (che in media richiede tra cinque e dieci anni), alla mancanza di scelte coraggiose capaci di migliorare le città di cui nessuno si assume la responsabilità. Anche Agrigento e la sua provincia sono “vittime” del fenomeno dell’abusivismo; l’edilizia abusiva diffusa, ha cambiato l’assetto di molti comuni dell’agrigentino. Fra tutti ricordiamo Licata, Palma di Montechiaro, Favara. Quest’ultimo, uno dei più popolosi della provincia di Agrigento, è stato in passato ed è tutt’ora, l’esempio dell’edilizia incontrollata e dell’abusivismo, dove si registrano: - un centro storico ricco di architetture del passato e palazzi nobiliari, in totale abbandono e degrado; - zone residenziali, in gran parte realizzate abusivamente, prive delle più elementari regole estetiche; - eccessiva capacità del costruito rispetto alle esigenze abitative; - carenza di servizi e attrezzature, in particolare nelle aree periferiche (totale assenza di reti idriche, fognarie e del gas). Queste sono solo alcune delle principali problematiche presenti nella città. Da qui la proposta di un “censimento”, da effettuarsi con le tecniche più attuali – ad esempio un apposito sistema informativo territoriale – per consentire agli enti preposti, ed in primo luogo al Comune, un reale controllo del territorio finalizzato ad una molteplicità di risultati, quali tra gli altri: - definizione delle istanze di sanatoria edilizia (1985, 1994, 2003) ancora inevase; - programmazione dei principali interventi di urbanizzazione primaria e secondaria; - programmazione dei principali interventi di recupero degli edifici abusivi, secondo degli standard da inserire nel regolamento edilizio; - recupero del costruito storico, con eliminazione degli abusi, ai fini residenziali e turistico – ricettivi. Ecco perché, la città attende la redazione di un nuovo strumento urbanistico; un Piano che possa attivare quel processo di riqualificazione urbana finalizzato al recupero di un’identità sociale e spaziale complessiva, fortemente compromessa dall’edilizia abusiva. Uno strumento, dunque, che consenta di “rimarginare le ferite” inflitte negli anni alla città, alla campagna ed all'ambiente.
2007
Settore ICAR/21 - Urbanistica
88-6026-060-4
CILONA, T. (2007). Edilizia abusiva a Favara. Analisi dell’insediamento e sviluppo del territorio. In R.M. Vitrano (a cura di), Scenari dell’abitare abusivo. Strategie per l’intervento di recupero. Scenarios of illegal dwelling. Strategies of building and town recovery (pp. 180-188). NAPOLI : Luciano.
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