Lo studio dell’architettura non può che configurarsi come continuo rapporto tra teoria e prassi ovvero tra idea di architettura e sua rappresentazione/costruzione. Analizzare i disegni di archivio, rintracciando la loro sequenza temporale, permette di ricostruire le linee di sviluppo seguite dal progettista per restituire la storia dell’iter progettuale. L’azione del ridisegno si muove, invece, su un doppio registro: quello della graficizzazione dell’architettura disegnata, gli elaborati di archivio, e quello dell’interpretazione/conoscenza degli stessi poiché “il disegno di progetto non si considera più mera illustrazione d’un testo sull’opera realizzata ma in sé “opera”, oggetto di studio che può rivelare molte delle intenzioni dell’architetto in rapporto all’edificio da realizzare”. Si “ridisegna”, dunque, il “disegno” in una prassi che alterna studio dei grafici di archivio e ‘nuove’ rappresentazioni al fine di costituire un ordine interpretativo all’interno di un particolare universo che è quello della forma architettonica. Nel caso dell’analisi grafica dei disegni relativi a Palazzo Rindone (quelli relativi alla terza versione del progetto) non può che farsi riferimento agli schemi esplicativi elaborati da Caronia Roberti nel suo volume relativo allo studio della composizione architettonica. Se da un lato ciò può sembrare semplificare le operazioni di colui che analizza, dall’altro, invece, sottopone al tentativo di una vera e propria operazione mimetica del processo progettuale tendente più alla coincidenza tra soggetto (analizzante) e soggetto (progettista) che tra soggetto ed oggetto (edificio indagato); in altre parole, il disegno diviene tentativo di rintracciare la teoria e la prassi ‘compositiva’ dell’autore dell’opera indagata attraverso ‘nuove’ rappresentazioni.

Lo studio dell’architettura non può che configurarsi come continuo rapporto tra teoria e prassi ovvero tra idea di architettura e sua rappresentazione/costruzione. Analizzare i disegni di archivio, rintracciando la loro sequenza temporale, permette di ricostruire le linee di sviluppo seguite dal progettista per restituire la storia dell’iter progettuale. L’azione del ridisegno si muove, invece, su un doppio registro: quello della graficizzazione dell’architettura disegnata, gli elaborati di archivio, e quello dell’interpretazione/conoscenza degli stessi poiché “il disegno di progetto non si considera più mera illustrazione d’un testo sull’opera realizzata ma in sé “opera”, oggetto di studio che può rivelare molte delle intenzioni dell’architetto in rapporto all’edificio da realizzare”. Si “ridisegna”, dunque, il “disegno” in una prassi che alterna studio dei grafici di archivio e ‘nuove’ rappresentazioni al fine di costituire un ordine interpretativo all’interno di un particolare universo che è quello della forma architettonica. Nel caso dell’analisi grafica dei disegni relativi a Palazzo Rindone (quelli relativi alla terza versione del progetto) non può che farsi riferimento agli schemi esplicativi elaborati da Caronia Roberti nel suo volume relativo allo studio della composizione architettonica. Se da un lato ciò può sembrare semplificare le operazioni di colui che analizza, dall’altro, invece, sottopone al tentativo di una vera e propria operazione mimetica del processo progettuale tendente più alla coincidenza tra soggetto (analizzante) e soggetto (progettista) che tra soggetto ed oggetto (edificio indagato); in altre parole, il disegno diviene tentativo di rintracciare la teoria e la prassi ‘compositiva’ dell’autore dell’opera indagata attraverso ‘nuove’ rappresentazioni.

Maggio, F. (2006). Analisi grafica di un'opera di Salvatore Caronia Roberti. Palazzo Rindone a Catania. IKHNOS, 4(4), 163-192.

Analisi grafica di un'opera di Salvatore Caronia Roberti. Palazzo Rindone a Catania

MAGGIO, Francesco
2006-01-01

Abstract

Lo studio dell’architettura non può che configurarsi come continuo rapporto tra teoria e prassi ovvero tra idea di architettura e sua rappresentazione/costruzione. Analizzare i disegni di archivio, rintracciando la loro sequenza temporale, permette di ricostruire le linee di sviluppo seguite dal progettista per restituire la storia dell’iter progettuale. L’azione del ridisegno si muove, invece, su un doppio registro: quello della graficizzazione dell’architettura disegnata, gli elaborati di archivio, e quello dell’interpretazione/conoscenza degli stessi poiché “il disegno di progetto non si considera più mera illustrazione d’un testo sull’opera realizzata ma in sé “opera”, oggetto di studio che può rivelare molte delle intenzioni dell’architetto in rapporto all’edificio da realizzare”. Si “ridisegna”, dunque, il “disegno” in una prassi che alterna studio dei grafici di archivio e ‘nuove’ rappresentazioni al fine di costituire un ordine interpretativo all’interno di un particolare universo che è quello della forma architettonica. Nel caso dell’analisi grafica dei disegni relativi a Palazzo Rindone (quelli relativi alla terza versione del progetto) non può che farsi riferimento agli schemi esplicativi elaborati da Caronia Roberti nel suo volume relativo allo studio della composizione architettonica. Se da un lato ciò può sembrare semplificare le operazioni di colui che analizza, dall’altro, invece, sottopone al tentativo di una vera e propria operazione mimetica del processo progettuale tendente più alla coincidenza tra soggetto (analizzante) e soggetto (progettista) che tra soggetto ed oggetto (edificio indagato); in altre parole, il disegno diviene tentativo di rintracciare la teoria e la prassi ‘compositiva’ dell’autore dell’opera indagata attraverso ‘nuove’ rappresentazioni.
2006
Settore ICAR/17 - Disegno
Maggio, F. (2006). Analisi grafica di un'opera di Salvatore Caronia Roberti. Palazzo Rindone a Catania. IKHNOS, 4(4), 163-192.
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